set 232010
 
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Martina Canella ha presentato in consiglio comunale l’ordine del giorno “Scuola e riforma Gelmini” in cui ha descritto in maniera corretta la situazione in cui versa il sistema scolastico dopo la riforma.
Istruzione, cultura e ricerca risultano oggi molto penalizzate e l’Ocse (l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha collocato l’Italia al 33° posto.
“Per motivare gli studenti – ha detto– occorrono insegnanti a loro volta motivati e non sballottati di anno in anno e precarizzati”. La riforma Tremonti – Gelmini ha causato, a suo avviso, il più grande licenziamento di massa, “in pratica un numero di lavoratori equivalente a due Alitalia all’anno”.
Gli effetti saranno veramente visibili solo fra tre, quattro anni quando la riforma entrerà in vigore.
Il Dott. Enrico Montanari, di ritorno da un congresso di Neurologia tenutosi a Salsomaggiore ha testimoniato quanto la nostra Università versi in condizioni disastrose, rese ancor più gravi dalla riforma Gelmini. “Il fenomeno del precariato medico – ha affermato – è molto grave e occorre pensare bene agli effetti di questa legge”.

Parole giuste che non hanno comunque cambiato l’esito della discussione. Il risultato, scontato fin dall’inizio, ha rispettato le previsioni: voti favorevoli di Pd e del consigliere Cerri e contrari quelli della maggioranza.
Al proposito è stata molto esplicita la consigliera leghista Maria Alessandra Toscani che ha esordito dicendo “l’opposizione  con questo odg  vorrebbe farci dare un voto contro il Governo ma non ci sta bene. Di questa legge vogliamo vederne soprattutto i lati positivi”.
E con questo scopo ne ha elencati alcuni: la reintroduzione del voto in condotta, il ritorno al voto in decimi e soprattutto il ritorno al maestro unico “che proprio unico non sarà – ha aggiunto – in quanto per religione, musica e inglese ci saranno anche insegnanti diversi”.
Alla Toscani piace il fatto che  le graduatorie degli insegnanti siano su base provinciale e non nazionale  e ha apprezzato l’art. 5 che prevede che vengano adottati come libri di testo solo quelli pubblicati da editori che si impegnano a non aumentare i prezzi.
Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso anche il suo collega di partito Andrea Cabassa,  soddisfatto per il ritorno del maestro unico che ha caratterizzato la scuola che noi tutti abbiamo frequentato.
Il precariato, a suo avviso, c’era molto prima della Gelmini.
Ha poi continuato con una serie di affermazioni che si commentano da sole. “Gli insegnanti sono poco motivati perché le famiglie sono poco presenti” oppure “Nonostante l’alto numero di scuole abbiamo il più basso livello di preparazione” per finire poi con un’autentica chicca “molti alunni stranieri non parlano l’italiano perché non sono aiutati dai loro genitori che continuano a parlare nella lingua d’origine”.
Per il PdL è intervenuta Ilaria Comelli. Secondo lei la principale causa del precariato in Italia è dovuta al fatto che molte facoltà (ad esempio Matematica e Lettere) non avendo adottato il numero chiuso producono ogni anno molti più laureati dei posti disponibili. Esempio non molto calzante perché la  Comelli lavorando in Università dovrebbe sapere che, anche se non c’è il numero chiuso, a Matematica, data  la difficoltà dell’indirizzo, ci sono pochi iscritti. Secondo lei all’Università è diminuita la selezione e ci troviamo in presenza di molti laureati ignoranti. Dato che nella scuola dell’obbligo l’inserimento di alunni stranieri rallenta il lavoro della classe, suggerisce di disporre per loro corsi ad hoc da tenersi prima dell’inizio delle lezioni.
Giuseppe Cerri che ha apprezzato l’odg ha ribadito che occorre investire nella scuola. “Avevamo un sistema scolastico che tutti ci invidiavano e non possiamo distruggerlo. E’ vero che occorre risparmiare ma bisogna fare delle scelte. Il nostro governo poteva rinunciare a 15 bombardieri che costano 15 miliardi di euro. Non possiamo permettere che i nostri ragazzi non possano studiare”.
“Anche l’integrazione per essere vera deve passare dalla scuola”.
Ha infine concluso il suo intervento con un’affermazione provocatoria “Occorre investire più sui giovani che sugli anziani perché in fondo questi muoiono prima”.

Giovanna Galli
ggalli@pdfidenza.it

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