nov 072011
 
manifestazione

La testimonianza di una persona presente alla grande manifestazione di piazza  del Partito Democratico.

La sveglia e la pioggia impietosa di questa domenica mattina non sono riuscite a cancellare le sensazioni che ho provato nel corso della manifestazione del Pd di ieri a Roma.
Una piazza bella, finalmente giovane e piena zeppa di gente cui piace la “buona politica”.
Ho trovato indovinatissima la scelta di invitare i rappresentanti politici della sinistra europea, e non solo, per parlare dell’attuale situazione.  È stata la dimostrazione di una sinistra capace, dalle idee chiare e, soprattutto, di un Pd che col suo Segretario sa rappresentare un’Italia nuova, vera e seria. Sì, perché Pier Luigi Bersani dimostra di sapersi muovere anche fuori confine, di essere un “politico”  nel senso nobile della parola.
Non era solo. Tra di noi, tra il popolo, hanno girovagato Ignazio Marino e Rosy Bindi, c’erano Pippo Civati e Giovanna Melandri e tanti altri esponenti.
È in queste occasioni che il Partito si unisce e capisci che una strada comune può esserci. I temi che il Segretario ha trattato sono stati tanti. Mi verrebbe da dire, tutti quelli che un partito di governo dovrebbe avere ben presenti.
Fondamentali e al centro del discorso sono stati i giovani e il lavoro con tutte le loro sfaccettature: dalla speranza nel futuro alla formazione, dal lavoro dipendente alla scelta di una professione.
Bersani ha parlato anche delle donne, la parte della società che per prima e più di altre è costretta a subire in tempi di crisi, soprattutto quando il disfacimento non è solo economico, ma anche etico e morale.
Le parole che ha pronunciato non erano semplici slogan, ma il programma politico di un Partito che pensa alla gente e invita a lavorare con sé chiunque abbia lo stesso obiettivo.
Non ha dimenticato niente e nessuno.
Tutto questo, però,  è possibile leggerlo su un qualsiasi quotidiano serio.
Quello che vorrei riuscire a trasmettervi sono: i volti sorridenti, gli applausi e le voci di una piazza che non può ingannare o lasciare dubbi sulle sue intenzioni, che parla chiaro con una voce sola.
Non so se altri hanno vissuto la mia stessa emozione, ma io sentivo di essere parte di un tutto, in cui la mia voce unita alle altre diventava più forte e il mio applauso più vivo.
Una piazza che torna a essere simbolo di un grande Partito, che vi è sceso per suonare la sveglia di un’Italia finalmente stanca di essere violentata, ma che ancora riconosce nella politica lo strumento per scardinare, tutti insieme, i sistemi di interesse.

Martina Canella
mcanella@pdfidenza.it

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 Posted by at 8:19

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