mar 032015
 
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Il gruppo del Partito Democratico di Fidenza, maggioranza in Consiglio Comunale, ha presentato una mozione per chiedere la rinuncia ai compensi spettanti ai consiglieri per tutte le sedute del parlamentino non deliberative o comunque definite straordinarie.
“Siamo stati eletti per portare dentro le aule del Comune passione civile e democratica. Per questo auspichiamo che sempre più spesso il Consiglio possa trovarsi per discutere di temi che vanno oltre l’immediato quotidiano su fatti, ricorrenze e situazioni che con il confronto generano comunità – spiegano i consiglieri dem -. Lo abbiamo fatto per stigmatizzare le violenze di genere contro le donne, per ricordare la Shoa e il dramma delle foibe e dell’esodo dalmata. Presto il Consiglio si riunirà per celebrare il nostro dialetto. Appuntamenti importanti che hanno reso il Consiglio un’Istituzione che va oltre il normale lavoro amministrativo e si occupa di situazioni che toccano la nostra comunità e sulle quali Fidenza discute, in piazza, nelle scuole, nelle associazioni,sulla rete, ecc.
Proprio per questo, sentiamo la necessità di dare un messaggio importante ai cittadini, dimostrando loro che il Consiglio che hanno eletto non si riunisce per accumulare gettoni di presenza, ma perché mosso da spirito civico e di servizio, proprio come una delle tantissime associazioni che sono protagoniste dell’impegno civile a Fidenza.
E lo facciamo rinunciando ad un gettone che non è irrilevante per le casse comunali, pesando 20,39 euro lordi per ogni consigliere, per cui una seduta di Consiglio costa ai contribuenti 305,85 euro. Un costo che moltiplicato per tutta l’attività programmabile in un anno assume una certa dimensione.
Se con la nostra mozione, che speriamo possa sancire un principio condiviso nella forma più larga possibile in Consiglio, eliminiamo il gettone di presenza, con la stessa chiarezza abbiamo chiesto agli uffici competenti anche di verificare la fattibilità di cancellare anche gli oneri per i permessi retribuiti rimborsati dal Comune ai datori di lavoro privati dei consiglieri”.
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