nov 062010
 
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Sono stato uno dei primi a contestare apertamente, all’inizio della legislatura in corso, l’adozione da parte della maggioranza di centrodestra della delibera con cui si è introdotta a Fidenza la liberalizzazione selvaggia delle aperture nei giorni festivi degli esercizi commerciali. Ad un anno di distanza sono sempre più convinto che la scelta della totale derogabilità alle chiusure domenicali portata avanti da questa amministrazione stia peggiorando notevolmente le condizioni di vita delle lavoratrici e dei lavoratori occupati 7 giorni su 7 nei negozi, i quali restano aperti regolarmente nei giorni di festa. Da condannare è, ancora una volta, il miope rifiuto da parte dell’Amministrazione comunale di ascoltare i commercianti del centro storico, ma anche le parti sociali e i partiti di opposizione, la cui denuncia delle ricadute (sociali e non) che derivano dalle misure adottate unilateralmente e senza alcun confronto non è certamente frutto di un pregiudizio ideologico.
I fatti dicono che sono e saranno gravissime le conseguenze per i diritti dei lavoratori, in molti casi cittadini di Fidenza a differenza dei datori di lavoro, a cui viene chiesto di operare in condizioni di estrema precarietà, scarsissimo potere contrattuale e neppure la speranza di potersi organizzare nella propria sacrosanta vita famigliare. Purtroppo ritengo che, come spesso gli accade, questa amministrazione non abbia affrontato tale questione di capitale importanza con l’adeguata attenzione, lasciando che la soluzione fosse quella peggiore: a mio parere, invece, basterebbe una sana regolamentazione per conferire la dignità che meritano agli operatori di un settore che assomiglia ad una giungla. E non è detto che in questo modo si riesca pure a ridare fiato al centro storico, i cui negozi non traggono alcun beneficio dalle aperture 365 giorni all’anno.
Auspico che il malcontento dei commercianti, le lamentele dei sindacati e le nostre costanti pressioni a tutela dei cittadini lavoratori di Fidenza possano spingere il sindaco e la Giunta a riconsiderare la questione, ponendo in particolare un’occhio di riguardo sulle conseguenze nefaste che l’abolizione della festività domenicale possono avere sull’istituto famigliare, la cui tutela dovrebbe essere un punto fermo per ogni iniziativa amministrativa. A mio parere, con la delibera sulle aperture “non stop” viene a mancare quella salvaguardia di uno spazio privato, dedicabile alla famiglia, a cui ogni lavoratore avrebbe diritto.

Davide Malvisi
dmalvis@pdfidenza.it

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