lug 072015
 
terre verdiane

di Franco Amigoni

Per il recesso dall’Unione delle Terre Verdiane era necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi del Consiglio Comunale, e con il voto favorevole di Forza Italia il quorum è stato raggiunto subito.

Ha votato contro il Movimento 5 Stelle, e sono usciti dall’aula prima del voto per “offesa preliminare” i due consiglieri di Rete Civica Gabriele Rigoni e Pollastri. Per offesa preliminare si intende qui una nuova fattispecie amministrativa, inventata proprio dal Rigoni che ne ha fatto ormai un marchio di fabbrica.

Funziona più o meno così: quando il Sindaco dice di voler fare un intervento sfrondando dalla retorica che ha contraddistinto gli interventi dell’opposizione (e ogni tanto succede), a questo punto Rigoni, che è permaloso come un principe del foro, si alza sbraitando ed esce dall’aula, seguito fedelmente da Pollastri.
Rispetto ad altre puntate precedenti, non c’è stata la minaccia fisica del tipo “ti aspetto fuori e la regoliamo noi due”.

Naturalmente, le motivazioni reali possono essere anche altre, del tipo che Rete Civica ha colto la palla al balzo per non votare contro Forza Italia.

Il punto vero è: era ancora utile tenere in vita l’Unione Terre Verdiane?

Nell’attuale configurazione, no. Si sarebbe trattato di accanimento terapeutico, considerando le posizioni utilitaristiche e molto distanti tra loro di un numero significativo dei partner dell’avventura.

Fidenza, per farla breve, spendeva circa 3 milioni l’anno per la causa, e i vantaggi non sono facili da reperire.

Ma questo non fa venir meno l’esigenza di studiare nuovi accordi e nuove configurazioni, che potrebbero non chiamarsi Unione (questo è secondario), unire in modo efficace gruppi diversi di Comuni, perseguendo 4 obiettivi chiave:

1. razionalizzazione dei servizi (e quindi risparmio);
2. innovazione;
3. visibilità;
4. incremento di competenze ed efficienza gestionale.

In questo contesto, la partita comincia ora.

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