feb 072015
 
neve enel blackout

“Il Comune di Fidenza estende l’attività di soccorso organizzata per la scorsa notte, garantendo il trasferimento delle persone in difficoltà in albergo per tutto il tempo necessario fino al ripristino dell’energia elettrica. La notte scorsa circa 600 utenze di Fidenza sono rimaste senza corrente elettrica. Enel continua a lavorare per riportare l’energia dopo 30 ore di black out che ha colpito 9.000 utenze in tutta la provincia di Parma, 20.000 nel reggiano e via crescendo fino al bolognese. Enel confida di ripristinare tutto entro sera, almeno nella grande maggioranza delle zone interessate dalla mancanza di energia”.

Lo rende noto il sindaco di Fidenza, Andrea Massari, chiedendo anche oggi ai media e ai cittadini – utilizzando la comunicazione istituzionale e la sua pagina facebook – di diffondere la notizia affinché siano segnalati casi rimasti isolati e in stato di bisogno (famiglie, bambini, anziani, malati, disabili, ecc.) a causa del black out che è perdurato per buona parte del giorno e per tutta la notte in alcune frazioni di Fidenza e in tutta la fascia collinare.

Per attivare i soccorsi e il trasferimento in albergo, il primo cittadino invita a contattare la centrale operativa della Polizia Municipale (0524.205011) oppure il numero verde 800.451 451.

All’appello lanciato ieri sera dal Sindaco per mappare i casi più critici o le zone sparse ancora al buio, hanno risposto tantissimi fidentini, anche sui social con commenti e condivisioni, che hanno favorito la diffusione dei numeri da chiamare in caso di necessità.

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gen 272015
 
consigliodivittorio

[La frase non è nostra, ma del fondatore di Twitter Jack Dorsey, che una qualche opinione allarmata sulla deriva dell’immediatezza dei social network può autorevolmente esprimerla.]

Mercoledì 21 c’è stato il Consiglio Comunale straordinario sul fallimento della Coop DiVittorio. Il Partito Democratico ha sostenuto una posizione molto netta che proviamo a riassumere nonostante molti di voi abbiano magari già visto l’intero Consiglio in streaming (se no qui trovate i video) o comunque ne abbiano letto in millemila posti.

Abbiamo presentato un Ordine del Giorno (lo scaricate a questo link) che chiedeva alla minoranza di unirsi in una dichiarazione d’intenti capace di coordinare gli sforzi per il futuro dei soci e dei coinvolti nel fallimento. Inutilmente, perchè all’opposizione – che ha vissuto il Consiglio come una straordinaria opportunità per coprirci di fango – non interessava altro che rivendicare vicinanza e collateralismi del passato. L’ordine del giorno è stato approvato.

Negli interventi abbiamo preso tre definite posizioni, tutte molto legate alla sostanza del problema, che è gravissimo, molto tecnico e non certo relegabile al breve periodo di un comunicato stampa e non meriterebbe questo snervante teatrino:

- la cooperazione di abitazione ha una storia nobilissima e quando ci “accusano” di esserne stati fiancheggiatori noi rispondiamo che l’abbiamo fatto con orgoglio e che lo rifaremmo. E’ stato un movimento sociale e politico che ha gestito in moltissime regioni e positivamente il problema della casa per le fasce deboli di questo paese e lo ha fatto dando loro la dignità dei soci. Vale lo stesso per la cooperazione e i suoi strumenti che ogni giorno, in uno stillicidio veramente nauseante subiscono attacchi ignoranti (non sanno di cosa parlano, non l’hanno mai frequentata) da parte dei principali esponenti dell’opposizione cittadina. Chi sarà chiamato a rispondere di eventuali atteggiamenti legati a quel che dice la sentenza ne risponderà anche di fronte a questa storia. Noi faremo tutto il possibile perchè chi ha sbagliato paghi il suo, senza cercare capri espiatori o imbastire tribunali paralleli, ne tantomeno intervenendo nel lavoro della magistratura [ne ha parlato soprattutto Marco nel pezzo che potete scaricare cliccando qui]

 - il partito (e quindi l’amministrazione che ne è espressione) ha provato in tutti i modi a dare un contributo affinchè le due emergenze più gravi – il diritto alla casa e il risparmio dei soci prestatori – fossero messe in sicurezza. Sul primo abbiamo avuto ottime e positive risposte grazie al lavoro dei Sindaci (e della Legge che li sostiene), mentre sul secondo lavoreremo con tutte le nostre forze, lo abbiamo scritto pure sulla stampa. Non esiste alcuna maggiore vicinanza degli assegnatari della indivisa rispetto ai prestatori. [l’intervento di Davide Rastelli lo trovate cliccando qui]

- continuare ad insultare chiunque provi a dare un contributo come membro del centrosinistra in maggioranza a Fidenza è sbagliato e inutile. Sbagliato perchè vale per il dibattito pubblico quel che nella teoria sociale viene definita “teoria della finestra rotta” per cui un singolo – magari non espertissimo di leggi e codici – che vede che i principali esponenti dell’opposizione politica cittadina insultano quotidianamente il segretario del Pd o il consigliere delegato alla tal cosa, si sentirà in potere di fare altrettanto e con tutti quelli che faranno lo stesso avremo un imbarbarimento del dialogo politico che nuocerà a tutti e che offenderà Fidenza e i fidentini.  Inutile perchè in Consiglio abbiamo la maggioranza e questa è una cosa che la minoranza dovrebbe prima o poi accettare, perchè presentare OdG alternativi che sfiduciano il Sindaco “senza se e senza ma” non è una buona via per la collaborazione [l’intervento di Franco Amigoni sul tema è scaricabile qui].

Sono tempi bui: il complottismo da sbarco, il gossip morboso, la malafede, la superficialità e, nel migliore dei casi, il nichilismo, sono segnali della disperazione che ne deriva. Forse bisognerebbe provare a migliorare il clima anzichè giocare a peggiorarlo.

gen 142015
 
di-vittorio

Dopo la sentenza di fallimento della Di Vittorio il PD si è preso un momento di silenzio e riflessione, perché ci sono momenti nei quali tacere significa riprendere fiato, cercare le parole giuste, riflettere prima di esprimersi e non abbandonarsi alla moda dell’esternazione fine a se stessa. Ora, sull’intera vicenda, offriamo alla pubblica riflessione cinque ragionamenti chiari ed operativi.

Prima di tutto, rispetto per la storia della cooperazione di abitazione e per la Di Vittorio: se sul territorio è stato garantito il diritto alla casa a centinaia di famiglie con meno protezioni sociali, si può solo parlare di conquiste. Conquiste garantite anche da istituti come il prestito sociale. La storia della Di Vittorio è fatta soprattutto di progetti che si sono ispirati ai valori sani della cooperazione che in certa parte sono analoghi a quelli del centrosinistra. Chiedete ad uno dei 900 circa che abitano in un alloggio di edilizia residenziale convenzionata. Quindi scrivere che la “cooperazione è un fenomeno degenerativo di come fare impresa […]” è offensivo e antistorico. Il tentativo dell’opposizione è chiaro: sfruttare la paura per fare cassa elettorale. Ci han provato anche in campagna elettorale, senza molto successo. Perché i fidentini sanno che la degenerazione post 2008 è una storia a se, ispirata a ben altre circostanze, lo dice la sentenza. Sostenere che il Pd sia coinvolto in questa fase è puro delirio e chi lo sostiene andando oltre l’opinione e facendo illazioni, lo ricordiamo, se ne assumerà la responsabilità.

Per questo scriviamo molto chiaramente che chi ha sbagliato deve pagare. Sono state pubblicate una relazione commissariale prima e una sentenza poi, che descrivono minuziosamente le azioni di una cooperativa che dopo il 2008 ha scelto di non correre ai ripari ma – anzi – di farsi gruppo, di far galoppare i debiti con formule apertamente descritte come “penalmente rilevanti”. Vedremo se si aprirà un processo. Possiamo solo dire che siamo e saremo sempre al fianco della Magistratura e delle sue azioni, chiedendo con tutti gli strumenti politici e di legge permessi che chiunque ha sbagliato sia chiamato a rispondere.

Quanto a noi stiamo lavorando sul futuro, che è il terreno culturale sul quale ci sentiamo più portati. Due sono i diritti da far valere: il diritto alla casa per tutti coloro che abitano negli alloggi della proprietà indivisa – già blindato dai Sindaci e confermato l’8 gennaio scorso dai due Curatori - e il diritto dei soci prestatori al rimborso (almeno parziale) del capitale investito. Al momento è l’aspetto su cui urge una soluzione soddisfacente e il Pd di Fidenza ritiene che la Regione Emilia-Romagna debba promuovere rapidamente un momento con tutto il mondo cooperativo per trovare una soluzione al problema. Ecco perché stiamo costruendo una serie di incontri con i consiglieri regionali eletti a Parma e altre iniziative di cui daremo di volta in volta notizia.

Per questo esprimiamo il nostro supporto totale all’iniziativa del Sindaco di Fidenza e di tutti gli altri sei Sindaci che, senza distinzioni di parte politica, stanno lavorando per promuovere legalità, trasparenza e tutele.

dic 192014
 
SBLOCCA FUTURO

Lo Sblocca Italia è stato tra le cose che ho studiato in maniera più approfondita negli ultimi mesi. E’ una Legge che pur tenendo sullo sfondo alcune intenzioni acceleratrici e riformiste, può essere molto migliorata. ci han provato in tanti, ma alla fine l’opzione fiduciaria ha fermato un percorso che invece poteva e doveva continuare. E a cui vorremmo contribuire

Il mio mestiere mi mette quotidianamente in contatto con moltissimi di quei comitati che negli ultimi mesi hanno prodotto un’analisi critica della legge; non stiamo parlando di quelli che per apatia certi resoconti definiscono Gruppi Nimby (un calderone dove vengono spinti tutti, sia quelli che sull’ambiente giocano per costruire fortune politiche con promesse che restano disattese, sia quelli che, dati Ocse alla mano, hanno fatto intravedere al Paese un futuro prossimo possibile) ma della totalità delle associazioni ambientaliste, del coordinamento Salviamo il Paesaggio, del Fondo Ambiente Italiano e di molte altre realtà del terzo settore italiano.

L’ho quindi detto con la dovuta forza in Consiglio Comunale (guardate il video se avete 10 minuti, è quello del 17 dicembre): sono convinto che lo Sblocca Italia sia una legge su cui ci sia ancora tanto lavoro da fare in sede parlamentare, seguendo meno la strada dell’emergenza e più quella dell’ascolto del territorio per risolvere le sue emergenze. Un ascolto necessario – ad esempio – per elevare a modello nazionale chi realizza politiche virtuose sui rifiuti, sull’acqua e sull’energia – come succede anche a Fidenza – e per irrobustire ulteriormente i passaggi positivi contenuti nella legge. Passaggi che ci sono e che anche io, che nutro personalmente un atteggiamento più guardingo sullo Sblocca Italia, vedo.

Parlo delle misure fiscali dell’art.17 che favoriscono il recupero del patrimonio edilizio esistente e disincentivano il consumo di suolo, che è una delle sfide più grandi di questo Paese, come sono lì a ricordarci i fatti delle tragiche alluvioni degli ultimi mesi. Consumo di suolo a saldo zero e stop al cemento che sono i pilastri della nuova stagione urbanistica che ci siamo impegnati a realizzare prima di tutto a Fidenza e sulla quale avremo modo di confrontarci serenamente quando il prossimo anno arriverà su questi banchi il Psc, che noi intendiamo come motore di rilancio non solo di Fidenza ma di tutta l’area vasta verdiana.

Parlo, ancora, delle attività di bonifica dell’amianto in alcune zone del nord. Settore, questo delle bonifiche, nel quale Fidenza si è imposta come modello, diventando il primo dei 57 super siti inquinati – si chiamano Sin, siti di interesse nazionale – ad avviarsi alla conclusione di una complessa rete di interventi su quattro aree devastate. Ecco, nello Sblocca Italia manca l’ispirazione a storie come la nostra, che hanno messo a nudo, in materia di bonifiche, la fragilità di un impianto che nei decenni scorsi ha spalmato risorse a pioggia dal Friuli alla Sicilia, senza preoccuparsi di chiedere in cambio proprio quello che ha garantito Fidenza: un progetto chiaro con un obiettivo chiaro: ripulire, risanare e creare sulle aree riconquistate al vivere civile nuove opportunità di impresa e di occupazione a basso impatto ambientale.

Appunto, prima parlavo di tanto lavoro da fare su questo Sblocca Italia. Mi riferisco al lavoro prima di tutto in sede parlamentare, per il quale il Pd di Fidenza chiederà ai parlamentari eletti nella nostra circoscrizione un impegno vero, di vigilanza, articolato e soprattutto capace di parlare alle nostre comunità, per contribuire a rimettere al centro i modelli virtuosi cui accennavo in precedenza. In questo senso, sì, credo che lo Sblocca Italia possa essere ulteriormente messo a fuoco, amplificando le migliorie che da molti deputati e senatori sono già state apportate.

Ma non è approvando la mozione presentata (nel solito modo violento, come fosse una clava contro la maggioranza) dal M5S che lavoreremo a favore del miglioramento della Legge e a tutela dei territori a cui la Legge impone scelte dall’alto.

Ci è stato chiesto chiedete di discutere di trivelle, ma si salta a piè pari un argomento ben più strategico come lo straordinario tema dei rifiuti e della loro riduzione, di chi dovrà gestire i servizi di raccolta e di smaltimento. L’articolo 35, ad esempio, deve aprirsi a tutte quelle azioni che a Fidenza stiamo portando avanti con coraggio da anni e che possiamo ulteriormente migliorare perchè strategie per un drastico contenimento della quantità indifferenziata dei rifiuti non sono più procrastinabili e possono mettere in discussione il sistema degli inceneritori molto più in profondità rispetto ad una mozione.

Queste e altre sono le partite importanti su cui novellare lo Sblocca Italia in sede parlamentare con tutti gli strumenti del caso, portando a Roma il contributo dell’Anci e dei Sindaci, i primi ad avere tutto l’interesse affinché le Regioni – a cominciare dall’Emilia Romagna – vengano valorizzate e riconsiderate, nel pieno rispetto del valore federalista che tutti noi del Pd vediamo come prioritario. E se di Regioni parliamo, trovo vitale che su alcuni grandi obiettivi di sviluppo il nostro presidente e i suoi colleghi debbano essere la cinghia di trasmissione tra i bisogni – talvolta disperati in alcune parti d’Italia – delle Comunità Locali e gli obiettivi governativi.

Votando la mozione – che è un testo scritto e depositato, non un’intenzione o un sentimento, ed è importante considerarlo quando si chiede un voto, perchè siamo pur sempre in un’istituzione democratica e noi siamo responsabili di quello che votiamo – non aiuteremmo nemmeno un percorso (quello del ricorso in Corte Costituzionale) che pure è già avviato. Il Comune di Fidenza non può impegnare il Presidente della Regione a fare alcunchè: può suggerire, consigliare, fare pressioni, prendere posizioni, ma allora lo fa con un Ordine del Giorno (nel caso) o con incontri coi cittadini e le associazioni (molto meglio).

E’ stato chiesto (sempre il video lo certifica) al M5S di rivedere il testo o la natura della sua iniziativa in Consiglio, ma non c’è stato verso, probabilmente per via di quella natura un po’ spettacolare che hanno le discussioni fatte in aula dove sembra siano tutti molto più impegnati nella tattica che nella strategia, nemmeno fossimo scacchisti. E forse perchè per il M5S noi siamo solo (testuali parole) ”membri di un gruppo affaristico massonico che specula sulla vita delle persone”.

Mi interessa il reale cambiamento, non la medaglietta per la giacca. La mozione gettata in Aula e blindata dalle modifiche non assomiglia ad un’azione ficcante. Perchè chiede di fare una cosa che non possiamo fare e soprattutto perchè tiene all’interno del palazzo un dibattito che invece andrebbe portato fuori, nelle piazze e nei teatri, nelle televisioni e alla radio. Questo intendiamo fare costruendo quella partecipazione che non potrà che essere indispensabile per fare ripartire l’Italia.

nov 242014
 
women rights - diritti per le donne

Martedì 25 novembre Fidenza celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne con un Consiglio comunale straordinario per annunciare alla città la propria adesione al Protocollo d’intesa Anci Dire (Donne in rete contro la violenza).

Alle ore 18.00 nella Sala del consiglio del palazzo municipale, dopo l’introduzione del presidente del Consiglio comunale, Amedeo Tosi, e il saluto del sindaco, Andrea Massari, l’assessora al Welfare, Alessia Frangipane, illustreràl’adesione del Comune di Fidenza al Protocollo Anci Dire, con il quale i Comuni italiani si impegnano a promuovere e sviluppare azioni per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne, per proteggere e tutelare le donne vittime di violenza, a elaborare risposte efficaci al fenomeno. Samuela Frigeri, presidente del Centro antiviolenza di Parma, illustrerà poi i dati del fenomeno sul nostro territorio e le azioni messe in campo per contrastarlo.

«La violenza maschile contro le donne è un fenomeno diffuso e crescente che non può essere ignorato. Fidenza aderisce alla Campagna del Fiocco bianco. Nel corso del Consiglio comunale sarà consegnato a tutti gli uomini presenti un nastro bianco: un simbolo indossato da coloro che si impegnano a non commettere mai violenza contro le donne e a non rimanere in silenzio di fronte a questo fenomeno», commenta il presidente del consiglio comunale,Amedeo Tosi.

«La violenza maschile contro le donne è un problema culturale e ogni Istituzione deve contribuire mettendo in atto tutte le azioni possibili per contrastarla, per dare un aiuto concreto e soprattutto fare prevenzione. Le donne che subiscono la violenza maschile non devono essere lasciate sole, hanno bisogno del nostro aiuto. Fidenza ha già attivato azioni a loro tutela; la seduta straordinaria del Consiglio rappresenta un’assunzione di responsabilità da parte del Consiglio comunale e dell’Amministrazione», spiega l’assessora Alessia Frangipane.

nov 192014
 
Stefano Bonaccini

Domenica prossima si vota per le Elezioni Regionali, in un clima di scarsa attenzione e grande disaffezione. Non è il caso ora di decostruire o contestare queste sensazioni che sono in parte legittime, forse anche giustificate e, comunque, tutte figlie di un clima che la politica per prima non ha saputo affrontare.

Anche noi del PD Fidenza, nel nostro piccolo, stiamo lavorando per recuperare la stima e la collaborazione dei cittadini, per rigenerare la politica dal basso in modo che persone comuni e giovani possano riappassionarsi alla gestione della cosa pubblica.

Ma se abbiamo speso gran parte della campagna elettorale per Fidenza ribadendo che il nostro territorio – e i cittadini che lo abitano – meritavano un salto verso il futuro e l’innovazione, ecco, allora, non possiamo non ricordare ai nostri elettori e a tutti i cittadini che molte delle questioni che abbiamo affrontato e che stiamo per affrontare dipendono dalla Regione.

È infatti dall’attività del Governatore e dall’Assemblea Legislativa che dipenderanno, per citare solo alcuni dei temi cruciali, il futuro dell’Ospedale di Vaio, le dotazioni ai servizi sociali, la tutela e la valorizzazione del lavoro soprattutto nella sua dimensione globalizzata.

E poi della qualità della ricerca scientifica e della formazione diffusa, dell’innovazione energetica, degli incentivi alla rete dei trasporti locali, dell’efficacia della macchina amministrativa, della difesa del territorio, delle scommesse da vincere con l’agricoltura biologica e l’economia alternativa.

Quanto pesi la partnership territori-Regione lo abbiamo toccato con mano a Fidenza, portando a casa i fondi mancanti per la bonifica della ex Cip-Carbochimica.

L’Emilia Romagna è una terra meravigliosa, è facile amarla per quanto sia ospitale e moderna, ricca di saperi ed eccellenze, abituata a standard di qualità della vita pubblicale che altri semplicemente si sognano.

Ma non basta: alla buona politica non basta mai il miglioramento. E noi Democratici non possiamo e non vogliamo sentirci appagati, ma ci piace ambire ad obiettivi sempre più ambiziosi e sempre più sfidanti.

Per questo voteremo come presidente Stefano Bonaccini, perché con lui e con il dialogo che ha saputo tenere vivo – anche in occasione delle nostre ultime primarie locali – sappiamo che potremo costruire un’area vasta che ci tuteli come zona e ci proietti verso l’integrazione europea. Uno scenario di crescita ben diverso dall’isolamento localistico che non solo non ci appartiene, ma che sarebbe il danno più grave inferto alla nostra terra.

nov 182014
 
è un'attività di aiuto e di sostegno messa in atto da soggetti privati, generalmente in modo gratuito, per varie ragioni che possono essere di solidarietà, di giustizia sociale, di altruismo, filantropia o di qualsiasi altra natura. Il volontariato può essere operato individualmente o in associazioni organizzate.

Sono nati ierisera ufficialmente i Lunedì della Garibaldi, intesa come piazza. Che è il centro della città, e quindi ne rappresenta il cuore.

Sono incontri periodici di tutta la maggioranza che governa o sostiene il governo di Fidenza. Sono incontri importanti perchè non coinvolgono un singolo partito, ma tutto un pezzo della città che ha saputo meritare la fiducia dei cittadini, la scorsa primavera. Servono per tenere ben saldo il timone di fronte alle emergenze e alle necessità dell’amministrazione quotidiana.

Si discute di tutto quello che stiamo facendo e di quello che vorremmo fare. Ci sono la segreteria del partito, il gruppo consiliare e la giunta. E il Sindaco, ovviamente. Ieri sera ad esempio abbiamo parlato del prossimo Consiglio sul tema della violenza contro le donne, abbiamo discusso delle prossime scadenze e delle imminenti elezioni regionali.

Ma sono incontri importanti anche per tutti voi che potrete interagire con le persone che si riuniscono tutti i Lunedì sera con domande, questioni che vi stanno a cuore o semplicemente commenti a qualcosa che è successo, o che non è successo.

Perchè avevamo promesso che avremmo riportato la partecipazione di tutti al centro della cosa di tutti (la repubblica, ricordate il 2 giugno?) ed ogni impegno è una promessa.

Scrivete a segreteria.pdfidenza [@] gmail.com e ricordatevi di mettere nel messaggio che è un tema per i #lunedìdellagaribaldi

nov 052014
 
La traccia 2

Alcuni ragazzi attivi nelle zone delle Terre Verdiane si sono inventati una nuova e notevolissima iniziativa editoriale. Se volete ricevere i prossimi numeri non dovete fare altro che scrivere il vostro Nome e Cognome a latraccia.rassegna [@] gmail.com
Questa è l’introduzione al numero 2

Non c’è chi non veda che questo è un periodo di transizione. Ora più che mai, i già avanzati processi di globalizzazione calano la maschera e mostrano, insieme agli occhi penetranti ed agli affascinanti tratti esotici di quelle realtà che prima non avremmo potuto conoscere, con tutti i vantaggi e le bellezze che portano, anche i denti dei due miliardi di esseri umani che attraverso i medesimi canali hanno visto il nostro stile di vita e, di quella vita, ora vogliono un pezzo.

Vogliono mangiare, con quei denti. E sfido chiunque a dire che non è un loro diritto. Ciò che cambia, per noi, sono gli equilibri ed i paradigmi di quello che, come ci ricorda la Costituzione più bella del mondo, è il principio fondante e fondamentale della nostra repubblica, il lavoro: più lavoratori vuol dire più offerta ma non più domanda, quindi minor costo, del lavoro.

Dobbiamo essere consapevoli dei cambiamenti del mondo e dei conseguenti slittamenti delle faglie di conflitto ideologico: non è vero che non esistono più destra e sinistra, semplicemente queste non sono più quelle di una volta, e questo spesso ci confonde. Proprio di questo si sta discutendo in queste settimane, con toni sempre più accesi: sotto il simbolo della lotta ideologica contro o per l’Articolo 18, due modelli di sinistra, quella tradizionale e quella della “terza via”, si scontra no in un vortice di attacchi e contrattacchi che porteranno ad una sintesi, dolorosa sì, ma necessaria, di quello che sarà il nuovo schieramento del moderno centrosinistra italiano.

Non basta certo un trafiletto di trecento parole a spiegare questa situazione, che è il riflesso di un mondo che cambia. Non basta neppure a giustificare (nemmeno con la semplicistica teoria dei giochi) lo spostamento al centro del Pd di Renzi. Non ne ha la presunzione. Basta solo ad augurarvi buona lettura, sperando di aver stuzzicato la vostra curiosità.

ott 072014
 
Alberto_Manzi_-_Non_è_mai_troppo_tardi

Un Consiglio Comunale che può durare 2 ore e invece ne è dura 5 mostra tutti i limiti di un sistema di governo locale sostanzialmente da ripensare. I criteri di efficacia ed efficienza che regolano le vite fuori dal Comune devono necessariamente avere un valore anche dentro perchè chi vi siede deve poter anche solo lontanamente rispondere alle reali esigenze dei cittadini.

Tra le tante perle ne segnaliamo alcune che vanno oltre la caricatura;
Si perchè ci sono affermazioni che si possono fare e altre che proprio non si possono fare, specie se si è eletti in un Consiglio Comunale di una Repubblica che nasce dalle ceneri di un periodo come quello del ventennio. Un consigliere comunale non può affermare, tra il serio ed il faceto, che una Legge “è buona perchè è stata approvata sotto il duce”. Non può. Se lo pensa è un problema suo e dei suoi elettori – che prima o poi lo capiranno che il fascismo non ha avuto nessuna conseguenza positiva sulla società italiana – ma se lo dice in pubblico è un problema delle istituzioni che quel periodo hanno combattuto.

Così come non si può affermare in pubblico – a sostegno della richiesta di cittadinanza onoraria (!!!) a favore dei due Marò implicati nella crisi dell’Enrika Lexie del 2014 – che “purtroppo sono capitate che delle persone sono morte”. O affermare che i militari erano li per adempiere ad una “consegna ufficiale” quando invece stavano difendendo i beni e gli interessi di un cargo privato con attrezzatura militare italiana, secondo una disposizione geniale del già ministro La Russa, che l’Italia condivide con colossi della democrazia come Panama Liberia e Isole Marshall.

Qualcuno deve pur prendersi la briga di sottolineare che il ruolo che si esercita in Consiglio Comunale non è stato affidato a quelle 16 persone perchè ci si divertissero, ma perchè rappresentassero tutti i cittadini e perchè lo facessero impegnandosi al massimo sia nello studio (anche della lingua italiana, che è un patrimonio come la bandiera, sino a prova contraria, perchè serve per farsi capire da tutti) che nella partecipazione ad un processo. E non ha senso, non lo farebbe nessuno fuori da quell’Aula, che si spendano 5 ore di una sera per giocare a rimpiattino su argomenti che non si conoscono (perchè ad un certo punto tocca alla maggioranza sottolineare che fra Severino si chiamava Riccardo o che in Italia esiste una Legge che “vieta” di intitolare vie a persone decedute da meno di 10 anni) o dei quali si crede di avere un’affinità solo strumentale, di propaganda.

Perchè altrimenti è come dire: cari cittadini, noi non siamo in grado di pensare al futuro dei nostri figli e nipoti, al lavoro, alla sfida che il mondo ci lancia, ma quanto a toponomastica non ci batte nessuno.

ott 032014
 
lista-civica-carnevale-vincino-google

di Franco Amigoni (consigliere comunale indipendente)

Oggi vi vorrei somministrare la mia personalissima definizione di “civico”…
“Civico”, nell’accezione politica del termine in Italia e a Fidenza, è colei/colui che pensa di essere portatore di una verità rivelata e assoluta. Tendenzialmente guarda dall’alto in basso i cosiddetti “politici non civici”, pensando di essere in qualche modo l’evoluzione della specie, tipo homo sapiens che deve ancora perdere tempo con i neanderthal.

E’ classica nel “civico” una forte consapevolezza del proprio ego, unita ad una amnesia pressochè totale per le proprie origini politiche e per gli errori commessi in precedenza da lui o da chi lo ha “prodotto”.

Sentirsi “civici” è anche una forma di ossimoro del terzo millennio: il “civico” tendenzialmente offende, generando appunto l’ossimoro detto del “civico offensivo”. Ci sono comunque delle sfumature importanti: esistono il “civico” fannullone, che vorrebbe essere eletto per poi far fare tutto ai cittadini, e il “civico” imprenditore, che si sente un pò come la quarantamilionesima parte del meridiano terrestre, misurato tra Dunkerque e Barcellona, cui fu dato il nome di metro. Cioè si sente il metro campione, che dal 1799 fu depositato al Conservatoire des Arts et Métiers di Parigi.

Sovente il Civico ha alle spalle una storia politica complessa e articolata, che lo ha visto indossare decine di casacche diverse, sino ad approdare alla perfezione che gli è propria e a sventolare patti di ferro con movimenti impresentabili, purchè siano stranieri e poco noti, oppure con Giovanardi.

Buona giornata, e buon ottobre fidentino a tutti!!! (anche ai “civici”)