giu 072016
 
of festival 2016

di Franco Amigoni

Ho seguito il Festival Of4 e ho anche brevemente partecipato ad uno degli appuntamenti previsti nel cartellone.
Nei giorni seguenti sono state numerose le prese di posizione pro e contro il Festival, basate essenzialmente sul riscontro di cassa dei negozianti locali da un lato, degli operatori dello street food dall’altro, sul riscontro di pubblico dall’altro ancora.

Ho anche intravisto, molto da lontano, che qualcuno ha provato a risuscitare l’evento 2012 dei Subsonica in Piazza Garibaldi come un evento riuscito.

Riuscito in sostanza perchè non avrebbe fatto “perdere” soldi all’Amministrazione, perchè per il resto non pare abbia lasciato una traccia duratura nella memoria dei fidentini.
Queste poche note fanno emergere a mio avviso due elementi, uno micro, di misurazione del successo o insuccesso di una iniziativa, e uno macro, di senso dell’iniziativa stessa all’interno dell’ecosistema culturale di un luogo.

Il tema della misurazione presenta molte sfaccettature, proviamo ad evidenziarne alcune:
1. c’è il numero dei frequentatori. Le stime fatte dal Comune indicano in circa 36mila le persone presenti nel corso dei tre giorni del festival. Sono pochi? sono tanti? Se li dividiamo per 365 giorni di un anno, la loro incidenza in termini di “residenti equivalenti” è pari a circa 100 persone.
Non vado oltre, ma questo per dire che raramente sinora il “format” del festival è riuscito a incidere profondamente sull’economia urbana, nelle città italiane. Se invece dividiamo i 57mila euro spesi per 36mila presenze, otteniamo un costo/presenza di 1,58 euro. Non parliamo poi del caso “subsonica”. Con 1100 paganti,e un centinaio di biglietti venduti a Fidentini, a fronte di 88mila euro di spese, il costo/presenza (non entro qui nel merito delle sponsorizzazioni e dei costi reali per il Comune, ci penseranno altri eventualmente) è stato pari a 80 euro tondi tondi per presenza. C’è da farsi venire i capelli ricci (per chi li ha). Penso che un costo/presenza di 80 euro possa essere annoverato tra i peggiori nella storia dei festival mondiali, e il fatto che una parte della somma sia stata sostenuta da privati non riduce le dimensioni del fallimento. Credo che se si fosse proposto a un migliaio di persone di recarsi in centro per ritirare 40 euro, si sarebbe speso la metà a parità di risultato (anzi, con maggiore soddisfazione dei “premiati”). Se le iniziative sono fatte per creare nuovi flussi in centro, la partita dei Subsonica è ingiocabile;

2. c’è l’attivazione dell’economia locale, che in questo caso è stata indiretta, nel senso che tutti gli operatori dello street food erano provenienti da fuori Fidenza e appartenevano ad un “format” che sta girando l’Italia, quello organizzato da Merenda Italiana. L’attivazione dell’economia locale è stata quindi indiretta, nel senso che una parte dei frequentatori del festival si è anche diretto presso i locali dell’area per acquistare o consumare, in misura difficilmente quantificabile. Su questo aspetto, tra le varie sperimentazioni effettuate negli scorsi due anni sul tema agro alimentare probabilmente a mio parere quella più interessante rispetto all’attivazione dell’economia locale è stata Borgo Food, l’insieme delle iniziative agro alimentari connesse alla Festa di San Donnino 2015. Ricordo fra le altre cose gli showcooking con cuochi borghigiani, che hanno riscosso grande successo. Penso che, pur perfezionabile, la strada sia quella. Merenda Italiana, sia pur molto interessante come iniziativa, in breve tempo ha già trasformato sè stessa in un “format distributivo omogeneizzato”, che può essere molto piacevole ma non esprime il genius loci. Sul “genius loci” dei Subsonica soprassiedo.

3. c’è la sedimentazione di un patrimonio immateriale di attività culturali, cui il festival poteva contribuire. Sotto questo aspetto il Festival Of4, cambiando totalmente volto nelle sue due edizioni, non ha a mio avviso centrato l’obiettivo nè nel 2015 nè nel 2016, e richiede un ulteriore ripensamento; per i Subsonica parlare di patrimonio immateriale forse è un pò forte, senza nulla togliere alla qualità della loro musica per chi la apprezza;

4. c’è un discorso di rete, che l’evento può innescare o far crescere. Rete con altre iniziative, con il sistema locale e sovralocale. Qui qualcosa il Festival ha forse lasciato, vedremo;

5. c’è un discorso di tema. I festival di grande successo in Italia sono sempre nati dal basso, da appassionati in grado di fare la differenza, senza imposizioni dall’alto. Mantova, Trento, Pordenone, Bra, Lucca sono soltanto alcuni esempi. Anche Fidenza ha fatto storia in questo senso, con l’ormai classico esempio del Festival di Lilliput, che ha fatto la differenza per alcune edizioni portando la nostra città al centro dell’attenzione nazionale rispetto a questo tipo di iniziative. Il Festival di successo ha comunque un tema forte (non quattro, di cui tre soltanto accennati), e lo valorizza al massimo.

La questione del tema ci conduce al secondo punto, quello macro, di senso dell’iniziativa stessa all’interno dell’ecosistema culturale di Fidenza.

La nostra città può esprimere oggi, e reggere nel tempo, un festival importante e di richiamo sovraregionale?
Ne vale davvero la pena anche nel 2016?

Ma soprattutto, quali sono le energie dal basso, che scaturiscono direttamente dal nostro territorio (e che c’erano per Lilliput), che possono fare la differenza con un occhio al genius loci e uno, strabicamente, al futuro?

Come spesso mi accade, concludo qui, con qualche buona domanda.

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mag 312016
 
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di Amedeo Tosi

Oggi il Consiglio Comunale di Fidenza celebra l’anniversario del primo voto da parte delle donne in Italia.

Un momento di riflessione e confronto molto importante, per il quale ringrazio i consiglieri di minoranza per averlo proposto, che ci vede tutti assieme riflettere sui diritti alle donne e sulla situazione presente oggi nel nostro paese anche grazie all’atteso intervento della dott.ssa Roberta Mori Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Emilia Romagna che ringrazio a nome di tutto il Consiglio Comunale e dell’Amministrazione per aver accettato il nostro invito ed essere qui.
Ringrazio poi il dott. Nino Manno e il Segretario per il supporto fornito nell’organizzare il Consiglio Comunale straordinario.

Il 10 marzo del 1946 si svolsero a Fidenza, come nel resto del paese, le elezioni amministrative e per la prima volta poterono sia votare che essere elette anche le nostre concittadine. Gli elettori erano 11.627 circa la metà donne. Un diritto, quello del voto, riconosciuto dalla Costituzione a tutti i cittadini, uomini e donne, maggiorenni consistente nella possibilità di partecipare alle elezioni. Se pensiamo al voto, 70 anni dopo, è chiaro come la nostra nazione sia entrata in una dimensione di vocazione civica ben lontana da quella presente nel marzo del 1946. Il problema non è più solo quello dei diritti ma quello dell’astensionismo crescente e della coscienza civica sempre più in difficoltà che dovrebbe invece portare tutti uomini e donne ad interessarsi ed occuparsi della città.

Tanto resta ancora da fare sulla parità effettiva dei diritti come ci dimostrano i numeri: solo il 51 per cento delle donne lavora, contro il 74 per cento degli uomini. Ma l’elemento chiave è la disparità salariale: un’italiana in media guadagna 0,47 centesimi per ogni euro guadagnato da un uomo. Solo per restare nel campo del lavoro trascurando tutti gli altri ad iniziare dalla famiglia.
E’ infatti soprattutto sulle spalle delle donne che pesa in modo sempre più gravoso la necessità di portare avanti la crescita dei figli, la gestione della casa e la propria attività lavorativa quando c’è. Per le giovani coppie arrivare a costruire una famiglia è sempre più difficile ed i tempi della vita si spostano in avanti con tutto quello che comporta sia nelle relazioni che nella società.

Una riflessione urgente sul ruolo della donna oggi e sull’effettiva parità dei diritti è inderogabile se vogliamo ancora parlare in futuro di una generazione di italiani visti i drammatici indici demografici oggi presenti.

«Stringiamo le schede come biglietti d’amore» scriveva Anna Garofalo nel suo libro edito da Laterza e pubblicato nel 1956 ricordando il giorno del voto. Sarebbe bello poter scrivere oggi: “vivo in uno Stato e in un Europa dove essere madre, donna e moglie o compagna è al centro delle azioni politiche e dell’attenzione sociale: il più alto segno di amore della nostra società”.

mag 312016
 
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di Alessandra Narseti

Credo che queste occasioni siano importanti per ricordare come i diritti, sia civili che politici, siano conquiste che richiedono battaglie, impegno e determinazione. Chi nasce con questi diritti, purtroppo, tende a dimenticarlo.

Sembra assurdo pensare che meno di un secolo fa una parte della stampa definisse le suffragiste come “cattive donne” e celebrità del tempo come Vittorio Gassman e Vittorio De Sica considerassero il diritto di voto alle donne come un “nemico della serenità domestica”. Ma questo non deve stupire se si considera che fino al 1956 in Italia vigeva lo ius corrigendi (cioè il potere correttivo del marito nei confronti della moglie che comprendeva la coazione fisica), ne era punito sì l’abuso, ma per abuso si intendeva un ricovero ospedaliero di almeno 20 giorni.
Se questo succedeva nella vita privata non dimentichiamo, per quanto riguarda l’attività lavorativa, che le donne non poterono accedere alla magistratura fino al 1963. L’assemblea costituente nel 1947, infatti, negò loro questo diritto, dopo un lungo dibattito dal quale emerse l’inidoneità della donna per la “difficile arte del giudicare”.

E’ questo il contesto nel quale le donne italiane iniziano a chiedere sempre più insistentemente di poter partecipare alla vita politica del paese. E sono proprio queste donne, a mio avviso troppo dimenticate, che mi piacerebbe in questa occasione ricordare. Ne cito una per tutte: Anna Maria Mozzoni, che fu una delle più grandi emancipazioniste italiane e fu, tra l’altro, autrice di diverse petizioni al Parlamento.
E’ curioso un fatto: nel 1925 proprio durante una discussione alla camera sulla estensione del diritto di voto alle donne, il deputato Giacomo Acerbo citò una sua petizione affermando però che fosse stata scritta “dal Mozzoni”, attribuendole così sesso maschile. Credo che questo sia molto significativo.

Ma quello che più di tutto mi preme ricordare è come al riconoscimento giuridico dei diritti corrispondano mutamenti, il più delle volte anche molto profondi, nelle vite delle persone. Questo valse anche per il riconoscimento del diritto di voto, negato per tanto tempo alle donne proprio per paura che portasse alla fine del loro assoggettamento nella sfera privata. Quello che successe nel ’46 fu quindi qualcosa di molto grande, perché permise alle donne di rompere quel guscio che le aveva ricoperte per anni.

Vorrei concludere il mio intervento, proprio, con la testimonianza di una partigiana, Marisa Ombra, che secondo me con le sue parole rese molto bene questa sensazione provata dalle donne che nel ’46 votarono per la prima volta, disse: “Per noi donne andare in guerra e imparare allo stesso tempo la politica è stata una sconvolgente scoperta. La scoperta che la vita era, poteva essere qualcosa che si svolgeva su orizzonti sempre più vasti di quelli fino ad allora conosciuti. Che esisteva un’altra dimensione del mondo. E’stato quindi un evento che ha modificato la nostra stessa idea di vita, è stato un prendere a pensare in grande”.

mag 272016
 
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In collaborazione con la Prefettura di Parma, il Comune di Fidenza ha dato vita ad un progetto importante che vede un gruppo di rifugiati impegnati in una serie di attività a vantaggio di tutta la comunità fidentina.
Si tratta di uno dei primissimi percorsi realizzati su tutto il territorio provinciale, ideato e seguito passo passo dai tecnici e dagli operai comunali.

Dopo gli interventi di riordino del magazzino comunale, è stato avviato il cantiere per riqualificare tutto il muro di cinta della scuola materna Battisti, posto nel cuore della città e da tempo lordato da scritte realizzate con le bombolette spray.

Un progetto che vede coinvolti volontariamente 15 rifugiati tra i 18 e i 30 anni di diverse nazionalità (tra le principali: Mali, Pakistan, Senegal, Bangladesh) ospitati nel comune di Salsomaggiore, dal duplice vantaggio: restituisce opere concrete ai cittadini di Fidenza e favorisce l’integrazione dei rifugiati e il loro apprendimento della lingua italiana e dei fondamentali legati al mondo del lavoro.

Il progetto ha raccolto il plauso del Prefetto Giuseppe Forlani, giunto a Fidenza per una verifica sul campo e per testimoniare l’impegno dell’Amministrazione comunale nei processi di inserimento dei rifugiati.
Accompagnato dal sindaco Andrea Massari e dall’assessore ai Lavori pubblici, Davide Malvisi, il Prefetto Forlani ha fatto visita al cantiere del Battisti, ricordando che “è giusto aiutare queste persone in modo intelligente, offrendo loro delle occasioni per favorire incontri professionali, sociali e culturali. Innanzi tutto, per avere un futuro nel nostro Paese, devono imparare l’italiano, poi devono acquisire competenze professionali per poter trovare un lavoro e diventare indipendenti. Questi progetti sono utilissimi e sono lieto che Fidenza si sia attivata in questo senso”.

“La Prefettura di Parma ha lavorato da subito con grande impegno alla gestione dell’emergenza profughi e rifugiati, chiamando alla collaborazione i Comuni del territorio, ognuno per le sue disponibilità e possibilità. In questo scenario, Fidenza è stata lieta di poter lanciare un progetto innovativo, che favorisce sia l’inserimento di questi ragazzi che una diversa percezione di loro in seno alla Comunità. Abbiamo trovato persone che hanno una gran voglia di fare e che si stanno dimostrando lavoratori scrupolosi. Credo anche che sia importante ringraziare tutti i dipendenti del Comune che hanno permesso la realizzazione di questa esperienza e ne stanno seguendo gli sviluppi”, ha spiegato il sindaco Andrea Massari.

“Il progetto prevede che per il tempo della loro permanenza sul territorio i rifugiati possano decidere di svolgere dei lavori socialmente utili. Questi ragazzi hanno aderito con entusiasmo e ci stanno aiutando in numerosi interventi, tra i quali il recupero e la messa a decoro dei muri di cinta del Battisti, che si presentavano in un forte stato di degrado. Abbiamo in programma altre opere che realizzeremo grazie al loro aiuto. Sono lavori utili alla comunità e credo che per i ragazzi sia gratificante. Gli operai e i tecnici del Comune che li seguono nel progetto e nei cantieri ci hanno riferito che sono bravi lavoratori con tanta voglia di imparare. Questo dimostra la validità dell’iniziativa”, ha concluso l’assessore ai Lavori pubblici, Davide Malvisi.

mag 092016
 
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Alessia Gruzza, oltre che amministratrice del Comune, è anche una figura di spicco del Pd fidentino e regionale.

La scelta che ha maturato ci sorprende e ci vede tutti uniti nell’esprimerle un sentito ringraziamento per il suo impegno al servizio della collettività. Certo, non possiamo non dirci profondamente stupiti circa il contesto tratteggiato da Alessia, che parla di pressioni politiche, minacce, atti diffamatori nei confronti suoi e della sua famiglia.

Il Partito Democratico di Fidenza esprime piena e fortissima solidarietà ad Alessia e ai suoi congiunti a prescindere da questa ricostruzione. A maggior ragione auspichiamo che sulle dichiarazioni che Alessia ha trasmesso alla stampa sia fatta la massima chiarezza, perché quanto segnala denota sistemi che non ci appartengono e non appartengono alla tradizione politica più vasta del centrosinistra in questo territorio.

Il Partito Democratico di Fidenza si confronta settimanalmente con tutti i suoi amministratori, nel segno di una condivisione piena degli obiettivi e di una dialettica civica e politica nuova, che dà voce ai contributi di idee, alle segnalazioni e alle soluzioni più efficaci, definendo una sintesi vivace e propositiva che ha sempre rappresentato tutti.

mag 082016
 
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“Abbiamo appreso con estrema e dolorosa sorpresa delle dimissioni appena formalizzate dal Vicesindaco Alessia Gruzza. Primariamente sentiamo il dovere di ringraziare Alessia per il lavoro che ha svolto in questi 23 mesi, spendendosi con tutta l’Amministrazione al servizio di un progetto di Comunità votato all’innovazione e alla rilancio di Fidenza. Sorpresa accentuata dal fatto che fra pochi giorni si terrà la seconda edizione del Festival Of4, fortemente voluto da Alessia e per il quale tutto il Comune è impegnato in uno sprint organizzativo e finanziario notevole”.

Così il Sindaco Andrea Massari, la Giunta e il Gruppo consiliare di maggioranza commentano le dimissioni irrevocabili protocollate dal Vicesindaco Alessia Gruzza, stamane, dopo un colloquio con cui la numero due dell’esecutivo ha informato il Sindaco. Colloquio nel quale il Sindaco ha rinnovato la sua fiducia, chiedendo ad Alessia Gruzza di prendersi tutto il tempo necessario per riflettere prima di assumere alcuna decisione.

“Alessia ha protocollato le sue dimissioni legandole a “motivi personali” – prosegue la nota – delineando con un successivo intervento a mezzo stampa, però, uno scenario che la avrebbe vista vittima di pressioni politiche, minacce, atti diffamatori. In questo momento la parola che vogliamo utilizzare è quella della solidarietà ad Alessia e alla sua famiglia, accompagnata dal vivo auspicio che si possa chiarire quanto ha segnalato e che vede Sindaco, Giunta e Gruppo consiliare

A maggior ragione, a fronte di chi si è affrettato ad evidenziare l’incompatibilità tra le storie personali e politiche che compongono la nostra squadra, evidenziamo con ferma serenità che l’impegno amministrativo è fatto di collaborazione e mediazione tra sensibilità e posizioni che possono e devono essere differenti. Collaborazione e mediazione che sono alla base di questa esperienza e che continueranno ad esserlo, al servizio di un progetto di buon governo che prosegue, anche riallacciandosi ai contributi che Alessia ha innestato nei settori rilevanti che fin qui ha seguito. Progetto per cui Alessia troverà sempre la porta aperta”.

apr 252016
 
resistenza

Grazie ad ognuna e ad ognuno di voi per aver scelto di abbracciare questa festa con la vostra presenza. Grazie perché essendo qua avete fatto una scelta forte di impegno civile ed è la scelta più bella per questa grande Festa popolare.

Popolare perché la Liberazione dalla dittatura è nata dalla più incredibile ed avvincente azione collettiva e solidale che questo nostro strano Paese abbia mai realizzato.

Collettiva e popolare, sì. Insieme siamo caduti nella sofferenza portata dal fascismo, insieme abbiamo resistito e ce ne siamo liberati, rialzando la testa, riconquistando il diritto di poterci chiamare democrazia e ricostruendo un Paese che era stato devastato, moralmente e materialmente. Pensiamo alle foto di Fidenza di quel periodo, alle lamiere contorte lungo lo scalo ferroviario, al centro violentato dalle bombe, pensiamo alle famiglie in lacrime e pensiamo a come è Fidenza oggi.

Libera e accogliente. In tutta la storia d’Italia non esiste una dichiarazione d’amore per la libertà e l’uguaglianza più forte di questa. La storia scritta con l’inchiostro della vita da quei ragazzi e da quelle ragazze che 71 anni fa misero un grande “noi” davanti all’egoismo, alla paura e agli interessi personali che erano stati l’anima del fascismo e del suo despota.

Per questo, chiedo a voi tutti un grande gesto d’affetto, facciamo arrivare un applauso dal profondo del cuore a quei ragazzi e a quelle ragazze, a quelli che sono qua e a quelli torturati, uccisi, deportati che non hanno potuto vedere la nascita della Repubblica per cui hanno dato la vita. Facciamo sentire la voce di Fidenza!

Facciamo sentire sempre più forte da oggi che la Repubblica che vogliamo:

● non è quella dei mafiosi che fanno propaganda sulla Tv di Stato
● non è quella di due generazioni cui si sta dicendo che devono rassegnarsi a lavorare fino a 75 anni senza avere nulla in cambio
● quella dei populisti di tutte le risme, fuori e dentro dai partiti, che vendono la balla del sono tutti uguali, puntando tutto sull’ignoranza.

Proprio perché non siamo tutti uguali, la Repubblica che vogliamo non può accettare lo sciacallaggio civico e politico che non si ferma davanti a niente e a nessuno o il cinismo di un’Europa che preferisce pagare la Turchia per non vedere chi scappa dalla guerra. La Repubblica è una cosa seria e troppo bella e per questo ha bisogno di noi. Noi che in questi lunghi anni ci siamo adagiati, ci siamo fermati, abbiamo dato per scontato che scuola e sanità pubbliche fossero per sempre. Noi che ci siamo ricordati del 25 aprile perché era un ponte buono per andare al mare.

Ripartiamo dalle due parole che la Resistenza ci ha insegnato: coraggio e solidarietà. Ci vuole coraggio per non chinare il capo davanti a nessuno, il coraggio di ammettere che dopo tanti sbagli dobbiamo ricominciare a lottare per quel grande diritto ancora tutto da scrivere che si chiama futuro.

Ieri avevamo i tedeschi e i fascisti che ci volevano servi, oggi fronteggiamo l’invasione silenziosa del 2% della popolazione che è più ricca del restante 98% di noi cittadini. Più ricca e ci offende e imbroglia coi paradisi fiscali a Panama, mentre ci chiede di rinunciare a diritti che costano troppo. Ai nuovi invasori noi rispondiamo con l’arma della solidarietà. La solidarietà che non ha prezzo e che trasforma ogni euro investito per innovare, modernizzare e migliorare in una dichiarazione di Resistenza.

C’è bisogno del contributo di tutti in questo cammino, ognuno per le sue competenze e possibilità. A maggior ragione qui a Fidenza, dove non ci siamo mai fermati ad aspettare che passasse qualcuno a Fidenza resiste e cambia quando lotta per essere la prima in Italia a bonificare e restituire ai cittadini una delle 30 aree più inquinate del Fidenza resiste e cambia perché è città in prima linea nella lotta alle mafie e ha scritto nuove regole per le gare d’appalto che anche il Parlamento e il Governo hanno fatto proprie.

Fidenza resiste e cambia quando sa costruire nuove imprese e nuovi posti di lavoro, mettendo sul tavolo investimenti pubblici che stanno dando la scossa necessaria dopo la crisi. I dati ce lo dicono, non le Fidenza resiste e cambia perché i suoi cittadini – tutti voi – rispettano l’ambiente a tal punto da conquistare un premio da 300.000 euro che andrà tutto in taglio della tassa rifiuti.

Fidenza resiste e cambia non perché oggi lo dice il Sindaco in piazza, ma perché alle spalle abbiamo una storia grande e la volontà di fare insieme cose altrettanto importanti al servizio di tutti, non di una parte. Una storia che abbiamo celebrato dedicando ai grandi protagonisti della Resistenza al nazifascismo e della lotta contro il terrore le nuove vie della nostra Città: il partigiano fidentino Pietro Rigoni, Italo Calvino, Beppe Fenoglio, Giorgio Perlasca, Alan Turing, Nilde Iotti, Norberto Bobbio, Vittorio Bachelet, Altiero Spinelli e molti altri. Fidenza resiste perché come tantissime altre comunità vuole un’Italia su basi nuove, con la stessa fame di democrazia che nel 1946 ci vide affollare i seggi elettorali finalmente aperti a tutti, portando al voto per la prima volta le donne, protagoniste della prima di tante vittorie per Fidenza resiste perché sta dalla parte dei più deboli e degli oppressi, sempre. In Colombia coi nostri concittadini onorari di San Josè Apartado, in Kurdistan con le comunità di Kobane e Silvan cui ci lega un patto d’amicizia, a Parigi e in Bruxelles, uniti contro il nuovo terrore. Con la famiglia di Giulio Regeni, che ricordiamo con questo grande striscione alle mie spalle, perché non cessi la ricerca della verità.

mar 182016
 
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“La verità è un dovere delle istituzioni e lo è ancora di più di fronte a fatti tragici, come la morte di Giulio Regeni. La famiglia, gli amici, tutti coloro che gli volevano bene e anche l’Italia hanno il diritto di sapere cosa è accaduto, senza strumentalizzazioni o verità di facciata. Questo non porterà indietro Giulio Regeni, ma ci permetterà di chiedere, in modo inderogabile, che giustizia sia fatta e che i colpevoli paghino per quello che hanno commesso. Abbiamo aderito alla campagna di Amnesty International per dare il nostro contributo alla ricerca della verità, un dovere che sentiamo come istituzione e come cittadini”.

Così il sindaco Andrea Massari spiega l’adesione del Comune di Fidenza alla campagna di Amnesty International: “Verità per Giulio Regeni”.

La campagna cerca di impedire che l’omicidio del giovane ricercatore italiano, ucciso barbaramente a Il Cairo, finisca per essere dimenticato, si perda tra le tante inchieste in corso o, peggio ancora, sia chiuso da una “versione ufficiale” del Governo egiziano, perché bisogna cercare una verità accertata e riconosciuta in modo indipendente.

Da oggi sul balcone del palazzo municipale è affisso lo striscione “Verità per Giulio Regeni”. Così la voce di Fidenza si unisce al coro di tutti coloro che chiedono verità e giustizia per una giovane vita brutalmente e inspiegabilmente spezzata.

mar 172016
 
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“La Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi”. E’ la frase celebre di Sandro Pertini, che tutti avrete letto nell’invito a questa cerimonia.

Sandro Pertini: il più amato dei Presidenti della Repubblica perché prima di tutti e più di tutti ha dato la vita intera a due grandi impegni:
1) coinvolgere i ragazzi e le ragazze, portare la passione dei giovani dentro la vita pubblica e politica, perché senza di loro la politica diventa potere e calcolo
2) Costruire la Res Pubblica – la cosa di tutti, letteralmente – giorno dopo giorno, lottando contro i suoi nemici mortali

Impegni di Pertini e di una generazione straordinaria che ha fatto del suo sacrificio la pietra d’angolo su cui si poggia la nostra Casa Italia.

Una generazione cui appartengono padri del pensiero democratico come Altiero Spinelli, cui sono onorato di aver appena dedicato una delle più importanti vie di Fidenza.

I due messaggi di quella generazione li dobbiamo tenere ben stretti e vicini al cuore, non solo per il rispetto sacrosanto verso coloro che – qui alle Carzole come in tutt’Italia – si sono fatti ammazzare pur di non rinnegare la loro voglia di libertà.

Non basta dire qui o sui social network #ionondimentico e poi tornarcene comodamente a casa.
Non basta applaudire al corteo che fra qualche giorno attraverserà, per il 25 aprile, il centro di Fidenza.

No, non basta.
Avere conquistato la libertà non significa essere liberi e al sicuro per sempre.

La battaglia dei ragazzi delle Carzole e di via Baracca, è ancora oggi la nostra battaglia.
Una battaglia che ha cambiato strumenti, ha cambiato avversari ma che resta l’impegno di gran lunga più straordinario che chiunque ami la sua Comunità può pensare di portare avanti.
Contro:

● le mafie e l’illegalità, il grande male d’Italia
● contro l’impoverimento culturale che significa analfabetismo di ritorno, pressapochismo, trionfo dei nuovi credo nazifascisti campioni di quell’egoismo cieco che mette sempre l’IO davanti al NOI
● contro un modo di intendere l’impegno per la Comunità come qualcosa da lasciare ad altri, che non ci tocca da vicino.
● contro un modo di intendere la politica come l’esercizio di potere di un capo da solo al comando

Ci scopriremo DAVVERO resistenti quando:

● riporteremo le migliaia di ragazzi che oggi abbandonano la scuola a trovare nello studio il loro mezzo per il riscatto sociale
● quando suonare al campanello del vicino per chiedergli il voto non sarà più motivo di vergogna ma di confronto e dialogo
● quando dietro un piccolo gesto di resistenza civile – anche il più banale, come saper pretendere una ricevuta fiscale – troveremo il senso del rispetto per i diritti di tutti

Confronto e dialogo, questa è la forza della nuova Resistenza.
Lo dico da Sindaco di una Città che ha scritto nella sua storia millenaria queste virtù, scolpite in quel piccolo pellegrino sul Duomo che ha visto Borgo San Donnino superare tragedie enormi e sempre saper ripartire.

Abbiamo avuto la guerra in casa, i bombardamenti, le vittime degli assassini nazifascisti ma soprattutto abbiamo avuto il coraggio della Liberazione che ci ha guidati nel cambiamento e nella sapienza di ricostruire.
Sempre col confronto e col dialogo, senza mai svendere valori e senza mai cedere alle furbizie e alle scorciatoie.

Siamo Fidenza, andiamone orgogliosi e continuiamo a lavorare sodo. Insieme. Sempre con un grazie dal profondo dell’anima per i ragazzi che oggi ci hanno permesso di essere qui.

mar 072016
 
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“Sono felice di annunciare alla Città di Fidenza che il Governo ha stanziato ben 935.000 euro per la messa in sicurezza antisismica della scuola Collodi. Il nostro progetto è stato finanziato interamente e questo rappresenta il più grande contributo giunto per l’edilizia scolastica negli ultimi 5 anni. Parliamo di una somma ingente che si unisce ai 4 milioni di euro conquistati per la bonifica della ex cip-Carbochimica e ad una novità clamorosa, che annunceremo nei prossimi giorni”.

Così il Sindaco di Fidenza, Andrea Massari, da la notizia delle risorse approvate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, suggellate dall’inserimento nella Gazzetta ufficiale del 3 marzo 2016. “Quanto sia straordinario e importante questo contributo è dimostrato anche dall’analisi di quel che avviene in tutta la Regione, dove solo tre scuole sono state ammesse al finanziamento – osserva il Sindaco.

E’ Un risultato che sono orgoglioso di aver contribuito a determinare, forte di un progetto concreto che mi ha permesso di rappresentarne più volte a Roma l’importanza e la necessità, nel corso di numerosi colloqui con i rappresentanti del Governo e del Ministero in particolare. Governo che ancora una volta si dimostra amico di Fidenza e attento a sostenere una stagione in cui, finalmente, qualità e solidi argomenti tecnici pesano più delle parentele politiche. Il risultato è che una delle scuole più importanti della nostra Comunità sarà protagonista di un pacchetto di interventi senza precedenti, che la riconsegneranno rinnovata nella sua sicurezza, a favore dei bimbi che la frequentano, del personale che ci lavora e delle famiglie”.