lug 292016
 
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Si parte, Fidenza vola alle Olimpiadi di Rio con Ayomide! L’atleta fidentina ha fatto le valige e domani partirà con il suo allenatore Maurizio Pratizzoli alla volta del Brasile per partecipare alle Olimpiadi. Un sogno divenuto realtà non solo per Ayo e il Mammo (come viene chiamato in città Maurizio Pratizzoli) ma per tutta Fidenza, che è orgogliosa di Ayo e tiferà per la sua atleta.

Ti testimonio l’orgoglio della città per questo fantastico risultato. So che farai del tuo meglio ma le olimpiadi saranno comunque una bellissima e indimenticabile esperienza, perché tu hai già vinto la tua sfida”, così il sindaco Andrea Massari ha accolto in Municipio, con un mazzo di fiori, Ayomide Folorunso per l’“in bocca al lupo” alla vigilia della partenza per Rio.

Alla cerimonia erano presenti anche le altre giovani promesse dell’atletica allenate da Maurizio Pratizzoli: Desola Oki, campionessa europea dei 100 metri a ostacoli, l’ostacolista Elisa Maria Di Lazzaro e il velocista Steve Abe.

L’atletica è uno sport difficile, da solitari perché si gareggia da soli. Siete bravissimi, avete delle doti fantastiche ma i vostri successi sono anche merito delle persone vi sono intorno, come i vostri preparatori”, ha detto il sindaco Massari agli atleti.

Solare e sorridente come sempre, Ayo ha confessato: “Sono emozionata. Sarà un’esperienza che non potrò mai dimenticare. Vado a Rio per fare del mio meglio, ci metterò tutto l’impegno e spero di fare il personale”.

Ayomide gareggerà il 15 agosto alle 21.30, ora di Rio (il 16 agosto alle 2.30 ora italiana) nella batteria, mentre sarà in pista per la staffetta 4×400 il 19 agosto alle 8.40, ora di Rio (il 20 agosto alle 1.40 ora italiana).

Entusiasta dell’esperienza olimpica è Maurizio Pratizzoli, allenatore di Ayomide: “E’ una grande soddisfazione, è un sogno che si realizza dopo una lunga carriera sportiva. Partiamo molto determinati per poter confermare quanto di buono abbiamo fatto quest’anno e dimostrare di aver raggiunto una caratura internazionale”.

Giancarlo Chittolini, grande prof e preparatore atletico, sottolinea il talento di Ayomide: “Sono veramente pochi gli atleti italiani che hanno partecipato alle Olimpiadi prima di aver compiuto i 20 vent’anni. Ayo ne ha 19 e ha tutte le carte in regola per fare ottimi risultati”.

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lug 252016
 
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A Fidenza arriva il parcheggio 2.0. La giunta comunale ha infatti varato il nuovo piano sosta che, non solo cambierà la distribuzione degli stalli di sosta a pagamento in città, a favore della rotazione a servizio del centro storico, ma introdurrà nuovi metodi di pagamento con parcometri tecnologici e possibilità di pagamento con smartphone. Confermati: le tariffe, la mezz’ora di sosta gratuita e gli orari di sosta a pagamento.

Come ha spiegato il sindaco Andrea Massari: “A fronte di interventi strutturali che hanno incrementato la dotazione di spazi urbani adibiti a parcheggio, abbiamo avviato un nuovo piano sosta cosiddetto “smart”, in nome dell’innovazione. Il nuovo piano è il naturale prosieguo di una serie di azioni che questa Amministrazione ha messo in campo per realizzare un modello di sosta che favorisca la rotazione a beneficio delle attività economiche e, allo stesso tempo, garantisca la sosta gratuita senza limiti di tempo ai pendolari e ai lavoratori, nonché stalli di sosta gratuiti a disco orario. E’ confermata la prima mezz’ora di sosta gratuita e introdurremo nuovi parcometri più tecnologici che permetteranno un pagamento più comodo della sosta, in futuro anche tramite app”.

In considerazione del cospicuo incremento di posti auto gratuiti senza limiti orari realizzato nel parcheggio di via Marconi – collegato a via Mazzini dal sottopasso e a piazza Repubblica da un sottopasso pedonale, a una distanza baricentrica di solo 415 metri dall’obelisco di piazza Garibaldi, con 635 posti auto per una superficie totale di 18.700 metri quadrati – saranno aumentate le righe blu nelle aree adiacenti il centro storico.

Gli stalli di sosta a righe blu saranno aumentati di 159 unità, passando dai 396 attuali a 555, ovvero un terzo degli oltre 1.500 stalli di sosta presenti nel centro urbano, nell’area circoscritta tra via Toscanini-via IV Novembre a ovest, via XXIV Maggio a sud, via Carducci-via Borghesi a est, la linea ferroviaria e il parcheggio di via Marconi a nord. L’incremento dei posti auto a pagamento comporterà una nuova ridistribuzione dei parcometri con un aumento di 5 unità, portando quindi a 16 il numero di parcometri presenti in tutto il centro cittadino. Sui parcometri saranno effettuate alcune innovazioni tecnologiche, tra cui il telecontrollo da remoto, l’inserimento delle tastiere alfanumeriche per consentire il pagamento con moneta elettronica e per la registrazione della targa del mezzo, nonché la predisposizione per il pagamento digitale tramite applicazioni”, ha sottolineato l’assessore alla Viabilità e Lavori pubblici, Davide Malvisi.

I posti auto che diventeranno a pagamento si trovano in alcuni tratti di via Mazzini, in via Marconi (di fronte al cimitero urbano), in via XX Settembre (nel tratto compreso tra piazza Pontida e piazza Gioberti), in un tratto di via Carducci, in piazza Garibaldi (di fronte a Palazzo Porcellini), in via Malpeli (nel tratto che costeggia il giardino di San Michele e nel tratto tra via Gramsci e piazza Garibaldi), in via Gramsci (nel tratto compreso tra via Della Vittoria e piazza Matteotti), in via Don Maffacini, in via Berenini (nel tratto compreso tra via Costa e via Boccaccio, lato destro). Sono inoltre previsti quattro posti auto a disco orario, con sosta massima di due ore, in via Mazzini in prossimità di via Gandolfi.

Pur mantenendo il principio di equa ripartizione tra le diverse modalità di sosta, “abbiamo rivisto il piano per migliorare ulteriormente la rotazione dei veicoli a favore delle attività economiche del centro, per le quali abbiamo già varato provvedimenti che si sono rivelati azzeccati, come la prima mezz’ora di sosta gratuita regolamentata con disco orario in tutti gli stalli di sosta a pagamento, per favorire gli accessi brevi alle attività e servizi del centro in modo gratuito. Inoltre quando, a gennaio, abbiamo ridotto le tariffe dei permessi a pagamento nella ztl e nelle aree pedonali, ne hanno beneficiato i residenti ma anche le attività economiche. Credo che questo dimostri l’attenzione dell’Amministrazione al commercio del centro città, un’attenzione che resta alta e che si concretizza in una serie di azioni mirate e trasversali ai vari assessorati”, ha concluso l’assessore alle Attività produttive, Fabio Bonatti.

giu 162016
 
AUTOBUS-BELLA

Il Distretto Socio-sanitario di Fidenza e la Regione Emilia-Romagna sono scesi in campo con una nuova misura di contrasto alla povertà: per le fasce deboli, ora viaggiare costa meno.

Lo ha deliberato il Comitato del Distretto Socio-sanitario di Fidenza che, grazie a un accordo siglato con l’Azienda Tep-Parma, ha investito i 14.808 euro assegnati dalla Regione Emilia-Romagna nella riduzione tariffaria degli abbonamenti annuali di trasporto pubblico per le fasce più deboli.

Chi può beneficiare delle riduzioni

Potranno usufruire della riduzione tariffaria: le famiglie numerose con 4 o più figli, i disabili, gli anziani di età non inferiore ai 65 anni per gli uomini e a 63 anni per le donne, le vittime di tratta di esseri umani e grave sfruttamento.

I richiedenti dovranno essere residenti nel Distretto Socio-sanitario di Fidenza ed essere in possesso di un ISEE inferiore a 9.000 euro (la soglia per l’accesso alle misure di contrasto alla povertà approvata dal Comitato di Distretto).

Per gli aventi diritto, l’importo dell’abbonamento annuale extraurbano ammonterà a 100 euro, mentre quello dell’abbonamento annuale cumulativo (una linea extraurbana più la città) ammonterà a 169 euro, con un risparmio di 47 euro.

Come si acquista l’abbonamento a tariffa agevolata

Gli abbonamenti a tariffa agevolata sono in vendita allo sportello Tep di Barriera Bixio e al Punto Tep di via Garibaldi 18 a Parma, aperti dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 13.15. Il richiedente dovrà presentare l’apposito modulo compilato (scaricabile dal sito del Comune di Fidenza: www.comune.fidenza.pr.it nella sezione “Servizi sociali”) e la dichiarazione ISEE. Il modulo può essere richiesto e compilato anche agli sportelli Tep.

giu 092016
 
bariggi nuovo

“E’ una grande soddisfazione poter contare su una fidentina prestigiosa come Maria Pia Bariggi icome nuovo assessore, cui ho assegnato due deleghe chiave, Scuola e Cultura, pilastri dell’innovazione che stiamo portando avanti giorno dopo giorno”.Così il Sindaco Andrea Massari ha annunciato il nuovo assetto della squadra di governo della Città, nel corso di una conferenza stampa svoltasi in Municipio, nel pomeriggio di oggi.

“Una Comunità cresce e si sviluppa quando si mettono al suo servizio passione, competenza, dedizione assoluta. Ingredienti miscelati in un progetto di governo che deve avere una visione d’insieme della Città, a maggior ragione se parliamo di una Comunità come Fidenza, resa speciale da una lunga tradizione di impegno civile e dalla lucida consapevolezza di un futuro a portata di mano – spiega il Sindaco -. Fidenza migliora con le buone opere pubbliche che fanno da volano per la ripresa economica e dicono no allo sfruttamento dei lavoratori, con le buone pratiche ambientali, con l’urbanistica che sposa la rigenerazione, con un welfare efficace che azzera clientele e sprechi e si dimostra capace di investire sul futuro”.

In questo cammino Scuola e Cultura “sono pilastri essenziali, ad occuparsi dei quali non abbiamo voluto figure improvvisate ma uno dei migliori tecnici in azione sul territorio comunale e provinciale. Sono lieto che Maria Pia abbia accettato la mia proposta, perché oggi Fidenza può contare su una personalità importante che ha fatto dell’Istruzione motivo di impegno personale e di significative conquiste professionali e che ha elevato sensibilmente l’offerta culturale di Fidenza”.Bariggi è stata anche un’amministratrice pubblica e “ciò la rende la figura ideale per entrare da subito al servizio della Comunità, senza perdere un solo minuto a dover capire le regole del gioco. Grazie a Maria Pia, quindi, cui ho affidato deleghe importanti e obiettivi particolari su cui si è già messa al lavoro. Penso all’innovazione imponente della rete delle scuole fidentine, per le quali abbiamo conquistato 3 milioni di euro in 24 mesi. Penso al futuro di tutti i contenitori culturali cittadini. Un grande ringraziamento, infine, lo voglio anche fare a tutta la maggioranza che con noi governa Fidenza, con la quale ho condiviso passo passo questa nomina e le motivazioni che ne sono state alla base”.

Maria Pia Bariggi torna, così, ad occuparsi dei settori su cui si era cimentata precedentemente, indiscussa protagonista di una rinascita culturale di cui Fidenza beneficia anche oggi.

“Quando il Sindaco Massari mi ha proposto di mettermi a disposizione – commenta l’assessora -, sapeva di poter contare sul mio spirito di servizio, sulla mia propensione a prendermi cura delle persone, sulla mia inclinazione a coinvolgere tutta la Comunità in un grande percorso partecipativo, strumento essenziale per analizzare, conoscere, progettare e realizzare insieme obiettivi di crescita e innovazione”.

Fidenza, come altre realtà di analoghe o più grandi dimensioni, “è alla prese con una stagione complessa, connotata dai fenomeni migratori e da una crisi economica che l’Amministrazione ha affrontato con azioni straordinarie, costruite con un riformismo dal basso che sta facendo scuola. Elementi centrali nella progettazione di un sistema moderno, legato all’istruzione e alla cultura, due ambiti sui quali si fonda la vita della Città.
E la nostra è una città, un ambito operativo privilegiato per mettere a sistema competenze, risorse, attori, per la quale è un onore spendersi. Il programma del Sindaco
– chiosa Bariggi – pone obiettivi importanti, che principiano con la verifica dell’efficacia e della equità sostenibile dei servizi e si sviluppano con l’individuazione e la realizzazione di interventi immateriali per attivare partecipazione, per generare valori e beni comuni, favorendo la socialità che si coniuga con un civismo responsabile. Obiettivi che sento prioritari, come cittadina e amministratrice”.

giu 072016
 
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di Franco Amigoni

Ho seguito il Festival Of4 e ho anche brevemente partecipato ad uno degli appuntamenti previsti nel cartellone.
Nei giorni seguenti sono state numerose le prese di posizione pro e contro il Festival, basate essenzialmente sul riscontro di cassa dei negozianti locali da un lato, degli operatori dello street food dall’altro, sul riscontro di pubblico dall’altro ancora.

Ho anche intravisto, molto da lontano, che qualcuno ha provato a risuscitare l’evento 2012 dei Subsonica in Piazza Garibaldi come un evento riuscito.

Riuscito in sostanza perchè non avrebbe fatto “perdere” soldi all’Amministrazione, perchè per il resto non pare abbia lasciato una traccia duratura nella memoria dei fidentini.
Queste poche note fanno emergere a mio avviso due elementi, uno micro, di misurazione del successo o insuccesso di una iniziativa, e uno macro, di senso dell’iniziativa stessa all’interno dell’ecosistema culturale di un luogo.

Il tema della misurazione presenta molte sfaccettature, proviamo ad evidenziarne alcune:
1. c’è il numero dei frequentatori. Le stime fatte dal Comune indicano in circa 36mila le persone presenti nel corso dei tre giorni del festival. Sono pochi? sono tanti? Se li dividiamo per 365 giorni di un anno, la loro incidenza in termini di “residenti equivalenti” è pari a circa 100 persone.
Non vado oltre, ma questo per dire che raramente sinora il “format” del festival è riuscito a incidere profondamente sull’economia urbana, nelle città italiane. Se invece dividiamo i 57mila euro spesi per 36mila presenze, otteniamo un costo/presenza di 1,58 euro. Non parliamo poi del caso “subsonica”. Con 1100 paganti,e un centinaio di biglietti venduti a Fidentini, a fronte di 88mila euro di spese, il costo/presenza (non entro qui nel merito delle sponsorizzazioni e dei costi reali per il Comune, ci penseranno altri eventualmente) è stato pari a 80 euro tondi tondi per presenza. C’è da farsi venire i capelli ricci (per chi li ha). Penso che un costo/presenza di 80 euro possa essere annoverato tra i peggiori nella storia dei festival mondiali, e il fatto che una parte della somma sia stata sostenuta da privati non riduce le dimensioni del fallimento. Credo che se si fosse proposto a un migliaio di persone di recarsi in centro per ritirare 40 euro, si sarebbe speso la metà a parità di risultato (anzi, con maggiore soddisfazione dei “premiati”). Se le iniziative sono fatte per creare nuovi flussi in centro, la partita dei Subsonica è ingiocabile;

2. c’è l’attivazione dell’economia locale, che in questo caso è stata indiretta, nel senso che tutti gli operatori dello street food erano provenienti da fuori Fidenza e appartenevano ad un “format” che sta girando l’Italia, quello organizzato da Merenda Italiana. L’attivazione dell’economia locale è stata quindi indiretta, nel senso che una parte dei frequentatori del festival si è anche diretto presso i locali dell’area per acquistare o consumare, in misura difficilmente quantificabile. Su questo aspetto, tra le varie sperimentazioni effettuate negli scorsi due anni sul tema agro alimentare probabilmente a mio parere quella più interessante rispetto all’attivazione dell’economia locale è stata Borgo Food, l’insieme delle iniziative agro alimentari connesse alla Festa di San Donnino 2015. Ricordo fra le altre cose gli showcooking con cuochi borghigiani, che hanno riscosso grande successo. Penso che, pur perfezionabile, la strada sia quella. Merenda Italiana, sia pur molto interessante come iniziativa, in breve tempo ha già trasformato sè stessa in un “format distributivo omogeneizzato”, che può essere molto piacevole ma non esprime il genius loci. Sul “genius loci” dei Subsonica soprassiedo.

3. c’è la sedimentazione di un patrimonio immateriale di attività culturali, cui il festival poteva contribuire. Sotto questo aspetto il Festival Of4, cambiando totalmente volto nelle sue due edizioni, non ha a mio avviso centrato l’obiettivo nè nel 2015 nè nel 2016, e richiede un ulteriore ripensamento; per i Subsonica parlare di patrimonio immateriale forse è un pò forte, senza nulla togliere alla qualità della loro musica per chi la apprezza;

4. c’è un discorso di rete, che l’evento può innescare o far crescere. Rete con altre iniziative, con il sistema locale e sovralocale. Qui qualcosa il Festival ha forse lasciato, vedremo;

5. c’è un discorso di tema. I festival di grande successo in Italia sono sempre nati dal basso, da appassionati in grado di fare la differenza, senza imposizioni dall’alto. Mantova, Trento, Pordenone, Bra, Lucca sono soltanto alcuni esempi. Anche Fidenza ha fatto storia in questo senso, con l’ormai classico esempio del Festival di Lilliput, che ha fatto la differenza per alcune edizioni portando la nostra città al centro dell’attenzione nazionale rispetto a questo tipo di iniziative. Il Festival di successo ha comunque un tema forte (non quattro, di cui tre soltanto accennati), e lo valorizza al massimo.

La questione del tema ci conduce al secondo punto, quello macro, di senso dell’iniziativa stessa all’interno dell’ecosistema culturale di Fidenza.

La nostra città può esprimere oggi, e reggere nel tempo, un festival importante e di richiamo sovraregionale?
Ne vale davvero la pena anche nel 2016?

Ma soprattutto, quali sono le energie dal basso, che scaturiscono direttamente dal nostro territorio (e che c’erano per Lilliput), che possono fare la differenza con un occhio al genius loci e uno, strabicamente, al futuro?

Come spesso mi accade, concludo qui, con qualche buona domanda.

giu 072016
 
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Le risate e le corse dei bambini insieme a tanta emozione hanno accompagnato l’inaugurazione del Parco del Piccolo Principe, in memoria di Marcello Bo. Un aeroplano in legno sul quale i bambini possono giocare e volare con la fantasia è il “tesoro” di questo parco in via Saragat, fortemente voluto dagli amici di Marcello, che sin da bambino aveva sognato di volare.

Un sogno che si era avverato con una brillante carriera, che aveva portato Marcello a diventare un affermato pilota dei voli di linea della compagnia di bandiera. Ma Marcello era molto di più di un bravo aviatore: era un giovane allegro, simpatico, generoso, sensibile, solare e attivo, amato e stimato da tutti. La sua improvvisa e prematura scomparsa nel dicembre 2015 ha lasciato un vuoto incolmabile nella comunità e subito è partita un’importante testimonianza collettiva di solidarietà a favore della comunità di Fidenza.

L’iniziativa si è concretizzata ieri, con il taglio del nastro da parte della piccola Rebecca, grande amica di Marcello, del Parco del Piccolo Principe, dove gli amici del giovane scomparso hanno fatto installare un gioco in legno a forma di aereo. Il parco pubblico di via Saragat, vicino a dove abitava il pilota fidentino, ha preso il nome dal celebre romanzo di Antoine de Saint-Exupéry, ispirandosi alla profonda passione per il volo che animava Marcello.

Il sindaco di Fidenza, Andrea Massari, ha ricordato commosso Marcello. “E’ un momento dal sapore dolce e amaro allo stesso tempo. Amaro per il vuoto che ha lasciato un amico scomparso, dolce per il momento di festa e per il dono che i suoi amici hanno voluto fare ai bambini di Fidenza”, ha detto Andrea Massari, che poi ha commentato come “noi della generazione dei primi anni Settanta ci sentiamo ancora bambini ma in realtà siamo nell’età della responsabilità. Dobbiamo prendere il testimone da Marcello, che ha saputo coniugare la responsabilità con quella gioia di vivere e capacità di continuare a sognare tipica dei bambini. A nome dell’Amministrazione e di tutta la città di Fidenza porto un grande abbraccio alla moglie, alla famiglia e a tutti gli amici di Marcello, che ringrazio per questo bellissimo dono”.

Il sindaco Massari ha quindi invitato i presenti a ricordare Marcello con un applauso, che è stato fortissimo, lungo, sentito e commovente.

“’Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano’. Questa frase del Piccolo Principe, che accompagna questo parco, ben rappresenta Marcello, che non aveva mai smesso di essere bambino, quel bambino che sognava di volare e che con la sua forza di volontà aveva realizzato il suo sogno. Donare un aereo ai bambini di Fidenza ci è sembrato il modo migliore per ricordarlo nel tempo, perché altri bambini possano sognare di diventare piloti e magari seguire le sue orme. E’ stato incredibile: in un mese e mezzo abbiamo raccolto 11mila euro. Questo dimostra l’affetto dei fidentini per Marcello ed è il segno della bontà che lui ha sempre donato a tutti. Ringrazio tutta la comunità di Fidenza che ha dimostrato di essere unita e generosa, e l’Amministrazione comunale che ha appoggiato questo progetto”, ha spiegato Matteo Soncini, rappresentante degli amici di Marcello Bo.

mag 312016
 
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di Amedeo Tosi

Oggi il Consiglio Comunale di Fidenza celebra l’anniversario del primo voto da parte delle donne in Italia.

Un momento di riflessione e confronto molto importante, per il quale ringrazio i consiglieri di minoranza per averlo proposto, che ci vede tutti assieme riflettere sui diritti alle donne e sulla situazione presente oggi nel nostro paese anche grazie all’atteso intervento della dott.ssa Roberta Mori Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Emilia Romagna che ringrazio a nome di tutto il Consiglio Comunale e dell’Amministrazione per aver accettato il nostro invito ed essere qui.
Ringrazio poi il dott. Nino Manno e il Segretario per il supporto fornito nell’organizzare il Consiglio Comunale straordinario.

Il 10 marzo del 1946 si svolsero a Fidenza, come nel resto del paese, le elezioni amministrative e per la prima volta poterono sia votare che essere elette anche le nostre concittadine. Gli elettori erano 11.627 circa la metà donne. Un diritto, quello del voto, riconosciuto dalla Costituzione a tutti i cittadini, uomini e donne, maggiorenni consistente nella possibilità di partecipare alle elezioni. Se pensiamo al voto, 70 anni dopo, è chiaro come la nostra nazione sia entrata in una dimensione di vocazione civica ben lontana da quella presente nel marzo del 1946. Il problema non è più solo quello dei diritti ma quello dell’astensionismo crescente e della coscienza civica sempre più in difficoltà che dovrebbe invece portare tutti uomini e donne ad interessarsi ed occuparsi della città.

Tanto resta ancora da fare sulla parità effettiva dei diritti come ci dimostrano i numeri: solo il 51 per cento delle donne lavora, contro il 74 per cento degli uomini. Ma l’elemento chiave è la disparità salariale: un’italiana in media guadagna 0,47 centesimi per ogni euro guadagnato da un uomo. Solo per restare nel campo del lavoro trascurando tutti gli altri ad iniziare dalla famiglia.
E’ infatti soprattutto sulle spalle delle donne che pesa in modo sempre più gravoso la necessità di portare avanti la crescita dei figli, la gestione della casa e la propria attività lavorativa quando c’è. Per le giovani coppie arrivare a costruire una famiglia è sempre più difficile ed i tempi della vita si spostano in avanti con tutto quello che comporta sia nelle relazioni che nella società.

Una riflessione urgente sul ruolo della donna oggi e sull’effettiva parità dei diritti è inderogabile se vogliamo ancora parlare in futuro di una generazione di italiani visti i drammatici indici demografici oggi presenti.

«Stringiamo le schede come biglietti d’amore» scriveva Anna Garofalo nel suo libro edito da Laterza e pubblicato nel 1956 ricordando il giorno del voto. Sarebbe bello poter scrivere oggi: “vivo in uno Stato e in un Europa dove essere madre, donna e moglie o compagna è al centro delle azioni politiche e dell’attenzione sociale: il più alto segno di amore della nostra società”.

mag 312016
 
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di Alessia Frangipane

È con grande piacere che saluto e ringrazio la consigliera regionale Roberta Mori per averci onorato della sua presenza e del suo intervento qui, con Roberta abbiamo condiviso una legge regionale sulla parità e contro le discriminazioni di genere frutto di un lungo e importante cammino. Come ci è già successo di ricordare in questa sala e nelle iniziative promosse dall’amministrazione comunale che “praticano” e concretizzano la normativa regionale, questa legge ci fa salire di un gradino la lunga scala che porterà seriamente ed in maniera univoca ad una parità di genere iniziata 70 anni fa.

Ringrazio le consigliere e i consiglieri di minoranza che hanno proposto questo consiglio dedicato perché ciò mi ha dato modo in questi giorni di riflettere sul voto femminile. Nel momento del voto mi sono sempre detta che noi donne votiamo da troppo poco tempo per permetterci di ipotizzare, come gesto provocatorio, di non andare a votare e …

In questi giorni ho pensato che mia nonna quando è nata, era il 1932, è nata di serie B per lo Stato in cui viveva. Non aveva diritto di voto. Mia madre invece per fortuna sì. Può sembrare banale soffermarsi su queste cose ma è doloroso per me rendermi conto che 70 anni fa io valevo meno del consigliere… Rastelli. Secondo me siamo uguali nell’esercitare un diritto, questo diritto.

Le differenze sono altre tra me e lui. La valorizzazione delle nostre differenze, di genere, si deve concretizzare in altro modo da “consentire a lui di votare e a me no”. Bene, 70 anni fa questo non era possibile.

Mi sono detta, nella breve riflessione di alcuni giorni fa, che non potrò mai più lamentarmi della fatica e della (a volte) precarietà, spesso fragilità, della nostra democrazia, sono solo 70 anni che il suffragio è davvero universale! siamo giovani, giovanissimi operatori ed operatrici di democrazia, è naturale che se diamo per scontato i diritti acquisiti da pochi anni questi presto scompaiono nei meandri delle problematiche e delle emergenze, sono diritti ancora troppo “in fasce” per non aver bisogno di sostegno.

Ed infatti la pari opportunità del voto non ha automaticamente portato una pari opportunità culturale.
Oggi io sono qui forse, senza forse, diciamola la verità, perché tutti siamo obbligati da una legge ad avere giunte di parità, certo non possono essere giunte né di sole donne e né di soli uomini ma tutti voi-noi sappiamo benissimo che il problema maschile nella politica così come nei consigli di amministrazione o nella analisi degli stipendi o carriere non esiste.

..la fatica di vederle le donne al di fuori del "bella, brava e mamma" e di vedersi le donne, noi donne, di vederci non come ci vede la tv, la pubblicità e la maggior parte degli uomini.. che grande sfida culturale e personale di ognuna e ognuno di noi!

Forse, se saremo bravi e brave tra 10 anni questo obbligo “di vederci e di cercarci… certo per le nostre capacità e competenze” non servirà più perché sarà usuale per tutti noi, donne e uomini, pensare che una donna possa svolgere normalmente attività politica, imprenditoriale e di comando e non come qualcosa di eccezionale.

Credo che per arrivare davvero in cima alla scala e raggiungere seriamente le pari opportunità non siano sufficienti leggi e servizi, i famosi servizi di conciliazione del tempo di lavoro e di cura.. tu che sei mamma, figlia o nipote e che desideri lavorare, anche lavorare, o devi lavorare per avere una qualità della vita tua e della tua famiglia di un certo tipo, hai bisogno che le istituzioni ti agevolino in questi duplici o triplici compiti/ruoli e quindi se le istituzioni non lo fanno, è tutto un gran lamento, e manca questo e manca quello ecc. Aspetto fondamentale, non dico che non siano essenziali per la parità i servizi, ma credo anche che la sfida sia profondamente su un altro piano, di tipo culturale e anche molto privato, finché il ruolo e il compito dell'uomo sarà uno e quello della donna duplice o triplice all’interno della società e della famiglia la cosiddetta parità sarà solo fatta di parole. Non che non ci siano oggi, per fortuna, uomini che fanno altro, hanno più ruoli e compiti, oltre che lavorare e portare a casa lo stipendio più alto che porta avanti l'economia del

sistema familiare. Ma sono troppo pochi, non sono l’ordinario, non è usuale.Ci vorrà del tempo, certo, sono solo 70 anni che abbiamo il diritto di voto, ci vorranno leggi servizi iniziative a sostegno di una cultura della parità. A sostegno di un atteggiamento mentale che deve svilupparsi precocemente fin dalla nascita, per chi deve ancora nascere, e acquisito per chi è nato in un determinato contesto ed è consapevole di voler vivere in un altro.

Io sono stata più fortunata di mia nonna, sono nata quando donne e uomini avevano lo stesso diritto di voto, io non sono nata di serie B.

Oggi è importante lavorare nell’offerta di servizi di aiuto per conciliare tempi di lavoro e di cura non alle donne ma alle famiglie che sono composte da donne e da uomini. Oggi è importante offrire ai nostri figli un contesto dove immaginarsi e sperimentarsi in modo paritario, senza stereotipi di genere. I primi risultati li vedremo quando la maggior parte dei giochi di ruolo dei nostri figli, alla scuola materna, non saranno i soliti giochi stereotipati, ma saranno più liberi, mentalmente liberi di sognare di diventare carpentiera, idraulica, saldatrice, medica, ingegnera, è difficile trovare mestieri prevalentemente maschili coniugati al femminile… 

Forse vi aspettavate altro da me o forse no. Ma il diritto di voto alle donne è solo la partenza di un lungo cammino di conquista di diritti e libertà, non è l'arrivo.

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di Alessandra Narseti

Credo che queste occasioni siano importanti per ricordare come i diritti, sia civili che politici, siano conquiste che richiedono battaglie, impegno e determinazione. Chi nasce con questi diritti, purtroppo, tende a dimenticarlo.

Sembra assurdo pensare che meno di un secolo fa una parte della stampa definisse le suffragiste come “cattive donne” e celebrità del tempo come Vittorio Gassman e Vittorio De Sica considerassero il diritto di voto alle donne come un “nemico della serenità domestica”. Ma questo non deve stupire se si considera che fino al 1956 in Italia vigeva lo ius corrigendi (cioè il potere correttivo del marito nei confronti della moglie che comprendeva la coazione fisica), ne era punito sì l’abuso, ma per abuso si intendeva un ricovero ospedaliero di almeno 20 giorni.
Se questo succedeva nella vita privata non dimentichiamo, per quanto riguarda l’attività lavorativa, che le donne non poterono accedere alla magistratura fino al 1963. L’assemblea costituente nel 1947, infatti, negò loro questo diritto, dopo un lungo dibattito dal quale emerse l’inidoneità della donna per la “difficile arte del giudicare”.

E’ questo il contesto nel quale le donne italiane iniziano a chiedere sempre più insistentemente di poter partecipare alla vita politica del paese. E sono proprio queste donne, a mio avviso troppo dimenticate, che mi piacerebbe in questa occasione ricordare. Ne cito una per tutte: Anna Maria Mozzoni, che fu una delle più grandi emancipazioniste italiane e fu, tra l’altro, autrice di diverse petizioni al Parlamento.
E’ curioso un fatto: nel 1925 proprio durante una discussione alla camera sulla estensione del diritto di voto alle donne, il deputato Giacomo Acerbo citò una sua petizione affermando però che fosse stata scritta “dal Mozzoni”, attribuendole così sesso maschile. Credo che questo sia molto significativo.

Ma quello che più di tutto mi preme ricordare è come al riconoscimento giuridico dei diritti corrispondano mutamenti, il più delle volte anche molto profondi, nelle vite delle persone. Questo valse anche per il riconoscimento del diritto di voto, negato per tanto tempo alle donne proprio per paura che portasse alla fine del loro assoggettamento nella sfera privata. Quello che successe nel ’46 fu quindi qualcosa di molto grande, perché permise alle donne di rompere quel guscio che le aveva ricoperte per anni.

Vorrei concludere il mio intervento, proprio, con la testimonianza di una partigiana, Marisa Ombra, che secondo me con le sue parole rese molto bene questa sensazione provata dalle donne che nel ’46 votarono per la prima volta, disse: “Per noi donne andare in guerra e imparare allo stesso tempo la politica è stata una sconvolgente scoperta. La scoperta che la vita era, poteva essere qualcosa che si svolgeva su orizzonti sempre più vasti di quelli fino ad allora conosciuti. Che esisteva un’altra dimensione del mondo. E’stato quindi un evento che ha modificato la nostra stessa idea di vita, è stato un prendere a pensare in grande”.

mag 272016
 
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Da qualche settimana c’è una nuova pagina su Facebook, quella del Gruppo Consiliare del PD in Comune.

Un modo per restare in collegamento con i consiglieri del Partito Democratico eletti a sostegno di Andrea Massari Sindaco di Fidenza.

Come di dice in queste situazioni, aspetta solo il vostro “like”… la trovate cliccando qui