mag 212024
 
Patrick è libero

Abbiamo immaginato molto spesso che accadesse quanto sta accadendo e il fatto che Patrick sia qui mi rende, ci rende come fidentini pieni di una felicità enorme. E quindi lo abbracciamo con tanta forza.

11052024-DSC09681Questa non è solo una felicità legata a quanto accaduto a Patrick, evidentemente, ma anche perchè per una volta i nostri sforzi hanno funzionato e non staremo qui a capirne i motivi, ma ci berremo con felicità questo bicchiere di gioia e di soddisfazione.

Non accade spesso, con Giulio Regeni non accadde, con molti e molte altre in giro per il mondo non funziona, ma vivaddio non abbiamo mai smesso di crederci e di provarci e questa volta è accaduto che il rispetto per i diritti umani ci ha spinto a manifestare, a formalizzare richieste, a parlare con gli amici e le parenti di quanto accadeva e ha funzionato. E questo ci ha reso persone migliori.

Patrick Zaky è stato arrestato il 7 febbraio 2020 al Cairo dai servizi segreti egiziani dopo una breve vacanza dagli studi bolognesi. Patrick è stato sequestrato per 24 ore (le peggiori dirà) e poi interrogato, minacciato, picchiato e torturato, sottoposto ad elettroshock e poi trasferito in un carcere riservato ai prigionieri politici e detenuto fino all’8 dicembre 2021 con l’accusa di “aver pubblicato su Facebook false voci e false notizie che mirano a turbare la pace”. Così, se vi chiedete quante volte avreste potuto essere fermati per cose simili…

La scrittrice e attivista americana Alice Walker disse un tempo che «il motivo principale che spinge le persone a rinunciare al proprio potere è pensare di non averne alcuno». Aver parlato di Zaky averne chiesto la liberazione, aver manifestato a suo favore pur se in periodo ancora pandemico, aver chiesto la libertà per lui e per i tanti e le tante che come lui subiscono la violazione del cuore stesso del rapporto con lo Stato, la difesa dei diritti umani, persino l’aver temuto che a lui accadesse quanto accadde a Giulio Regeni, ecco tutto questo ha dimostrato che il peggior incubo che possa capitarci come cittadini di un paese libero è quello di  diventare silenziosi sulle cose che contano.

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nov 202020
 
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La mattina del 7 febbraio 2020 agenti dell’Agenzia di sicurezza nazionale egiziana hanno arrestato Patrick George Zaki, in attesa di indagini per accuse tra cui figuravano “diffusione di notizie false”, “incitamento alla protesta” e “istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”. Da allora il ventisettenne, che in Italia frequentava un master dell’Università degli Studi di Bologna, è detenuto preventivamente nel carcere di carcere di Tora al Cairo.

Da giovedì mattina uno striscione che inneggia alla scarcerazione del giovane egiziano, realizzato in collaborazione con la sezione fidentina di Amnesty International, campeggia da uno dei balconi degli Ex Licei che si affacciano su piazza Matteotti.

L’iniziativa rappresenta il primo degli impegni assunti dal Consiglio Comunale di Fidenza che nel corso della seduta del 10 settembre 2020 ha approvato l’ordine del giorno presentato dal consigliere Marco Gallicani già a partire dal 17 febbraio con l’obiettivo di alzare l’attenzione della nostra Comunità sui diritti negati di Patrick Zaki e invitare il Sindaco a entrare in contatto con tutte le sedi opportune, non ultima l’ambasciata Egiziana
a Roma.

“A nome di Amnesty gruppo di Fidenza ma anche di tutta la sezione italiana – ha spiegato Nelly Bocchi - io ringrazio il Comune di Fidenza per questo striscione che è stato apposto
in un luogo di cultura e vi ringrazio con le parole della sorella di Zaki: “Grazie per tutto quanto che state facendo, voglio dirvi che Patrik ha bisogno di tutto il vostro sostegno per tornare libero. Continuate a condividere informazioni e ad aiutarlo in modo che possa uscire dal carcere e tornare a seguire il suo Master”. Questo striscione ricorda a tutti che la cosa da mettere al primo posto è il rispetto dei diritti umani per tutti e per tutte”.

Per Maria Pia Bariggi, assessore alla Cultura, “Zaki è stato messo in prigione con accuse per le quali ad oggi non sono state esibite prove di alcun tipo. Per lui e per tutti coloro che combattono per una democrazia p partecipata e rispettosa dei diritti di ciascuno il Comune di Fidenza ha scelto di esporsi con questo manifesto”.

“Parliamo di Zaki – ha concluso il consigliere Marco Gallicani – per parlare di tutte le vittime di una deformazione del contratto non scritto che sta alla base della nostra convivenza, e cioè che l'autorità serve per proteggere e non per sottomettere. Non è evidentemente un problema soltanto di Patrik e quindi parliamo di lui per parlare in realtà di noi e di come noi interpretiamo questo contratto, con responsabilità, con tutta la
capacità che abbiamo di dare contenuto alle parole della Costituzione. Quindi in ultima analisi parliamo di diritti ma anche per parlare di doveri”.