nov 202020
 
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La mattina del 7 febbraio 2020 agenti dell’Agenzia di sicurezza nazionale egiziana hanno arrestato Patrick George Zaki, in attesa di indagini per accuse tra cui figuravano “diffusione di notizie false”, “incitamento alla protesta” e “istigazione alla violenza e ai crimini terroristici”. Da allora il ventisettenne, che in Italia frequentava un master dell’Università degli Studi di Bologna, è detenuto preventivamente nel carcere di carcere di Tora al Cairo.

Da giovedì mattina uno striscione che inneggia alla scarcerazione del giovane egiziano, realizzato in collaborazione con la sezione fidentina di Amnesty International, campeggia da uno dei balconi degli Ex Licei che si affacciano su piazza Matteotti.

L’iniziativa rappresenta il primo degli impegni assunti dal Consiglio Comunale di Fidenza che nel corso della seduta del 10 settembre 2020 ha approvato l’ordine del giorno presentato dal consigliere Marco Gallicani già a partire dal 17 febbraio con l’obiettivo di alzare l’attenzione della nostra Comunità sui diritti negati di Patrick Zaki e invitare il Sindaco a entrare in contatto con tutte le sedi opportune, non ultima l’ambasciata Egiziana
a Roma.

“A nome di Amnesty gruppo di Fidenza ma anche di tutta la sezione italiana – ha spiegato Nelly Bocchi - io ringrazio il Comune di Fidenza per questo striscione che è stato apposto
in un luogo di cultura e vi ringrazio con le parole della sorella di Zaki: “Grazie per tutto quanto che state facendo, voglio dirvi che Patrik ha bisogno di tutto il vostro sostegno per tornare libero. Continuate a condividere informazioni e ad aiutarlo in modo che possa uscire dal carcere e tornare a seguire il suo Master”. Questo striscione ricorda a tutti che la cosa da mettere al primo posto è il rispetto dei diritti umani per tutti e per tutte”.

Per Maria Pia Bariggi, assessore alla Cultura, “Zaki è stato messo in prigione con accuse per le quali ad oggi non sono state esibite prove di alcun tipo. Per lui e per tutti coloro che combattono per una democrazia p partecipata e rispettosa dei diritti di ciascuno il Comune di Fidenza ha scelto di esporsi con questo manifesto”.

“Parliamo di Zaki – ha concluso il consigliere Marco Gallicani – per parlare di tutte le vittime di una deformazione del contratto non scritto che sta alla base della nostra convivenza, e cioè che l'autorità serve per proteggere e non per sottomettere. Non è evidentemente un problema soltanto di Patrik e quindi parliamo di lui per parlare in realtà di noi e di come noi interpretiamo questo contratto, con responsabilità, con tutta la
capacità che abbiamo di dare contenuto alle parole della Costituzione. Quindi in ultima analisi parliamo di diritti ma anche per parlare di doveri”.

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giu 132018
 
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Dal blog del capogruppo Marco Gallicani, la dichiarazione di voto sulla mozione che chiedeva di togliere il banner dal Municipio

Nel 50ennale della fondazione Amnesty International produsse un video che vale la pena vedere, signor Presidente: in un contesto di oscurità alcuni puntini illuminano un pianeta che pian piano, con il moltiplicarsi di quelle luci, si illumina completamente. La speranza portata dalla mobilitazione dei cittadini svela l’oppressione della mancanza di diritti e rilancia al futuro.

Sulla scorta di quel video vorrei rispondere alla brutta mozione presentata dal gruppo di Forza Italia (è qui, in pdf) che si, mi auguro, ci auguriamocon tutta la forza che possiamo esprimere in un contestopolitico e non giuridico, che venga fatta piena luce su quanto accaduto a Siena nel 2013. Perchè ovunque ci siano esseri umani privati dei loro diritti fondamentali dovrebbe risplendere la luce della verità. Ad alcuni di questi infatti dedichiamo un po’ del nostro tempo volontario, da ben prima di sedere su questi banchi.

Ricorderà bene che il 25 aprile scorso in Municipio abbiamo svelato una targa per tutti i partigiani fidentini, tutti. Durante la Marcia di Libera vengono letti i nomi di tutte le vittime della violenza mafiosa. Ecco, dovremmo fare lo stesso per gli oppressi, magari in dicembre.

Alcuni delle vittime della violenza mafiosa, come alcuni dei partigiani che lottarono per la nostra libertà, sono ricordati nelle piazze, hanno monumenti e luoghi pubblici dedicati. Questo non significa che gli altri valgano meno, o che loro valgano di più: dedicare una piazza o una giornata nazionale a Giovanni Falcone non significa che le morti di Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro o della moglie Francesca Morvillo valessero meno.

Il nome di Falcone sta su quelle targhe come il nome Regeni sul nostro striscione, perchè sono diventati simboli, loro malgrado. E in quest’epoca disperata ci piace pensare che il potere dei simboli riesca a vincere i simboli del potere.

A Giulio furono rotti i polsi, le caviglie e i gomiti, gli furono strappate le unghie, colpiti i genitali e amputati pezzi delle orecchie. Non aveva nessuna colpa, era solo uno studente e non meritava questa mozione, come non meritava i messaggi ambigui di una politica troppo interessata agli accordi di potere con una nazione “amica” delle nostre multinazionali

Verità quindi per Giulio (Regeni) significa quindi, e ne cito solo alcuni, verità per Federico (Aldrovandi), verità per Stefano (Cucchi), verità per Marielle (Franco), verità per Stephon (Clarck), per Trevor (Martin) e per tutti quelli che la violenza ideologica ha portato alla morte dopo sofferenze inumane.

I simboli sono un giubbotto di salvataggio, un messaggio che va accolto, che forse potrebbero accogliere anche i consiglieri di Forza Italia che in tutto il paese si sono presi le briga di proporre una mozione disumana e ignorante come quella che abbiamo discusso stasera.

Disumana perchè non riesce a fermarsi al dramma umano e famigliare (pensate alla mamma, pensate come la mamma per un solo momento) e insiste, non molla la presa pur di fare anche dell’omicidio Regeni uno strumento di violenza politica. Definisce Amnesty International un’associazione “di sinistra”, chiede di “sostituire lo striscione” (leggete la mozione, potevano modificarla, non lo hanno fatto) e sottolinea che “Non appare chiaro come la Giunta comunale abbia deciso di mettere lo striscione su Regeni e non quello su altri casi di cronaca nera”. Su altri casi di cronaca nera.

Ignorante perchè non coglie il valore simbolico del gesto, chiede che lo stesso venga fatto per la morte di David Rossi, un episodio gravissimo sul quale stanno indagando ben due procure della Repubblica Italiana, e sottolinea che si “potrebbe pensare che il silenzio […] sia dovuto a inconfessabili volontà di spostare l’attenzione […] da una caso (i guai fatti nella gestione del MPS, NdA) che mette in difficoltà il partito di maggioranza relativa di questa città”.

Ma soprattutto ignorante perchè dimostra  che i consiglieri di Forza Italia non hanno (ancora) capito che l’azione in difesa dei diritti umani si compie non ponendo in contrapposizione fra loro richieste di verità, ma proprio in nome della loro indivisibilità. I diritti umani non sono una coperta che viene stiracchiata da una parte all’altra del dibattito, ma un fascio di luce, che può illuminare le vite di tutti, proprio perchè sono diritti, non privilegi.

L’ignoranza (quella crassa, non quella di chi purtroppo ancora non sa) e la disumanità sono l’anticamera di un percorso verso il basso che non c’immaginiamo dove possa portare la politica locale ed italiana. E che non vogliamo seguire, ma al contrario denunciare.

Così, al disprezzo e alle fandonie possiamo rispondere solo con l’umiltà di conoscere quello di cui si parla (è un video, prendetevi il tempo per guardarlo)