apr 252016
 
resistenza

Grazie ad ognuna e ad ognuno di voi per aver scelto di abbracciare questa festa con la vostra presenza. Grazie perché essendo qua avete fatto una scelta forte di impegno civile ed è la scelta più bella per questa grande Festa popolare.

Popolare perché la Liberazione dalla dittatura è nata dalla più incredibile ed avvincente azione collettiva e solidale che questo nostro strano Paese abbia mai realizzato.

Collettiva e popolare, sì. Insieme siamo caduti nella sofferenza portata dal fascismo, insieme abbiamo resistito e ce ne siamo liberati, rialzando la testa, riconquistando il diritto di poterci chiamare democrazia e ricostruendo un Paese che era stato devastato, moralmente e materialmente. Pensiamo alle foto di Fidenza di quel periodo, alle lamiere contorte lungo lo scalo ferroviario, al centro violentato dalle bombe, pensiamo alle famiglie in lacrime e pensiamo a come è Fidenza oggi.

Libera e accogliente. In tutta la storia d’Italia non esiste una dichiarazione d’amore per la libertà e l’uguaglianza più forte di questa. La storia scritta con l’inchiostro della vita da quei ragazzi e da quelle ragazze che 71 anni fa misero un grande “noi” davanti all’egoismo, alla paura e agli interessi personali che erano stati l’anima del fascismo e del suo despota.

Per questo, chiedo a voi tutti un grande gesto d’affetto, facciamo arrivare un applauso dal profondo del cuore a quei ragazzi e a quelle ragazze, a quelli che sono qua e a quelli torturati, uccisi, deportati che non hanno potuto vedere la nascita della Repubblica per cui hanno dato la vita. Facciamo sentire la voce di Fidenza!

Facciamo sentire sempre più forte da oggi che la Repubblica che vogliamo:

● non è quella dei mafiosi che fanno propaganda sulla Tv di Stato
● non è quella di due generazioni cui si sta dicendo che devono rassegnarsi a lavorare fino a 75 anni senza avere nulla in cambio
● quella dei populisti di tutte le risme, fuori e dentro dai partiti, che vendono la balla del sono tutti uguali, puntando tutto sull’ignoranza.

Proprio perché non siamo tutti uguali, la Repubblica che vogliamo non può accettare lo sciacallaggio civico e politico che non si ferma davanti a niente e a nessuno o il cinismo di un’Europa che preferisce pagare la Turchia per non vedere chi scappa dalla guerra. La Repubblica è una cosa seria e troppo bella e per questo ha bisogno di noi. Noi che in questi lunghi anni ci siamo adagiati, ci siamo fermati, abbiamo dato per scontato che scuola e sanità pubbliche fossero per sempre. Noi che ci siamo ricordati del 25 aprile perché era un ponte buono per andare al mare.

Ripartiamo dalle due parole che la Resistenza ci ha insegnato: coraggio e solidarietà. Ci vuole coraggio per non chinare il capo davanti a nessuno, il coraggio di ammettere che dopo tanti sbagli dobbiamo ricominciare a lottare per quel grande diritto ancora tutto da scrivere che si chiama futuro.

Ieri avevamo i tedeschi e i fascisti che ci volevano servi, oggi fronteggiamo l’invasione silenziosa del 2% della popolazione che è più ricca del restante 98% di noi cittadini. Più ricca e ci offende e imbroglia coi paradisi fiscali a Panama, mentre ci chiede di rinunciare a diritti che costano troppo. Ai nuovi invasori noi rispondiamo con l’arma della solidarietà. La solidarietà che non ha prezzo e che trasforma ogni euro investito per innovare, modernizzare e migliorare in una dichiarazione di Resistenza.

C’è bisogno del contributo di tutti in questo cammino, ognuno per le sue competenze e possibilità. A maggior ragione qui a Fidenza, dove non ci siamo mai fermati ad aspettare che passasse qualcuno a Fidenza resiste e cambia quando lotta per essere la prima in Italia a bonificare e restituire ai cittadini una delle 30 aree più inquinate del Fidenza resiste e cambia perché è città in prima linea nella lotta alle mafie e ha scritto nuove regole per le gare d’appalto che anche il Parlamento e il Governo hanno fatto proprie.

Fidenza resiste e cambia quando sa costruire nuove imprese e nuovi posti di lavoro, mettendo sul tavolo investimenti pubblici che stanno dando la scossa necessaria dopo la crisi. I dati ce lo dicono, non le Fidenza resiste e cambia perché i suoi cittadini – tutti voi – rispettano l’ambiente a tal punto da conquistare un premio da 300.000 euro che andrà tutto in taglio della tassa rifiuti.

Fidenza resiste e cambia non perché oggi lo dice il Sindaco in piazza, ma perché alle spalle abbiamo una storia grande e la volontà di fare insieme cose altrettanto importanti al servizio di tutti, non di una parte. Una storia che abbiamo celebrato dedicando ai grandi protagonisti della Resistenza al nazifascismo e della lotta contro il terrore le nuove vie della nostra Città: il partigiano fidentino Pietro Rigoni, Italo Calvino, Beppe Fenoglio, Giorgio Perlasca, Alan Turing, Nilde Iotti, Norberto Bobbio, Vittorio Bachelet, Altiero Spinelli e molti altri. Fidenza resiste perché come tantissime altre comunità vuole un’Italia su basi nuove, con la stessa fame di democrazia che nel 1946 ci vide affollare i seggi elettorali finalmente aperti a tutti, portando al voto per la prima volta le donne, protagoniste della prima di tante vittorie per Fidenza resiste perché sta dalla parte dei più deboli e degli oppressi, sempre. In Colombia coi nostri concittadini onorari di San Josè Apartado, in Kurdistan con le comunità di Kobane e Silvan cui ci lega un patto d’amicizia, a Parigi e in Bruxelles, uniti contro il nuovo terrore. Con la famiglia di Giulio Regeni, che ricordiamo con questo grande striscione alle mie spalle, perché non cessi la ricerca della verità.

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apr 082016
 
liberazione 2016

“25 aprile sempre” è il calendario di eventi con cui Fidenza celebra il 71° anniversario della Liberazione e, al tempo stesso, è il messaggio forte che Anpi e il Comune di Fidenza lanciano ai cittadini: i valori della democrazia e della Resistenza devono essere coltivati ogni giorno e la memoria deve essere tramandata alle nuove generazioni.

Il cartellone - realizzato in collaborazione con Cigl e Arci Taun, promotori storici della rassegna, e Coop Alleanza 3.0, Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma, Centro Studi Movimenti di Parma, l’Associazione Fidentina Culturale Ricreativa - è ricco di eventi significativi.

Il cartellone offre momenti di riflessione, eventi dedicati alle scuole ma anche appuntamenti conviviali. L’Anpi ha trovato un’Amministrazione comunale che condivide i suoi valori e siamo lieti di portare avanti questa collaborazione. Il cartellone è pensato non solo per celebrare quei valori che sono alla base della democrazia e ricordare l’eroismo di tutti coloro che, rischiando la vita, si batterono per la libertà ma anche per tramandare la memoria ai giovani. Invito tutti a partecipare”, ha spiegato il presidente dell’Anpi Sezione di Fidenza, Cristiano Squarza nel corso della conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche: l’assessore ai Lavori pubblici, Davide Malvisi; l’assessore alle Attività produttive, Fabio Bonatti; il segretario Anpi Fidenza, Armando Perteghella; Ilaria La Fata del Centro Studi Movimenti di Parma; il segretario Camera del Lavoro di Fidenza, Vincenzo Vassetta; Iara Meloni, autrice del libro “Memorie resistenti”; il presidente del Circolo Arci Taun, Fabrizio Mendogni; il presidente del circolo Associazione Fidentina Culturale Ricreativa, Angelo Canella; la docente della scuola media “Zani”, Mara Dall’Ospedale.

Continua in modo proficuo la collaborazione tra Comune di Fidenza, Anpi e tutte le realtà ad esso collegate sul tema importante della memoria. Invitiamo tutti a iscriversi all’Anpi per coltivare una bellissima pagina di storia dell’Italia repubblicana”, ha sottolineato il sindaco Andrea Massari.

Programma

12 aprile
Memorie in cammino”: visita didattica della scuola secondaria di 1° grado “Zani” al sacrario di Marzabotto e al Parco di Monte Sole, teatro dell’eccidio del 1944.

12 – 15 aprile
Memorie in cammino”: visita didattica delle scuole secondarie di 2° grado IPSAA “Solari” e ITIS “Berenini” ai campi di concentramento di Auschwitz – Birkenau, al quartiere ebraico di Kazimierz e di Cracovia e alla fabbrica di Schindler a Cracovia.

13 aprile – Centro giovanile (via Mazzini, 3), ore 21.00
Per la rassegna Cineforum “L’Italia nella Resistenza”, sarà proiettato il film: “Il conformista” di Bernardo Bertolucci. Presentazione di don Mario Fontanelli.

18 aprile – Ridotto del Teatro Magnani, ore 18.00
Presentazione del libro: “Una stagione di fuoco. Fascismo, guerra, Resistenza nel parmense”, di Margerita Becchetti, William Gambetta, Massimo Giuffredi, Ilaria La Fata e Guido Pisi.

20 aprile – Centro giovanile (via Mazzini, 3), ore 21.00
Per la rassegna Cineforum “L’Italia nella Resistenza”, sarà proiettato il film: “Il terrorista” di Gianfranco De Bosio. Presentazione di don Mario Fontanelli.

23 aprile – Piazza Garibaldi, ore 15.00
Partenza di delegazioni per la deposizione di corone di alloro ai cippi in ricordo dei Caduti della Resistenza e al Monumento ai Caduti di Cefalonia e Corfù.

24 aprile – Piazza Garibaldi, ore 11.00
Mangialonga resistente”: camminata non competitiva nel centro storico con soste enogastronomiche e intrattenimenti musicali.

24 aprile – Circolo Arci Taun (p.le Gernika), ore 18.00
Presentazione del libro: “Memorie resistenti” di Iara Meloni.

25 aprile – Cerimonia commemorativa
Alle ore 9.30 in piazza Garibaldi si terrà la “Sveglia Partigiana” con la banda “Città di Fidenza”
Alle ore 10.00 celebrazione della Santa Messa nella Chiesa di San Pietro Apostolo.
A seguire corteo e cerimonia commemorativa. In caso di maltempo la cerimonia si terrà al Ridotto del Teatro Magnani.

25 aprile – Centro giovanile (via Mazzini, 3), ore 21.00
Per la rassegna Cineforum “L’Italia nella Resistenza”, sarà proiettato il film: “Fuga in Francia” di Mario Soldati. Presentazione di don Mario Fontanelli.

apr 272015
 
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Il discorso di Andrea Massari per il 70esimo anniversario della Liberazione d’Italia dal nazi fascismo.

Desidero abbracciare di cuore tutte le Associazioni Partigiane, Combattentistiche e i partigiani che oggi sono con noi in questa piazza che è, prima di tutto, la loro piazza. Perché loro 70 anni fa ce l’hanno regalata. Di nuovo in festa, di nuovo splendente, dopo più di 20 anni di paura, di lutti, di violenzeUn caloroso ringraziamento anche a Carlo Cantini, che è qui con noi per rappresentare Libera, l’associazione di Don Ciotti contro tutte le mafie, una delle realtà civili più impegnate sul grande fronte della Legalità.

Dicevo: 70 anni. Oggi sono esattamente trascorsi 70 anni da quando la violenza e la vergogna della dittatura sono state cacciate da Fidenza e dall’Italia. Un fatto enorme per la storia del nostro Paese, perché una generazione di ragazzi e ragazze, di persone comuni come oggi siamo noi fece la scelta più moderna e più difficile di sempre: spendersi, impegnarsi in prima persona fino al punto di mettersi davanti ai fucili di un nemico forte e sanguinario.

E lo fecero rischiando tutto, per riconquistare tutto quello che il fascismo ci aveva tolto: Libertà. Uguaglianza. Unità. Dignità. Qualcuno dice che la resistenza sia stata una scelta di coraggio. Io preferisco dire che è stata una scelta proprio di dignità. Bastava dire sì, bastava accettare il terrore e chinare il capo. Bastava ubbidire per salvare la pelle e le case, che tanto, prima o poi, i carri armati inglesi e americani sarebbero arrivati.

E invece no. A Fidenza come altrove la nostra gente si è ripresa l’Italia, dimostrando al mondo che la speranza può fare meglio delle pallottole e l’unità ci rende più forti di una cannonata. Ma questo non basta. Tutti insieme dobbiamo chiederci se l’Italia del 25 aprile 2015 è l’Italia che ci piace, se è il Paese libero e onesto che avevano immaginato i partigiani. Proviamo a chiederlo ai nostri ragazzi, a parlarne con le nostre famiglie. Proviamo a metterci in discussione perché quello di oggi non sia solo un bel corteo.

Se amiamo questa giornata, dobbiamo farlo senza paure perché la Resistenza non vivrà per sempre solo perché così scriviamo sui manifesti, ma vivrà se troveremo il modo di spiegarla a chi non c’era e di spiegare che non c’è nulla di più moderno, di più giovane e di più bello di un popolo che ama la sua libertà e che la sa difendere.

E’ vero: oggi siamo liberi. Possiamo dire quel che ci pare, studiare, informarci. Spostarci. Ma ci manca qualcosa. Qualcosa di enorme. Troppa parte della nostra Italia è inquinata dalle mafie, troppa gente ha paura di alzare la testa, troppa gente usa la scorciatoia della corruzione e degli affari sporchi per arrivare dove vuole. Troppi ragazzi non hanno un lavoro e se ce l’hanno è pagato poco e male. Vi prego di riflettere, guardiamoci intorno: abbiamo facebook, abbiamo internet, raggiungiamo in due ore le grandi città del mondo, ma nel 2015 dobbiamo ancora sconfiggere la mafia, ma è ritornato il mercato degli schiavi e bambini e famiglie annegano come mosche nel canale di Sicilia, ma siamo il paese dove 800 tra sindaci, assessori e consiglieri che non chinano la testa sono stati minacciati dai clan in un solo anno.

Ma siamo il Paese in cui un ragazzo su due non ha lavoro e si studia una vita per non avere certezze. Allora, oggi come 70 anni fa possiamo dire basta e cambiare. Ieri abbiamo combattuto fascisti e nazisti, abbiamo tolto bambini e famiglie dai campi di concentramento. Abbiamo scritto una Costituzione bellissima che protegge il diritto al lavoro. Oggi dobbiamo battere nemici che non sono in divisa ma che sappiamo come chiamare – mafiosi, corrotti, sfruttatori .

Siamo chiamati tutti ad un grandissimo impegno per un nuovo patto. Ognuno di noi può e deve fare qualche cosa. Nel nostro piccolo, nel nostro quotidiano. Non è più il momento di stare alla finestra. Non è più il momento di criticare e non fare nulla. Passiamo dalle parole ai fatti concreti che ognuno di noi può fare. I Sindaci come i cittadini. Gli studenti come i magistrati che sono in prima linea. Chi lavora con onestà come le migliaia di Forze dell’Ordine che servono lo Stato tra mille difficoltà.

Tutti insieme dobbiamo dire basta ai vizi italiani del non vedo, non sento, non parlo, specie se di mezzo ci sono i nostri interessi. Tutti insieme dobbiamo dire basta a quella zona grigia che un attimo dopo un arresto eccellente fa finta di niente, finge di non conoscere chi ha patrocinato e fiancheggiato fino ad un attimo prima. Tutti insieme possiamo dire basta ai salari da fame per tanti e agli stipendi stellari per pochi. Possiamo dire basta, cari ragazzi, ai soprusi grandi piccoli.
Anche nelle vostre classi, nelle vostre scuole. Ognuno è chiamato a fare resistenza nei luoghi in cui viviamo.

Se questa è la nostra Resistenza, però, dobbiamo farla insieme. Insieme, ad esempio, ai Comuni come Fidenza e a tutti gli altri che sono entrati nel grande network dei Comuni antimafia di Avviso Pubblico. Insieme a chi vuole di più per i nostri ragazzi.

Insieme è poi una parola bellissima e che ci dice tanto: non possiamo pretendere che la nostra sicurezza, il nostro diritto a vivere onestamente siano affidati ad un piccolo gruppo di eroi. Le avanguardie, i pionieri sono importanti, ma non possiamo lasciarli soli. Ce lo dice proprio la nostra storia. Fidenza non ha lasciato soli i nostri partigiani, la gente di Fidenza non lascerà soli Don Ciotti e tutti i servitori dello Stato, tutti i cittadini che ad ogni livello non abbassano la testa, che non si arrendono. Così, con l’impegno di ognuno di noi possiamo cambiare il nostro paese e renderlo migliore.

Oggi che la Liberazione compie 70 anni, vi chiedo un piccolo gesto: lasciamo partire da questa piazza un applauso, un applauso sincero, che suoni come un GRAZIE a tutti i resistenti. A quelli di ieri che ci hanno insegnato tutto, a quelli di oggi.

Avanti tutta. L’Italia ci sta aspettando. W il 25 aprile, w la Repubblica!
Grazie!

 

apr 102015
 
Immagine 25 aprile

Il 25 aprile 1945 è stato determinante per il destino della nostra patria.

Costituisce, infatti, una tappa storica che ha segnato il passaggio da tempi caratterizzati dal totalitarismo e da conflitti armati a tempi contrassegnati dal confronto e dalla tolleranza. L’Antifascismo, la Resistenza e la Costituzione, sono gli elementi fondanti di questa evoluzione sociale e politica che deve essere sempre sollecitata e sostenuta. È necessario, infatti, che gli ideali della Resistenza non siano considerati come acquisiti e raggiunti, ma come valori virtuosi da perseguire con l’apporto di tutte le componenti della vita politica, economica e sociale.

“IL 25 APRILE È FESTA”

PROGRAMMA (QUI IN PDF)

VENERDÌ 24 APRILE 2015
Ore 17.00 Piazza Garibaldi – Partenza di delegazioni per la deposizione di corone di alloro ai cippi
in ricordo ai Caduti della Resistenza e al Monumento ai Caduti a Cefalonia e Corfù

SABATO 25 APRILE 2015
Ore 10.00 Chiesa di San Pietro Apostolo – Celebrazione della S. Messa

Ore 10.45 Piazza Gioberti – Formazione corteo con accompagnamento della Banda “Città di Fidenza”.
Deposizione di corone di alloro al Monumento ai Caduti, al Monumento al Partigiano e al
Monumento ai Carristi

Ore 11.45 Piazza Garibaldi – Saluto del Sindaco Andrea Massari. Interventi del Segretario della Sezione
A.N.P.I. di Fidenza Cristiano Squarza e del referente provinciale dell’associazione “Libera”
Carlo Cantini.

IL SINDACO , Andrea Massari

apr 262014
 
partig

scritto da Rossana Scita per le Celebrazioni ufficiali del 25 Aprile a Fidenza.

In questi giorni mi sono chiesta e richiesta cos’avrei potuto dire oggi, da dove cominciare, e mi sono venuti in mente mille pensieri, mille dubbi.

Ogni 25 aprile, ogni anno in cui si celebra la Festa della Liberazione, noto che molto spesso le persone tendono a fare i soliti discorsi, a ripensare al passato e ad usare parole come libertà ed uguaglianza in modo vuoto e superficiale, svuotandole del loro vero ed intrinseco significato. Spesso si ripercorrono gli eventi passati e si parla di guerra, fascismo, oppressione come se fossero temi lontani e ormai superati. Ma io penso che oggi, nel giorno della Resistenza, non si debba parlare del passato, bensì del presente. Bisogna ricordare quel passato, ma non in modo distaccato, bensì come ciò che ha portato a questo presente che noi, oggi, stiamo scrivendo e siamo noi, oggi, a scrivere anche il nostro futuro.

Quegli uomini e quelle donne che settant’anni fa hanno combattuto, lottato, dato la loro vita per la speranza di un futuro migliore, per un ideale più alto di giustizia ed uguaglianza, hanno realizzato ciò che inizialmente era solo un sogno: liberare l’Italia dal totalitarismo e dall’ineguaglianza sociale che caratterizzavano il fascismo. Ed è da loro che dobbiamo prendere esempio!

In questi anni il nostro Paese e noi tutti stiamo passando un periodo davvero difficile. Il lavoro cala, molti giovani se ne vanno all’estero, non ci sono prospettive, non si possono più fare piani a lungo termine perché non si sa nemmeno se ci sarà un domani.
E’ vero, stiamo vivendo una crisi profonda e insostenibile. Ma ciò che mi lascia più sofferente non è la crisi in sé, bensì il clima di rassegnazione che si respira. Sento le persone lamentarsi continuamente per quello che sta accadendo, ma mai nessuno che si pone in prima linea e si impegna veramente per cambiare le cose. Noi, oggi, siamo qui riuniti per ricordare le migliaia di persone morte che hanno lottato, allo strenuo delle loro forze, perché non si sono rassegnate, non si sono rassegnate ad una dittatura che li opprimeva, che li dissanguava, fondata sull’appartenenza a classi sociali diverse. Non si sono rassegnati, hanno combattuto e hanno vinto! E allora, se vogliamo onorare realmente e non superficialmente come spesso si fa, quelle persone, i nostri padri, i nostri nonni, se vogliamo onorarli, non dobbiamo semplicemente riunirci in una piazza e pensare al passato, ma dobbiamo agire e sul loro esempio essere padroni e protagonisti della nostra vita, senza lasciare che siano altri, i pochi, a prendere le decisioni al nostro posto!

Tra un mese saremo chiamati ad esprimere un voto e a scegliere i candidati che siederanno al Parlamento Europeo e nel Consiglio Comunale: ecco, questa è un’occasione per far sentire la nostra voce! Sempre, ormai ovunque, sento dire dalle persone che i parlamentari, i politici sono tutti uguali e che dunque non ha senso andare a votare perché tanto al potere ci saranno sempre le stesse persone. Ma chi sono i politici? Sono coloro che si interessano della polis, della città. Chiunque tra noi può essere un politico, chiunque tra noi può interessarsi della propria Nazione e impegnarsi in prima persona per migliorarla. I politici non sono loro! Quindi smettiamola di dire che i politici sono tutti uguali, perché non si è mai sentito che gli uomini sono tutti uguali. Creiamoli noi i nostri politici, siamo noi a decidere chi siederà in Parlamento, perché lo Stato siamo Noi! Da qualche mese io ho compiuto diciotto anni e dunque anch’io andrò a votare. Non vi nego che sono nella confusione più totale e che ancora non so assolutamente chi voterò, ma di una cosa sono certa: andrò a votare ed esprimerò il mio giudizio. Sì, forse sarà incerto, magari preso all’ultimo momento, ma sentirò di far parte di qualcosa di più importante, sentirò di essere diventata finalmente una cittadina a tutti gli effetti.

Ecco, ed è per una semplice crocetta su un foglio di carta che quegli uomini, che noi oggi ricordiamo, hanno lottato! Hanno lottato per la nostra libertà, per la nostra uguaglianza; e allora non penso che quella sia solo una semplice crocetta, bensì un modo per far valere i nostri diritti, un modo per avere coraggio! Perché votare non è solo un diritto, ma anche e soprattutto un dovere!  E allora smettiamo di piangerci addosso e, come i nostri padri, abbiamo coraggio e prendiamo in mano le redini del nostro futuro. Quegli uomini hanno combattuto i fascisti, hanno combattuto una guerra, hanno imbracciato i fucili e con un sorriso dolce-amaro hanno salutato i figli e i genitori e hanno combattuto, per un sogno; perché chi avrebbe mai immaginato che da piccoli gruppi di persone riunite sarebbe nato un movimento più grande, quello della Resistenza Italiana? Chi avrebbe mai pensato che uomini comuni, persone umili, come noi, avrebbero potuto sconfiggere un esercito così potente e immenso come quello nazi-fascista?

Pertanto, se loro, con la sola forza di volontà e con il loro grande coraggio hanno cambiato le sorti di un intero popolo perché ora, noi, non potremmo cambiare le cose? Non ci troviamo in una guerra, non rischiamo la morte, però, se continuiamo ad essere indifferenti rischieremo la vita. Quindi, se vogliamo davvero onorare quegli uomini, muniamoci del nostro grande coraggio e, come popolo, cambiamo il nostro presente! Basta rassegnazione, basta pianti, dimostriamo chi è il popolo Italiano e cosa è in grado di fare. Lo abbiamo fatto in passato, è giunto il momento di farlo anche nel presente!

E, per concludere, vorrei leggervi una frase di Antonio Gramsci, che mi ha fatta molto riflettere:
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Non possono esistere i solamente uomini, gli estranei alla città. Chi vive veramente non può non essere cittadino e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Vivo, sono partigiano, perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti.”