gen 212010
 

I lavori in corso per il sottopasso Piazza Repubblica – via Mazzini hanno reso impossibile il collegamento diretto tra la parte est e la parte ovest di Fidenza riversando tutto il traffico veicolare sulla vecchia via Emilia.
Ciò comporta un allungamento dei percorsi, con congestione del traffico, perdite di tempo, inquinamento ambientale.

In attesa della fine dei lavori, si potrebbe ovviare rendendo momentaneamente a doppio senso di circolazione via Cornini-Malpeli nel tratto tra il foro Boario e l’intersezione con via Gramsci, sacrificando gli stalli blu per la sosta sul lato Nord della carreggiata, quelli cioè di recente istituzione.

Si fa presente che la zona è già ampiamente servita da parcheggi, in primis quello del Foro Boario dove gli stalli blu spesso sono inutilizzati.

In attesa che la Giunta cortesemente valuti la mia proposta e si esprima anche in forma scritta, porgo ossequi.

Luigi Toscani
ltoscani@pdfidenza.it

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dic 112009
 

Premesso che

 l’acqua è fonte di vita, costituisce un diritto universale ed irrinunciabile, deve mantenere la  proprietà pubblica e non può essere oggetto di speculazione economica;
la difesa del suolo, la salvaguardia e l’uso corretto delle risorse idriche, in tutte le loro molteplici funzioni, sono una priorità locale, nazionale e globale.

Constatato:

- che il 19 novembre u.s. la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva  il disegno legge di conversione del cosiddetto decreto Ronchi;
- che il provvedimento, approvato con il ventiseiesimo voto di fiducia al Governo, contiene nuove norme in materia di servizi pubblici locali, compresa la gestione dell’acqua;
- che non esiste nessun obbligo comunitario, e nessuna procedura di infrazione è stata avviata nei confronti dell’Italia in riferimento ai servizi pubblici locali tanto meno su quello idrico integrato;
- che questa legge, costruita su logiche accentratrici e lontane dagli interessi reali dei cittadini, pregiudica l’autonomia degli Enti Locali e delle Regioni, in quanto obbliga gli stessi Enti a vendere quote delle aziende che gestiscono il servizio idrico locale;
- che nell’art. 15 comma 1del citato Disegno di Legge, pur ribadendo la proprietà pubblica delle risorse idriche, impone sostanziali modificazioni aprendo la strada alla privatizzazione del bene acqua, anche nelle situazioni di corretta gestione economica e sociale del servizio;

constatato inoltre:

- che il servizio idrico del territorio del  Comune di Fidenza è gestito da Emilia Ambiente (partecipata dal Comune stesso per una quota pari al 33,02%) , società che ha garantito qualità e sostenibilità economica del servizio stesso;
- che Emilia Ambiente, soddisfacendo tutti i requisiti di legge, ha ottenuto dall’ Autorità d’Ambito Ottimale (ATO2) il conferimento “in house” del servizio fino al 2025;
- che l’art. 15 comma 8 del citato provvedimento governativo prevede che le gestioni in essere, affidate conformemente ai principi di cosiddetta “in house”, cessano improrogabilmente alla data del 31.12.2011. Gli appalti in “house”  cessano alla scadenza prevista dal contratto di servizio a condizione che entro il 31.12.2011 le amministrazioni cedano almeno il 40% del capitale al privato mezzo gara;
- che la Società Emilia Ambiente sarà costretta ad uniformarsi alle nuove norme entro il31/12/2011, pena l’impossibilità di gestire il servizio idrico fino alla scadenza naturale del 2025.

Nell’evidenziare che:

- tutto ciò segnerà la fine delle gestione pubblica “in house” per la Società Emilia Ambiente;
- nell’attesa della scadenza del 31/12/2011 e della individuazione del Socio privato, si apre una fase di incertezza che può ostacolare l’attuazione del piano di investimenti già approvato da ATO2, indispensabile per garantire la qualità del servizio erogato ai cittadini ed il controllo della dinamica tariffaria;

affermando

che la proprietà dell’ acqua, delle fonti e dei bacini idrici delle reti deve essere pubblica; la gestione dei servizi idrici, qualunque sia la natura giuridica del soggetto a cui viene affidata, deve essere trasparente, regolata e controllata da autorità pubbliche in cui gli Enti locali abbiano un ruolo,  per assicurare un uso corretto e universale dell’acqua e migliorare l’efficienza del servizio a vantaggio dei consumatori e per evitare di introdurre logiche di profitto;

considerato infine che:

- l’entrata in vigore delle disposizioni normative oggetto del presente o.d.g., rappresenta una chiara privazione dell’autorità degli Enti Locali , e quindi di questo Consiglio, in merito ai criteri che devono guidare la definizione e le forme di attuazione dei servizi essenziali ai cittadini,
- in diversi Paesi Europei (come ad esempio Francia, Inghilterra, Galles), in cui da tempo si erano avviati processi di privatizzazione dell’acqua, sono in atto ripensamenti ed azioni per favorire il ritorno del controllo pubblico sui sistemi idrici;

impegna il Sindaco e la Giunta Comunale

- ad adoperarsi in ogni sede affinché il servizio idrico venga gestito secondo criteri che non privilegino il profitto economico a scapito dei diritti primari dei nostri concittadini;
- ad adoperarsi affinché il controllo della gestione dei servizi pubblici sia esercitato in modo da “accorciare la distanza” fra il cittadino e il fornitore del servizio, garantendo, nel contempo, avanzati standard qualitativi ed economicità delle gestioni;
- a sollecitare il Governo affinché la decisione assunta venga revocata, confermando l’amministrazione pubblica dei servizi idrici e la gestione degli stessi attraverso società a maggioranza o interamente pubbliche; esperienza questa che, nel nostro Comune,  ha consentito di realizzare un servizio di qualità nell’esclusivo interesse dei cittadini.

Il Gruppo Consigliare del Partito Democratico
segreteria@pdfidenza.it

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nov 242009
 

Il sottoscritto Luigi Toscani consigliere del Gruppo PD,

premesso

- che la Polizia Stradale possiede un Distaccamento sito in via XXIV Maggio n.43 a Fidenza, sprovvisto di parcheggio;
- che gli effettivi in forza allo stesso sono in numero di 16 compreso il Comandante;
- che già in passato la Polizia di Stato, Distaccamento Polizia Stradale di Fidenza, ha chiesto all’Amministrazione la realizzazione di un parcheggio per autovetture su terreno di proprietà comunale antistante la loro sede;
- che tale parcheggio sarebbe utile, oltre che agli agenti appartenenti al Distaccamento, anche ai cittadini di Fidenza che per necessità devono adire agli uffici.

Considerata

- L’opera meritoria della Polizia di Stato a tutela della sicurezza della città e del comprensorio;
- L’improrogabile necessità di tale opera a favore degli agenti e dei cittadini di Fidenza.

Chiede

al signor Sindaco di reperire finanziamenti per realizzare l’opera con sollecitudine.

Luigi Toscani
ltoscani@pdfidenza.it

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nov 242009
 

Il sottoscritto Luigi Toscani consigliere comunale del PD,

premesso

- Che la delibera di GC n.73 del 6 Aprile 2006  “PROGRAMMA INNOVATIVO in AMBITO URBANO “CONTRATTI DI QUARTIERE II” (L. 21/2001 E DELIBERAZIONE DI GIUNTA REGIONALE N. 1425 DEL 21 LUGLIO 2003) DENOMINATO “FIDENZA: UNICO GRANDE QUARTIERE” approvava i progetti definitivi degli interventi pubblici e privati compresi nel programma innovativo in ambito urbano oggetto di finanziamento per l’importo complessivo di €. 7.500.759,91.
- Che tra gli interventi erano compresi: 1) intervento di ristrutturazione urbanistica di via Porro – Barabaschi – IV Novembre e Ariosto: l’intervento relativo agli alloggi di e.r.p. e ai correlati servizi socio-assistenziali e ricreativi  per un importo  di € 2.939.136,34.. Nell’assetto definitivo di progetto vengono previsti ulteriori spazi per urbanizzazioni di interesse generale dove verranno collocate le attività della stessa ACER per la gestione dei servizi di edilizia residenziale di Fidenza e del comprensorio. Che tale intervento consente il miglioramento della dotazione infrastrutturale e dei servizi con la realizzazione di opere di urbanizzazione primaria (verde e parcheggi pubblici) e di urbanizzazione secondaria (piastra dei servizi). L’intervento inoltre affronta anche i temi di sperimentazione riferiti alle dotazioni impiantistiche ed alla fruibilità ed accessibilità degli alloggi; 2)  intervento relativo alla realizzazione del polo culturale da attuarsi nell’ex Collegio dei  Gesuiti. Lo stralcio di intervento previsto nel programma riguardava in particolare il recupero integrale del piano secondo e terzo, compresi i locali posti sotto le falde del tetto, da destinare al Centro culturale europeo “Sigeric” e attualmente fatiscenti e inagibili. Il quadro economico dell’intervento era il seguente:

Importo lavori € 2.873.026.62
IVA 10% sui lavori € 287.302,66
Spese tecniche al lordo di IVA al 20% € 504.000,00
Somme a disposizione al lordo di IVA € 236.763,57
  € 3.901.092,85

 

chiede

al Signor Sindaco di ragguagliare il CC sullo stato di attuazione di questi due progetti di intervento pubblico.

Luigi Toscani
ltoscani@pdfidenza.it

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nov 242009
 

Premesso

- che il 25 novembre venne dichiarato giornata internazionale contro la violenza alle donne, per la prima volta, nel 1981 nel corso della prima riunione del gruppo femminista dell’America Latina e dei Caraibi;
- che nel 1999 anche le Nazioni Unite ne riconobbero la valenza internazionale;

Considerato

- che all’inizio del 2009 erano 6.271.000 le donne italiane vittime di violenze fisiche, sessuali o psicologiche nell’ambiente famigliare;
- che nel 2007 sono state 126 le donne assassinate a causa di tali violenze,

Considerato inoltre,

che la passata amministrazione si è interessata in vario modo dell’argomento in oggetto: sostenendo, con l’aiuto del Centro Antiviolenza di Parma, l’apertura di un punto di ascolto a Fidenza, con iniziative di sensibilizzazione per le scuole, organizzando nel 2008 un Consiglio Comunale  “monotematico” ed approvando “Il Codice di condotta da adottare nella lotta contro le molestie sessuali, per la tutela della dignità sul lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori del Comune di Fidenza”.

Tutto ciò premesso e considerato,

invita il Sindaco, la Giunta e il consigliere delegato alle pari opportunità ad adoperarsi affinché temi e ricorrenze come quello oggetto della presente interpellanza non vengano relegati ad un ruolo di secondaria importanza;

inoltre, interpellano gli stessi

affinché chiariscano se è intenzione, di questa amministrazione, riaprire e continuare a finanziare il punto di ascolto di Fidenza, che risulta essere chiuso dal mese di settembre.

Martina Canella e Rita Sartori
mcanella@pdfidenza.it
rsartori@pdfidenza.it

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nov 242009
 

 

Premesso

- che la Legge n. 4/2006 ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico la figura dell’Amministratore di Sostegno e che l’art. 1 della stessa ne illustra le finalità: <<tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell’espletamento delle funzioni della vita quotidiana, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente>> ;
- che l’amministrazione di sostegno rappresenta una forma di tutela nuova rispetto agli istituti giuridici tradizionali dell’interdizione e dell’inabilitazione;
- che si tratta di una tutela realmente “personalizzata”, poiché attribuita con decreto del Giudice Tutelare in base agli specifici bisogni, aspirazioni e richieste della persona, ponendo al centro l’individuo e la sua cura, per cui si chiede una attenzione che vada oltre i semplici aspetti finanziari o patrimoniali;
- che può usufruire dell’amministrazione di sostegno qualunque individuo adulto che, in ragione di un’infermità fisica e/o psichica, si trovi nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi e di gestire in modo autonomo la propria esistenza (ad esempio: persone con disabilità, anziani, malati terminali, pazienti psichiatrici, carcerati, alcolisti e tossicodipendenti);
- che si tratta di un ruolo esercitato a titolo gratuito;
- che la Provincia di Parma –Assessorato Coordinamento Politiche Sociali e Sanitarie- ha istituito un Registro Provinciale degli amministratori di sostegno;

Considerato

a) che in moltissimi casi i soggetti bisognosi di tutela sono persone sole, senza una famiglia di riferimento;
b) che i Giudici Tutelari hanno sempre maggiori difficoltà ad individuare soggetti disposti ad assumere l’incarico, visto il già gravoso carico di lavoro assunto dagli Amministratori di Sostegno iscritti nel Registro Provinciale;
c) che tale difficoltà è sentita anche nel territorio di Fidenza e del suo Distretto socio sanitario;
d) che è sempre maggiore l’esigenza di garantire la domiciliarità di alcune fasce di popolazione più debole;
e) che, a seguito dell’emanazione della Legge Regionale E-R n. 11 del 24 luglio 2009, la Provincia di Parma si è attivata con un seminario di approfondimento sul tema.

Tutto ciò premesso e considerato,

il Consiglio Comunale impegna l’Amministrazione

ad organizzare un incontro pubblico, in collaborazione con la Provincia di Parma, al fine di sensibilizzare ed informare sul tema dell’amministrazione di sostegno il Distretto socio sanitario, coinvolgendo tutti i possibili soggetti interessati: Azienda USL,  Fondazione Trustee, Forum Solidarietà, gruppi di volontariato locali e territoriali -specialmente quelli che si occupano di disabilità, tossicodipendenza, domiciliarità- liberi professionisti, e altri che verranno considerati opportuni, anche allo scopo di incentivare, nel nostro territorio, l’iscrizione al Registro provinciale suddetto.

Martina Canella
mcanella@pdfidenza.it

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nov 232009
 

I sottoscritti consiglieri del Gruppo Consiliare PD

premesso che

- in data 12-11-2009 è stata emanata un’ordinanza sindacale firmata dal vicesindaco Stefano Tanzi contro i comportamenti incivili e il disturbo della quiete pubblica in zona San Michele (area verde omonima nonché le vie  Berenini,  Malpeli, Carducci) nella quale sono contemplati una serie di divieti per i cittadini e gli esercizi commerciali e artigianali;
- tali comportamenti non hanno mai compromesso la sicurezza di terzi;
- tra i comportamenti sanzionati la maggior parte è già contemplata dal Nuovo Regolamento di Polizia Urbana approvato con delibera C.C. n.17 del 02-03-2004 che mira a “salvaguardare la convivenza civile, la sicurezza dei cittadini, la più ampia fruibilità dei beni comuni e a tutelare la qualità della vita e dell’ambiente”; all’art. 3 (spazi e aree pubbliche) comma 1 recita “deve essere consentita la libera fruibilità degli spazi pubblici da parte di tutta la collettività” e al comma 2 “sono vietati gli atti o le attività o i comportamenti che si pongono in contrasto con l’indicata finalità”;
- alcuni divieti come di sedere sui cordoli delle aiuole e fumare nell’area verde sono illiberali poiché vigenti solo in quel luogo e non in altri della città, e odiosi perché in maniera strumentale colpiscono gli abituali frequentatori extracomunitari al fine di allontanarli;
- il divieto agli esercizi pubblici di “vendere e somministrare dalle 20 alle 7 bevande alcoliche di qualsiasi gradazione” e la disposizione riguardante la chiusura alle ore 20 dell’attività di vendita o servizio alla clientela per gli esercizi pubblici autorizzati ex lege reg. 14/2003, per gli esercizi di vicinato nonché  laboratori artigianali “penalizzano zone commerciali di Fidenza per il solo fatto di trovarsi nei pressi di un giardino frequentato da persone incivili” come stigmatizzato da Confesercenti;

constatato che

- l’insolita ordinanza che ha descritto un quartiere di Fidenza come una suburra ha avuto grande eco mediatica sui telegiornali e quotidiani nazionali;
- si moltiplicano iniziative e dichiarazioni di netto sapore razzista. L’istituzione dei “volontari per la sicurezza” (ronde), Gentilini già sindaco di Treviso che tra il serio e il faceto invita a sparare agli immigrati come ai leprotti, l’on. Borghezio che vuole disinfettare i treni frequentati dalle prostitute nigeriane e appicca il fuoco ai giacigli dei clochard, Salvini capogruppo in C.C. a Milano che accomuna la questione rom alla derattizzazione e invita i Napoletani a lavarsi,  Coccaglio (BS) che con l’operazione White Christmas vuole  “bonificare” il paese dai clandestini, Padova che erige un muro in via Anelli per separare il quartiere degli immigrati dagli Italiani, il comune di Trieste che nel 2006 fa togliere le panchine usate per dormire dagli homeless e per lo stesso motivo le abolisce dall’arredo urbano, l’Ambrogino d’oro consegnato or ora dalla giunta di MI ai vigili impegnati nelle operazioni anti-clandestini sui mezzi di trasporto pubblico;
- l’ordinanza dietro il paravento del pragmatismo, “noi siamo per il che fare? facendo”, in questo frangente trasuda  ideologia;

interpellano il Sindaco

affinché chiarisca:
- perché l’ordinanza sindacale è stata firmata dal vicesindaco Stefano Tanzi;
- perché un’ordinanza “ad personas”, vale a dire gli extracomunitari, anziché semplicemente far rispettare il Regolamento di Polizia Urbana con le forze di polizia. Sono forse ritenuti diversi da noi? Se così fosse  concorderemmo con la recente dichiarazione dell’on. G. Fini al riguardo. La polizia locale è dunque ritenuta incapace di far rispettare il Regolamento di Polizia Urbana sopra menzionato e quindi è da considerarsi sfiduciata?
- l’ordinanza non contraddice le linee programmatiche del sindaco sull’immigrazione  che auspicano “processi di integrazione onde consentire ai cittadini una piena cittadinanza”?
- impedire di fumare o sedere sui cordoli nell’area verde non limita la libera fruibilità del luogo pubblico?
- la giunta ritiene di aver eseguito una buona operazione di marketing territoriale?
- non le sembra che l’amministrazione, in pochi mesi di operato, abbia fatto camminare la comunità fidentina all’indietro, rimuovendo diritti e libertà che parevano sicure e consolidate?
- non ritiene giusto e doveroso revocare l’ordinanza in oggetto?

Con preghiera di risposta scritta.

Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico
segreteria@pdfidenza.it

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nov 232009
 

Premesso che:

- Il dolore è definito come “spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata a un danno tessutale reale o potenziale, descritta in termini di tale danno (International Association for the Study of Pain)”: non è quindi una semplice percezione ma una complessa esperienza sensoriale;
- Nel 1992 presso l’ospedale St-Luc di Montreal fu avviato un progetto innovativo finalizzato a modificare le attitudini e il comportamento dei professionisti sanitari e nello stesso tempo dei malati ricoverati. Questo progetto, denominato “Verso un ospedale senza dolore”, ha ricevuto il sostegno ufficiale dell’OMS che ha promosso una campagna internazionale per una cultura più attenta alla sofferenza, cui l’Italia ha aderito;
- Dalla prima indagine multicentrica italiana sul problema dolore, avviata nel 2000 a Vicenza e che ha coinvolto un gruppo di 20 ospedali, è emerso: nonostante 9 ricoverati su 10 accusino dolore e quasi la metà lo avvertano ai limiti della sopportabilità, meno di 1/3 riceve cure contro il sintomo e l’80% dei pz. che denunciano dolore intenso, nonché il 60% che denunciano dolore moderato, non ricevono un trattamento efficace; da cui si desume che in Italia il dolore è sottovalutato e trascurato, considerato ineluttabile, quasi fosse parte integrante delle cure;
- L’OMS ha proposto  che il consumo di farmaci oppiacei sia assunto come indice di valutazione dell’efficacia dei programmi di controllo del dolore (in particolare da cancro); l’Italia occupa uno degli ultimi posti in Europa rispetto a tale parametro, come riconosciuto dal documento “La terapia per il dolore: orientamenti bioetici” del disciolto Comitato Nazionale per la Bioetica;

Considerato che:

- L’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni riconosce il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona umana, l’equità nell’accesso all’assistenza, e assicura la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze;
- Le cure palliative e la terapia del dolore costituiscono obiettivi prioritari del P.S.N. ai sensi dell’art.1, commi 34 e 34-bis, della legge n.662 del 23-12-1996;
- La normativa sugli oppiacei, ai sensi della legge n.12 dell’8-2-2001, favorisce la disponibilità di farmaci efficaci per lenire il dolore dei malati oncologici;
- L’accordo 19 aprile 2001 in Conferenza Unificata (ai sensi art.8 D.LGS. 28-8-1997 n281) tra il Ministro della Sanità’, le regioni, le province, i comuni e le comunità’ montane, ha prodotto un documento con le linee guida per l’organizzazione della rete dei servizi delle cure palliative che recita: “per assicurare l’attività’ di consulenza specialistica e di eventuale presa in carico della tipologia più’ complessa di pazienti sia in regime degenziale e/o residenziale che domiciliare, e’ da prevedersi, per ambiti territoriali definiti dalla regione, una funzione specialistica permanente pluri-professionale e pluri-specialistica affidata alla responsabilità’ di un dirigente medico, in possesso di idonea formazione ed esperienza in cure palliative”;
- Sono cogenti le linee guida per un progetto regionale di “un ospedale senza dolore” contenute nell’accordo Stato-Regioni ai sensi del provvedimento 24 maggio 2001, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.149 del 29-06-2001; il progetto non riguarda soltanto l’ambito ospedaliero ma si estende alla rete dei servizi sanitari e socio-sanitari per l’applicazione di specifiche terapie del dolore: in ospedale, nell’assistenza a domicilio, in hospice e nelle altre strutture residenziali.
- È tutelato e garantito l’accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore da parte del malato, come definito dall’articolo 2, comma 1, lettera c), nell’ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 29 novembre 2001, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 33 dell’8 febbraio 2002;

Considerato inoltre che:

- Il già citato accordo del 24-5-2001 raccomanda l’istituzione, nell’ambito delle Aziende sanitarie e Ospedaliere, del Comitato Ospedale Senza Dolore (COSD) che costituisce il punto di riferimento aziendale per la lotta al dolore. Il COSD, costituito da medici curanti, prevede la partecipazione del personale infermieristico per almeno un terzo dei membri, oltre al farmacista e ad organizzazioni non profit, in particolare le organizzazioni del volontariato, operanti nel settore.
- Tutte le Aziende Sanitarie dell´Emilia-Romagna hanno costituito ad oggi il Comitato Ospedale Senza Dolore (COSD);

Constatato che:

- Nel Distretto di Fidenza (AUSL PR-102) è presente una attività di consulenza e terapia antalgica indirizzata solo ai degenti del P.O. di Vaio e un’attività di consulenza domiciliare dal 3-3-2009 indirizzata solo ai pazienti con dolore cronico in ADI (assistenza domiciliare integrata) di II°-III° livello;
- Tale attività non si esplica per carenza di organico nei confronti dei pazienti trattati in regime di DH (anche oncologico), dei pazienti in Hospice e dei pazienti sul territorio non inseriti in ADI e di quelli in ADI di I° livello;
- Per ovviare a tale situazione i pazienti sono costretti ad accedere alle prestazioni del PS e a ricoveri altrimenti evitabili, a rivolgersi alle strutture private e agli ambulatori delle Aziende Ospedaliere di PR e PC con tempi d’attesa molto lunghi, vedendo aggravarsi la loro condizione, essendo ampiamente dimostrata la possibilità di cronicizzazione del dolore (permanenza del dolore una volta risolta la causa scatenante).

Tutto ciò premesso:

Il Consiglio Comunale di Fidenza, riconoscendone la improrogabile necessità,  richiede l’istituzione di un centro strutturato di consulenza e terapia antalgica allocato presso il P.O. di Vaio, la cui attività sia indirizzata all’ospedale e al territorio. Delega il Sindaco in qualità di presidente del Comitato di Distretto di Fidenza a presentare tale richiesta all’Assessore alla Sanità della Regione E-R, al Presidente della Conferenza Socio-Sanitaria Territoriale, al Direttore dell’AUSL PR-102 di Parma.

Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico con l’adesione degli altri Gruppi Consiliari

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nov 232009
 

Il sottoscritto Luigi Toscani consigliere del gruppo PD,

premesso

- che le vie del quartiere San Lazzaro in oggetto sono senza uscita,  di calibro ridotto, senza marciapiedi;
- che i veicoli che vi si immettono da Viale Martiri della Libertà sono costretti a uscire in retromarcia;
- che tali manovre sono rischiose a causa dell’alto traffico veicolare di Viale Martiri della Libertà;
- che tali manovre sono rischiose oltre che per gli automobilisti anche per i pedoni e ciclisti, in particolar modo nelle giornate di nebbia o maltempo con visibilità ridotta;
- che specialmente gli automezzi adibiti a Pubblico Servizio (Ambulanze, VVFF, Nettezza Urbana), essendo di grosse dimensioni,  trovano difficoltà ad uscire in retromarcia;

chiede

all’Amministrazione di provvedere a risolvere tale situazione di pericolo.

Luigi Toscani
ltoscani@pdfidenza.it

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ott 212009
 

PREMESSA GENERALE

La difficoltà che, più di tutto, ha reso faticosa l’analisi e, quindi, un atteggiamento propositivo verso questa linee di mandato, è l’incertezza nell’individuare una analisi consequenziale ed organizzata delle tematiche, che si sviluppi in modo logico, con premesse di principio chiaramente individuabili e poi alcune linee di programmazione precise. A titolo esemplificativo, sulla scuola sarebbe bastata una suddivisione classica, forse un po’ banale, ma ordinata: servizi 0-3 anni →  scuola dell’infanzia (o materna) →  primaria (o elementare) → secondaria di 1° grado (o media) → secondaria di 2° grado (o superiore).

Perché questa precisazione?

Perché l’articolo 21, comma 9, dello Statuto Comunale, dice che <<ogni successivo atto adottato [successivo al programma di mandato…quindi siete ancora in tempo] deve essere conforme al programma di mandato, che dovrà essere preliminarmente modificato nel caso si intendano attuare programmi di azioni non previste >>. Sarà difficile, secondo noi, rimanere aderenti ad un programma che non presenta finalità ed obiettivi chiari. Così come è stato difficile analizzarle queste linee di mandato.
È, poi, scarsa la presenza di una verifica sociale. Quello che dovrebbe essere il cavallo di battaglia di questa amministrazione, si riduce ad una costante contraddizione tra il tentativo di mantenere fermo il substrato storico e sociale di Fidenza e, contemporaneamente, vantare la rapidità dei cambiamenti e il dinamismo sociale.
Se questa è la linea politica a cui tende questa amministrazione, allora, proprio questo programma dovrebbe trasudare il bisogno di approfondimento, di osservazione dell’esistente nella società territoriale. E a proposito di questo mi permetto di citare quanto detto dal nostro Vescovo, la sera del 7 ottobre [alla ricorrenza degli Statuta], come suggerimento al Sindaco per indirizzare la propria attività e cioè di evitare <<vuote laudi del passato>>, per mantenere, invece, un atteggiamento pragmatico ed europeista. Non mi permetto di interpretare le parole del Vescovo, però mi piace pensare che questo sia l’invito ad un atteggiamento di estrema apertura.
Con questo non si vuole dire che manchino proposte positive e condivisibili, ma tutto viene presentato per slogan e, per questo, anche il nostro esame faticherà ad essere analitico e, spesso, dovrà limitarsi ad essere generale e di indirizzo.

Servizi educativi e sistema scolastico
(pag. 17-18)

L’affermazione iniziale (pag. 17) è molto bella!

Purtroppo, non è chiarissimo il passaggio successivo, dove si parla di <<favorire la pluralità scolastica e garantire pari dignità tra scuola statale e scuola paritaria>>.
Siamo d’accordo che si debba andare verso una maggiore equità, anche al fine di alleggerire il carico pubblico. Considerando, però, quello che si afferma nello stesso capoverso, riguardo ai corsi di scolarizzazione in lingua italiana per gli extracomunitari, non è più chiaro se si fa riferimento ancora alle scuole paritarie. Il dubbio nasce dal fatto che extracomunitari e categorie di famiglie più deboli, anche italiane, non mandano i figli alla scuola paritaria non perché meno “uguale”, ma perché non hanno i soldi per pagare le rette.
Restando un attimo sul tema dei corsi di lingua per gli studenti extracomunitari (pag. 18), il tema ci trova d’accordo, con una precisazione. Per gli studenti delle scuole superiori esiste già una rete provinciale [di cui fanno parte i referenti interni alle scuole,coordinata dalla responsabile del ctp di Parma e da un professore dell'università], incaricata di somministrare test d’ingresso agli alunni stranieri di tutte le scuole superiori per stabilire il loro livello iniziale.
I fondi necessari  per avviare i corsi (in realtà non di prima alfabetizzazione, ma di livello B1 e B2) provengono dalla Provincia, dalla Regione e sono integrati dai Comuni per il potenziamento dell’offerta. Così come esistono corsi per gli adulti [480 persone nel 2008].
Considerato che il tema dell’ “intercultura” (come è stato preferito chiamarlo nell’amministrazione passata), non è solo una questione di apprendimento dell’italiano.
Lo si può collegare, sempre in materia scolastica, a quello dell’educazione civica. Perché, parlare sempre della necessità di insegnarla agli extracomunitari e non approfondire, invece, l’altro lato della medaglia?  Si potrebbe pensare di insegnare anche ai “nostri” ragazzi che cosa significhi essere italiani e, di conseguenza, anche che cosa sia la “fidentinità”.
I principi fondamentali della democrazia contenuti in tutte le grandi Carte Costituzionali hanno demolito l’ideologia del privilegio e della disuguaglianza.
Allora, se un modello del cittadino italiano e “fidentino” (ma anche “salsese”, “parmigiano” ….) vuole essere “tramandato” e insegnato, dovrebbe essere quello della civile convivenza, del rispetto delle diversità, dell’ascolto dell’altro, chiunque esso sia. È questa, per noi, l’intercultura. Anche in prospettiva del 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, per tutti, stranieri e non, l’educazione civica potrebbe prendere l’avvio dal testo della  Costituzione Italiana.

Servizi 0-3 anni e 3-6 anni

(pag. 17) In merito alle “modalità di accesso ai servizi” sarebbe necessario chiedere alcuni chiarimenti sul passaggio che riguarda il “legame storico” tra famiglia richiedente e Fidenza. A cosa ci si riferisce esattamente? Agli extracomunitari o in generale alla differenza tra residenza e domicilio?
Per quanto riguarda l’azzeramento delle liste d’attesa. (ci si riferisce ai nidi, giusto? Visto che relativamente alle scuole dell’infanzia questo è il primo anno in cui è presente una piccola lista d’attesa).
Forse è bene precisare, senza essere troppo pedante, che le liste d’attesa è bene che non vengano azzerate all’apertura della scuola, ma alla fine del periodo di inserimento (a marzo). Infatti, il rischio sarebbe quello di avere personale in esubero, perché calcolato su richieste iniziali, ma che raramente vengono confermate. Al fine di mantenere l’equilibrio sociale ed economico, dovrebbero invece prevedersi azioni integrative, nell’attesa che nei nidi si liberino di volta in volta i posti.
E, a tale proposito, si chiede un chiarimento importante.
Dalle linee di mandato così come formulate, non risulta chiarissimo quando si parla (pag. 17) di << trasformazione del servizio di asilo nido passando dalla funzione di erogatore del servizio a quella di accreditatore e controllore di un servizio che dovrà essere fornito, nell’ambito degli standard previsti, da soggetti terzi>>.
Non si sta parlando di privatizzare gli asili nido, vero??? A questo siamo più che contrari!!!
Un altro chiarimento è necessario sull’espressione che dice <<riorganizzare le dirigenze della istruzione primaria>>.
Non è compito del Comune “riorganizzare le dirigenze” [questo compete all’autonomia scolastica e i dirigenti sono nominati dall’Ufficio Scolastico Provinciale], forse ci si riferisce alla Rete scolastica(?), che comunque è competenza della Regione sentita la Conferenza di Coordinamento Provinciale…
Siamo d’accordo riguardo al monitoraggio dei tempi di percorrenza. Era un tema affrontato anche da noi in campagna elettorale. Ma qui non è poi detto come si intende risolverlo.

Scuola primaria

Dal richiamo all’ <<analisi del fabbisogno del “tempo pieno” non soddisfatto dalla scuola primaria statale>>, sembra esserci, in queste linee, la consapevolezza che il Ministro all’istruzione Gelmini va esattamente nella direzione opposta rispetto a quella di dare risorse alla scuola. a parte questo, anche qui serve un chiarimento.
Quanto detto, significa che se la scuola non soddisfa la domanda di tempo pieno e offre corsi solo antimeridiani o a 30 ore, il comune organizza un proprio servizio pomeridiano, per coprire lo spazio vuoto della scuola al fine di andare incontro alle famiglie?    [l’analisi del fabbisogno relativa a questo anno scolastico ha evidenziato la necessità di una classe in più a tempo pieno rispetto all’anno precedente, classe che è stata costituita presso la Ongaro; quindi non dovrebbe esserci attualmente un fabbisogno maggiore di tempo pieno. Le iscrizioni del prossimo gennaio/febbraio indicheranno le esigenze 2010-11].
In mezzo al tema scolastico si parla, poi, di “baby parking” il pomeriggio del sabato (???). Anche qui, serve un chiarimento su che cosa si tratti. Io credevo che ai bambini si dovesse insegnare a stare bravi mentre i genitori entrano in un negozio e, anche, che si dovesse incentivare il rapporto dei genitori con i figli, specialmente il sabato…unico giorno di “libertà” della famiglia da impegni e doveri.

Secondo ciclo scolastico

In questi mesi, è apparsa abbastanza chiara la nostra posizione in merito alla situazione del Polo scolastico secondario e al percorso che si dovrebbe fare, per non perdere occasioni importanti, e si sa anche come ha proceduto questa amministrazione.
Però, visto che si cita la riforma Gelmini, vale la pena sottolineare che il Ministro ha dato il via libera alla riforma delle scuole superiori e ciò è avvenuto invertendo l’iter di approvazione delle riforme. Infatti, il ministro ha saltato il primo passaggio del confronto con la conferenza Stato-Regioni, passando immediatamente alle commissioni parlamentari.
Comunque, tornando a quanto già detto in questi mesi, siamo consapevoli che la riforma delle superiori non è materia comunale, ma a rilevare è il ruolo che invece appartiene all’amministrazione comunale, cioè quello di rapportarsi con le altre istituzioni. In particolare, con la Provincia. Oltre che per domandarle di <<risolvere le problematiche infrastrutturali degli istituti>>, anche, perché si faccia portavoce delle esigenze del nostro polo scolastico presso la Regione, e perché passi come atteggiamento quello di coinvolgere e di fare rete con il territorio e non solo di <<tenere conto delle esigenze dei territori limitrofi>>.
Il tema del territorio è fondamentale, soprattutto in tempi di riforme e di tagli, dove riceve chi è più capace di progettualità, ma soprattutto di una progettualità che coinvolga più comuni. Non si possono calare dall’alto le decisioni.

Ci fa molto piacere che si citi l’istruzione professionale.

 (pag. 20-21) Si parla di laboratori, come quelli teatrale e musicale, nonché e di favorire la divulgazione nelle scuole medie e superiori dell’attività delle realtà associative presenti sul territorio. Come sottolineato anche dal Tavolo sulla scuola istituito dall’Assessore Callegari, i progetti di laboratorio ci sono, tanto che le scuole stesse hanno chiesto che venissero confermati dalla attuale amministrazione, così come la presenza di attività divulgative della realtà di volontariato di Fidenza.
Non si parla, invece, della lotta alle dispersione scolastica [forse nelle linee sulle politiche giovanili è citata, ma poi nella parte sulla scuola non è sviluppato il concetto, né le modalità attuative?!?!]. ed è proprio dalla lotta alla dispersione scolastica che si devono prendere le mosse se si vuole davvero l’inercultura (integrazione) e se si vuole cominciare a risolvere il disagio giovanile.
Altro argomento di cui si parla poco è quello dell’integrazione della disabilità, che è un tema proprio inerente all’ambito scolastico educativo, di  potenziamento delle facoltà del ragazzo disabile e che, peraltro, è oggetto di una recente Legge Regionale, mentre se ne parla solo nel paragrafo dei Servizi Sociali.
Non si parla di diritto allo studio, della qualificazione scolastica, manca uno sguardo distrettuale con Salso, San Secondo e Busseto.

Cultura
(pag. 19-21)

Anche in relazione a questo argomento valgono le considerazioni fatte all’inizio. Le iniziative culturali previste da queste linee di mandato non sono in sé criticabili. La perplessità che continuiamo ad avere è sempre la stessa: una mancanza di progettazione concreta e riconoscibile, che si sviluppi, poi, in una serie ordinata di proposte.
Non è limpidissimo il ragionamento iniziale dove si afferma che: << La propria storia, la propria cultura e la propria lingua – che contribuiscono a formare l’identità e il senso di appartenenza alla comunità – sono motori di progresso nelle sfide della modernità e nel raffronto con le altre culture>>.
Invece, che debbano [la propria storia ecc ecc] <<essere considerate un bene da tutelare e da promuovere, anche con interventi di natura amministrativa e finanziaria. E che noi non consideriamo la cultura un costo, ma un investimento per lo sviluppo e la qualità della vita>>, queste sono parole che ci vedono più che concordi, anche perché vanno nella direzione opporta rispetto alle politiche attuate dal Governo nazionale.
Naturalmente, non siamo assolutamente d’accordo con l‘affermazione che si debba “voltare pagina”, visto che non necessariamente è la <<straordinarietà>> degli eventi che fa la qualità, bensì la cura con cui essi si realizzano. Altrimenti non si giustifica il richiamo alla “propria storia e alla propria cultura”, che, invece, sono una piccola goccia nell’oceano delle culture locali e popolari, ma la cui grandezza (straordinarietà) è data proprio dall’essere il frutto di piccole fatiche, di momenti quotidiani, che hanno costruito le culture locali nei secoli. E a tale proposito non si capisce nemmeno perché, una ventina di righe più in là, si parla di <<utilizzo di risorse locali>>.
Per evitare contraddizioni bastava sviluppare contenutisticamente tutti questi elementi, se ci fossero stati i volta pagina sarebbe emerso chiaramente e noi avremmo avuto un quadro più chiaro delle finalità.
Anche perché poi si parla di proseguire con la valorizzazione del Magnani.
Visto che non è specificato di cosa si tratti, attendiamo vedere quale sarà <<l’evento di portata nazionale>> per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, che cadrà proprio in occasione dell’analogo anniversario della inaugurazione del Teatro Magnani. Siamo disponibili a partecipare all’organizzazione dell’evento o degli eventi, altrimenti aspetteremo di vedere.
Con riguardo al tema del medioevo, ci teniamo a ricordare che la cittadinanza onoraria  a Jacques Le Goff è stata data nelle passate amministrazioni, quindi anche qui ci limitiamo ad attendere l’elaborazione del progetto culturale, perché di linee minimamente attuative non c’è traccia.
Sul tema della istituzione di una rassegna cinematografica, la linea tenuta dalla passata Amministrazione, con l’iniziativa del cinema d’estate confermano la nostra adesione ( anzi ne è precursore), così come per la presentazione di libri di livello nazionale. Salvo, poi, sempre capire di che cosa si stia parlando in termini concreti (?).

Sono uno slogan dietro l’altro.

Si legge, e questo fa piacere, che non vuole essere interrotto l’ottimo percorso fatto dal Teatro Magnani con la stagione di prosa, che ha dato prova di essere non solo “contenitore” di qualità, ma anche di sapersi migliorare costantemente e di mantenere una propria autonomia “culturale” ed economica.
Avremmo bisogno, poi, di maggiori chiarimenti sull’intenzione di istituire una compagnia stabile. Ad esempio, si tratterà di una compagnia locale o esterna? Sarà suo compito gestire la struttura del Magnani o ne usufruirà come chiunque altro?
Anche l’indirizzo relativo al Palazzo delle Orsoline ci trova d’accordo, visto il lavoro importante della passata amministrazione per portarlo a regime.
I dubbi maggiori riguardano, prima di tutto la costituzione di <<un comitato scientifico culturale composto da personalità>> <<col compito di supervisionare l’azione dell’assessorato e di formulare proposte>>. La funzione propositiva può trovarci d’accordo, solitamente è il compito di questo tipo di comitati. Però, non capiamo la funzione di controllo. Un organo non istituzionale, nel senso legislativo del termine, non può controllare l’assessore. È quest’ultimo che, in coerenza con le proprie scelte politiche (le linee di mandato, appunto!!!), supervisiona chi agisce sul territorio.
Appare evidente il tentativo di demandare il più possibile le scelte ad “altri”. “Altri” che la cittadinanza, peraltro, non ha eletto.
Per quanto riguarda l’inserimento nel Festival Verdi, (peraltro, se non mi sbaglio, citato solo tra parentesi all’inizio di pagina 20), l’iniziativa di per sé è buona e non è la prima volta che si propone. Nel 2008 (?) era già stato realizzato un tentativo d’entrata nel Festival Verdi, peraltro accompagnato da un’interrogazione dell’attuale vicesindaco S.Tanzi, penso perplesso della cosa.
Iniziativa che  si è interrotta nella convinzione che fosse meglio cercare una propria autonomia.
In materia di lirica e opera un bel percorso, di qualità e locale, direi “fidentino”, era già stato avviato dalla passata amministrazione, con l’invito di scuole anche straniere (vedi il progetto Flagstaff in Fidenza, dove per quasi un mese  30-40 persone, tra studenti e accompagnatori, studiano e  vivono a Fidenza) e con la presentazione di alcune opere (Rigoletto e trilogia shakespeariana di Verdi). Merita di essere ricordato che la convenzione triennale con la fondazione Marchetti era stata votata all’unanimità dal consiglio comunale (anche dalla Callegari).
Crediamo che l’entrata nel Festival Verdi, peraltro un’entrata “in punta di piedi” da 30.000 euro, vada valutata attentamente nelle sue ripercussioni. Cosa potrebbe costare entrarci di diritto? Sia in termini economici che contenutistici. Il dubbio che sorge riguarda il tempo e il denaro che saranno necessari perché si entri a tutti gli effetti a far parte del Festival Verdi. Sono tutte iniziative meritevoli, ma significherebbe ripartire da capo, quando si ha qualcosa che già marcia in un’ottima direzione.

Forse, anziché essere i cugini poveri di Parma, sarebbe meglio essere buoni vicini di casa con un proprio ingresso autonomo, magari collaborando con le Terre Verdiane, che non si chiameranno così per caso?!
Un’ultima domanda al Sindaco. Cosa pensa della situazione educativa e culturale di Fidenza? Grazie.

Martina Canella
mcanella@pdfidenza.it

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