dic 112009
 

Premesso che

 l’acqua è fonte di vita, costituisce un diritto universale ed irrinunciabile, deve mantenere la  proprietà pubblica e non può essere oggetto di speculazione economica;
la difesa del suolo, la salvaguardia e l’uso corretto delle risorse idriche, in tutte le loro molteplici funzioni, sono una priorità locale, nazionale e globale.

Constatato:

- che il 19 novembre u.s. la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva  il disegno legge di conversione del cosiddetto decreto Ronchi;
- che il provvedimento, approvato con il ventiseiesimo voto di fiducia al Governo, contiene nuove norme in materia di servizi pubblici locali, compresa la gestione dell’acqua;
- che non esiste nessun obbligo comunitario, e nessuna procedura di infrazione è stata avviata nei confronti dell’Italia in riferimento ai servizi pubblici locali tanto meno su quello idrico integrato;
- che questa legge, costruita su logiche accentratrici e lontane dagli interessi reali dei cittadini, pregiudica l’autonomia degli Enti Locali e delle Regioni, in quanto obbliga gli stessi Enti a vendere quote delle aziende che gestiscono il servizio idrico locale;
- che nell’art. 15 comma 1del citato Disegno di Legge, pur ribadendo la proprietà pubblica delle risorse idriche, impone sostanziali modificazioni aprendo la strada alla privatizzazione del bene acqua, anche nelle situazioni di corretta gestione economica e sociale del servizio;

constatato inoltre:

- che il servizio idrico del territorio del  Comune di Fidenza è gestito da Emilia Ambiente (partecipata dal Comune stesso per una quota pari al 33,02%) , società che ha garantito qualità e sostenibilità economica del servizio stesso;
- che Emilia Ambiente, soddisfacendo tutti i requisiti di legge, ha ottenuto dall’ Autorità d’Ambito Ottimale (ATO2) il conferimento “in house” del servizio fino al 2025;
- che l’art. 15 comma 8 del citato provvedimento governativo prevede che le gestioni in essere, affidate conformemente ai principi di cosiddetta “in house”, cessano improrogabilmente alla data del 31.12.2011. Gli appalti in “house”  cessano alla scadenza prevista dal contratto di servizio a condizione che entro il 31.12.2011 le amministrazioni cedano almeno il 40% del capitale al privato mezzo gara;
- che la Società Emilia Ambiente sarà costretta ad uniformarsi alle nuove norme entro il31/12/2011, pena l’impossibilità di gestire il servizio idrico fino alla scadenza naturale del 2025.

Nell’evidenziare che:

- tutto ciò segnerà la fine delle gestione pubblica “in house” per la Società Emilia Ambiente;
- nell’attesa della scadenza del 31/12/2011 e della individuazione del Socio privato, si apre una fase di incertezza che può ostacolare l’attuazione del piano di investimenti già approvato da ATO2, indispensabile per garantire la qualità del servizio erogato ai cittadini ed il controllo della dinamica tariffaria;

affermando

che la proprietà dell’ acqua, delle fonti e dei bacini idrici delle reti deve essere pubblica; la gestione dei servizi idrici, qualunque sia la natura giuridica del soggetto a cui viene affidata, deve essere trasparente, regolata e controllata da autorità pubbliche in cui gli Enti locali abbiano un ruolo,  per assicurare un uso corretto e universale dell’acqua e migliorare l’efficienza del servizio a vantaggio dei consumatori e per evitare di introdurre logiche di profitto;

considerato infine che:

- l’entrata in vigore delle disposizioni normative oggetto del presente o.d.g., rappresenta una chiara privazione dell’autorità degli Enti Locali , e quindi di questo Consiglio, in merito ai criteri che devono guidare la definizione e le forme di attuazione dei servizi essenziali ai cittadini,
- in diversi Paesi Europei (come ad esempio Francia, Inghilterra, Galles), in cui da tempo si erano avviati processi di privatizzazione dell’acqua, sono in atto ripensamenti ed azioni per favorire il ritorno del controllo pubblico sui sistemi idrici;

impegna il Sindaco e la Giunta Comunale

- ad adoperarsi in ogni sede affinché il servizio idrico venga gestito secondo criteri che non privilegino il profitto economico a scapito dei diritti primari dei nostri concittadini;
- ad adoperarsi affinché il controllo della gestione dei servizi pubblici sia esercitato in modo da “accorciare la distanza” fra il cittadino e il fornitore del servizio, garantendo, nel contempo, avanzati standard qualitativi ed economicità delle gestioni;
- a sollecitare il Governo affinché la decisione assunta venga revocata, confermando l’amministrazione pubblica dei servizi idrici e la gestione degli stessi attraverso società a maggioranza o interamente pubbliche; esperienza questa che, nel nostro Comune,  ha consentito di realizzare un servizio di qualità nell’esclusivo interesse dei cittadini.

Il Gruppo Consigliare del Partito Democratico
segreteria@pdfidenza.it

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