nov 072010
 
castione

La sera di mercoledì  3 novembre, nella sede del Pd, abbiamo assistito al primo passo di un nuovo modo di far politica a Fidenza. In un incontro pubblico, i membri del PD della passata amministrazione, invitati dal segretario Davide Malvisi, hanno relazionato sulla situazione di Castione Marchesi, in preparazione di un incontro pubblico da tenersi nella frazione.
E’ inutile nasconderci che là il risultato elettorale del 2009 è stato anche peggiore che nel resto della città. Da questo dato, è iniziata una seria analisi ed un confronto franco su ciò che è stato fatto e, soprattutto, su ciò che non è stato fatto a Castione. L’importanza di un momento come quello è stata grande soprattutto per noi giovani, che, infatti, abbiamo sempre sostenuto questo nuovo metodo partecipativo, perché ci ha dato l’occasione di conoscere e capire i meccanismi, le scelte e le necessità che hanno portato a prendere decisioni che alla fine non hanno pagato. Al Partito Democratico l’elettorato chiede un forte rinnovamento dei messaggi e della classe dirigente ed è ovvio che una buona classe dirigente, prima di poter esprimere dei progetti validi, concreti ed adeguati,  debba prima conoscere la realtà in cui questi progetti vanno ad inserirsi. Diversamente, il rischio è, da una parte, di limitarsi ad esprimere degli slogan vuoti, dall’altra, di prendere decisioni semplicemente sbagliate.
E’ stato molto positivo vedere come tutti si siano presi serenamente le proprie responsabilità, in maniera ben diversa da tanti politici, sempre pronti a incolpare dei propri errori qualcun altro. Di questo va dato atto ai precedenti amministratori. Vien da pensare tuttavia che in certi passaggi, ci si sia voluti accollare scelte che potevano essere condivise con un gruppo maggiore di persone. La partecipazione dovrebbe prevedere una vera e propria progettazione comune del futuro di Fidenza, tramite consultazioni preventive, volte a informare della possibilità di sviluppo, dei suoi vantaggi e svantaggi, e verificare il gradimento della gente; oppure, nel caso di opere veramente strategiche per la città, onde evitare la sindrome nimby (not in my backyard, scoperta nel mondo anglosassone, ma diffusasi rapidamente in Italia), attraverso riunioni informative, sempre preventive, volte a spiegare nel dettaglio i vantaggi della novità.
Tante cose positive realizzate dalla precedente giunta non hanno pagato proprio perché le persone non sono state informate appieno circa gli indubbi vantaggi (economici, sociali, ambientali, …) che hanno portato alla città.
L’informazione è, infatti, importantissima non solo per le classi dirigenti, ma anche e soprattutto per la popolazione: solo una platea informata può partecipare attivamente e nel migliore dei modi allo sviluppo della città. In caso contrario, è inutile stupirsi se si diffondono falsità messe in giro ad arte da certi politicanti (che adesso ne stanno pagando lo scotto), così come lo è lamentarsi del fatto che la gente non capisce certe scelte perché non le vede “dall’interno”.
 L’obiettivo del Partito Democratico deve essere prima di tutto quello di azzerare la differenza tra la visione “dall’esterno” e quella “dall’interno” delle questioni della città, tra le conoscenze degli amministratori e quelle dei normali cittadini, in modo che le “segrete stanze” abbiano pareti di vetro.
Il partito deve rappresentare un interlocutore critico per la giunta, una realtà viva, plurale, aperta e radicata al punto da poter fungere da specchio della città. In caso contrario si rischia che certe scelte nel migliore dei casi non siano comprese, nel peggiore siano proprio sbagliate.
Oggi l’aspetto della partecipazione è ancora sicuramente perfettibile, ma l’attuale segreteria sta lavorando in quella direzione: creare un partito aperto, in cui tutti i fidentini si possano sentire a casa, liberi di esprimere le proprie idee e di metterle a confronto con quelle degli altri.

Alessandro Stefanini
astefanini@pdfidenza.it

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