[di Franco Amigoni]
Non ce la possono fare. Sono incontinenti. Soprattutto quando il Sindaco è assente sentono irrefrenabile la necessità imperiosa di dire qualcosa, qualsiasi cosa purchè sia in conferenza stampa, con registratori e giornalisti presenti. Ecco stavolta Pollastri e la Amoruso, accompagnati da due signori di ignoto significato contingente (per essere più visibili e ufficiali, la conferenza stampa l’hanno organizzata nella sala consiliare, in modo direi inusuale), che esprimono la loro accorata e sballata visione del mondo ad uso dei media. Peccato che anche stavolta, nella loro incontinenza verbale, l’abbiano fatta “fuori dal vaso”.
Proviamo a ricostruire i fatti, che sono sempre ingarbugliati soprattutto quando, come evidentemente ormai spesso accade, i nostri eroi dell’opposizione si genuflettono alle obsolete strategie di un baffuto pseudoideologo prezzemolino locale che di sè stesso sul suo blog parla in questi termini: “…il mio … è il tentativo più coerente di tradurre razionalmente il cervello più fine del Rinascimento italiano, quello del “il fine giustifica i mezzi””. Come dire: io sono il Machiavelli del Borgo.
Fate voi in che mani si sono messi.
Veniamo al dunque, il tema è ASP:
1. L’opposizione ha presentato a suo tempo una petizione popolare ex art. 27 dello statuto comunale, che potrebbe essere presentata anche da un singolo cittadino, allegando invece oltre 2000 firme (mi baso sulle loro dichiarazioni, perchè le firme non sono mai state certificate e validate); in tal modo, è stata fatta un bella confusione tra petizione e referendum, che è disciplinato in tutt’altro modo (dall’art. 29). Buttando come al solito fumo negli occhi ai cittadini. La tecnica “al lupo al lupo” ormai è un loro marchio di fabbrica. In questo senso il titolo della Gazzetta “ASP: il Comune doveva indire un referendum”, è del tutto fuorviante; la petizione richiedeva infatti che il Comune bloccasse la riforma di ASP (senza considerare che il Comune di Fidenza doveva comunque coordinarsi con tutti gli altri comuni del distretto e trovare un delicato accordo con loro sulla riforma), e chiedeva di attivare il referendum consultivo sul tema (ma una petizione non può chiedere un referendum);
2. Per stessa ammissione di Rete Civica, poi, le famose duemila firme sarebbero per metà circa di fidentini e per metà di residenti in altri Comuni. Ma dabon?? Dato che lo Statuto prevede minimo 1800 firme di nostri concittadini, in ogni caso, anche se fossero state correttamente presentate (cosa che non è avvenuta) quelle 1000 firme circa di Fidentini sarebbero state comunque largamente insufficienti per indire un referendum. Anche se i nostri amici confusionari (vedi articolo 29 dello Statuto Comunale) avessero creato un comitato promotore, avessero raccolto e validato firme soltanto di concittadini borghigiani, avessero chiarito bene ai firmatari i termini della questione, eccetera eccetera.
Viva il pressapochismo a fini propagandistici.
Il difensore civico si è limitato a fare giustamente presente che il Comune deve adottare il Regolamento per regolare i referendum locali e su questo l’Amministrazione sta procedendo (ma perchè non lo hanno fatto, in cinque anni di amministrazione precedente, quelli che fanno capo a Rete Civica?? Domanda inutile. Tutto quello che loro non hanno fatto quando potevano, adesso diventa nel loro revisionismo storico un peccato del PD).
In questo triste quadro che ho richiamato (perchè poi perde tempo l’opposizione su battaglie di retroguardia, e fa perdere tempo pure alla maggioranza che potrebbe spenderlo meglio), le parole di trionfo del Movimento 5stelle sulla sua pagina fb risultano francamente ridicole. Le riporto testualmente:
“Avevamo ragione, ancora una volta, il difensore civico della Regione INVITA l’amministrazione comunale ad attivare le procedure per regolamentare tutti i Referendum e di seguito ad eseguire le richieste già in essere, ovvero che i fidentini si esprimano su ASP! E’ una piccola/grande vittoria dei cittadini con le mani libere”.
I cittadini con le mani libere dovrebbero guardarsi da loro presunti portabandiera così goliardici e approssimativi, per non dire “machiavellici” nel senso deteriore del termine.