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dic 012014
 
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E’ stato uno dei momenti più intensi degli ultimi Consigli Comunali. Quando la consigliera comunale Angela Amoruso, già candidata alla carica di Sindaco di Fidenza ha letto una (e)mozione del Movimento 5 Stelle che chiedeva l’introduzione di una rievocazione storica a Fidenza riguardante San Donnino a partire dal 2015.

Nel presentarla (è tutto qui, cliccate e leggete) si è sentita libera di riscrivere la storia di Fidenza e quando la consigliera Alessandra Narseti glielo ha sommessamente fatto notare ha risposto – fiera come una petizione online – che: “la storia come la insegnano non è detto che sia la verità, perchè noi abbiamo confrontato diversi e noti blog, wikipedia, per cui sinceramente ci sarebbero da fare dei controlli per vedere quale sia la vera storia.” (il video del consiglio è qui, a 1h e 4minuti)

E quindi sappiate che quel che sapevate non era vero. Costantino non morì nel 337, perchè nel V secolo distrusse Fidentiola, Fidenza nel 923 non esisteva e fu ricostruita solo nel 1923 e il corpo di san Donnino venne ritrovato da Carlo Magno, quasi 500 anni dopo la data che noi leggiamo nei libri di storia, non dai fedeli pochi decenni dopo. E sappiate che Donnino noi in verità non sappiamo cosa faceva veramente alla corte di Massimiano e che quando vi dicono che faceva il cubiculario è perchè in quel momento passava una scia chimica…

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nov 302014
 
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Gentili consiglieri interroganti,

alla vigilia della sentenza che ci dirà a brevissimo del futuro della cooperativa Di Vittorio questo consiglio aveva una opportunità: quella di affrontare la discussione doverosa su questo tema enorme e drammatico per le sue ricadute sociali, provando a ricercare, per la prima volta, un’unità civica che, ne sono certo, avrebbe contribuito a rafforzare e ad accompagnare le chance a favore di una svolta concordataria.

Quando ho ricevuto la vostra interrogazione per un attimo ho sperato che mi venissero chieste delucidazioni in ordine agli importanti passaggi Istituzionali fatti col Presidente del Tribunale e con il Ministero dello Sviluppo Economico.

Niente di tutto ciò.

Rilevo, con rammarico, che ci troviamo a discutere dell’ennesimo atto dal sapore inquisitorio, congegnato per dimostrare in maniera surrettizia la solita tesi diffamatoria che suggerisce ai cittadini l’idea di una responsabilità del sottoscritto e di altri, sapendo bene che non è così, e che è con il 2008 che vengono assunte dalla cooperativa scelte e indirizzi che si dimostrano sbagliate

Colgo l’occasione per una ulteriore analisi sulla vicenda Di Vittorio. Un passaggio necessario, dopo mesi di interventi della minoranza in questa sede e a mezzo stampa riassumibili non certo con l’obiettivo della difesa dei diritti dei soci prestatori, delle imprese creditrici e del Comune che tutti noi – e dico tutti noi – rappresentiamo
Vi siete erti a paladini delle sorti di questa cooperativa, e allo stesso tempo insultavate la cooperazione sui giornali. Il 19 novembre, a pagina 5 del quotidiano Libero, uno di voi figurava in un pezzo che esprimeva questi concetti “alti”: “sistema delle cooperative” in azione a Fidenza, “soldi buttati per salvare compagni falliti”.

In questi mesi avete denunciato la mancanza di un tavolo di crisi in Provincia, ma quel tavolo – per quanto sia depotenziata la Provincia – si attiva per le crisi occupazionali e non per le vicende di natura finanziaria che hanno conseguenze legate al risparmio e ai crediti delle imprese. Vorrei sapere da voi: cosa sarebbe cambiato, in cosa avremmo inciso convocando un tavolo inutile perché senza poteri su questa vicenda?

La realtà è che c’è stato chi ha lavorato sodo, per aiutare in tutti i modi possibili la svolta concordataria.

Con enorme soddisfazione, ho potuto constatare che quel civismo disinteressato e quell’unità politica e amministrativa che sono mancati in questo Consiglio, hanno invece costruito la base di un rapporto solido tra tutti i colleghi Sindaci dei Comuni di Parma, Salsomaggiore, Fontevivo, Fontanellato, Noceto e Fornovo Taro, rappresentativi di gran parte dell’arco politico locale e nazionale.

Con loro, un attimo dopo la nostra elezione, abbiamo subito creato una rete per intervenire concretamente sul caso Di Vittorio, lontano dai riflettori.

E dai Sindaci, anche dei vostri stessi partiti e della vostra stessa cordata civica, vi siete sentiti dire alla fine di ottobre che insistere sul tavolo provinciale era solo il pretesto per una passerella o per una condanna sommaria. Leggo il comunicato pubblicato dalla Gazzetta di Parma: “Per quanto riguarda i Comuni, crediamo sia giunto il momento di spendere una ulteriore parola di chiarezza, vista la quantità imbarazzante di speculazioni che sono state gettate sulla “Di Vittorio”, con pochi scrupoli riguardo al destino di tanti, a cominciare da quello dei soci prestatori

Tanto si è detto del famoso tavolo provinciale, dipinto come la panacea di tutti i mali. Al di là di chi spende questa tesi – che pure ha alle spalle storie politiche e militanze radicalmente ostili al movimento cooperativo –; al di là della forte limitazione operativa subita dalle Province; stiamo sul pezzo: il modello di tavolo di crisi Istituzionale attivato da sempre in Provincia riguarda le crisi occupazionali, non le crisi finanziarie come quella della “Di Vittorio”, peraltro principiate in un periodo preciso e da scelte che hanno nomi e cognomi”.

Vorrei chiedervi, a questo punto, se intendete seriamente includere anche Federico Pizzarotti (Movimento 5 Stelle), Fabio Fecci (Forza Italia) o Emanuela Grenti (civica) nel cast della grande fiction #tuttacolpadiAndrea?

Con la collaborazione preziosa dei colleghi Sindaci abbiamo seguito passo passo una vicenda complessa e drammatica per chi vi è coinvolto, portando avanti un percorso istituzionale che ci ha visti esprimere le nostre preoccupazioni al Presidente del Tribunale e al Ministero dello Sviluppo Economico. Questo per dire che su ogni tavolo possibile, i Sindaci ci sono stati e ci saranno.

A tal pro, lascia esterrefatti la dichiarazione del consigliere Rigoni, pronunciata nella seduta consiliare del 27 novembre, relativa all’incontro che i Sindaci hanno avuto col presidente del Tribunale: “Mi auguro che le pressioni fatte vadano a buon fine (…). Queste pressioni sono un poco indebite e non capisco a che fine siano state fatte (…). Sono pressioni che non so quale esito avranno”.

Ricordo a Rigoni che il potere giudiziario, sin dai tempi de “Lo Spirito delle Leggi” di Montesquieu, è autonomo e gli preciso che come Sindaci siamo stati ricevuti in regolare udienza dal Presidente del Tribunale, nei limiti delle nostre competenze, per rappresentargli le ricadute di un eventuale fallimento.
Ciò detto, visto che Rigoni accusa 7 Sindaci di “pressioni indebite” – termine di un pressapochismo giuridico unico – significa che lui per primo ritiene permeabile la nostra Magistratura a questo tipo di situazioni. Una forma mentis, mi sia consentito, che a noi non appartiene. Credo, inoltre, che con questa uscita qualcuno abbia definitivamente gettato la maschera.

Una cultura e un comportamento in linea con l’interrogazione di stasera, che ripropone i soliti argomenti, i soliti toni e la solita tesi allusiva “del sindaco che conosce da vicino lo sviluppo della cooperativa”.

Voi che sedete in quest’aula e che siete per la gran parte professionisti, dovreste sapere benissimo che le informazioni richieste – l’elenco dei membri del Cda, del collegio sindacale ecc, – non sono atti amministrativi del Comune su cui si esercita l’accesso agli atti ma sono dati reperibili – peraltro con grande facilità – presso la Camera di Commercio.
Inoltre, sul sito del Tribunale di Parma, con riferimento alla Di Vittorio, è pubblicata la relazione del Commissario giudiziale che riporta in 124 pagine anche queste informazioni dal 2008 in avanti.

Dovremmo, poi, chiederci tutti perché dal 2008 e non da prima. Evidentemente, il Commissario non ha tesi politiche da dimostrare circa oscure macchinazioni del centrosinistra locale ma, semplicemente, individua nel 2008 l’anno di svolta negativa nella vita e conduzione amministrativa della cooperativa.

Signori, questa vostra insistenza con temi pretestuosi sulla vicenda Di Vittorio si prefigura come il tentativo di strumentalizzare il dramma di centinaia di soci e prestatori, di creditori non privilegiati della cooperativa, al solo scopo di gettare fango sul sottoscritto e sull’area politica cui mi pregio di appartenere.

Ecco perché, rispondo una volta di più sul mio ruolo nel Cda della proprietà indivisa della cooperativa: eletto dai soci, sono stato fino ai primi mesi del 2006 nel consiglio della proprietà indivisa Di Vittorio. Proprietà indivisa che è la storia di Fidenza: ha garantito il diritto alla casa per centinaia di famiglie sul territorio provinciale (di cui parte rilevante a Fidenza), rappresentando allora come oggi il cuore originario e SANO della cooperazione abitativa. I problemi iniziarono, come emerge dai documenti elaborati nell’ambito della Procedura di Concordato ed ulteriormente evidenziato dal Commissario incaricato dal Tribunale, con le fusioni con altre cooperative e società. Lo ripeto: correva l’anno 2008.

Nel vano tentativo di giocare a chi resterà col cerino in mano in caso di fallimento della Di Vittorio, leggo nell’interrogazione urgente che ci si attacca anche all’operato di un dipendente del Comune di Fidenza, membro del Cda della Di Vittorio.
Vi informo che non vi sono incompatibilità legali e vi ricordo che il dipendente in questione – contestualmente all’elezione nel Cda che superò la vecchia gestione della cooperativa – informò il Dirigente, il Direttore generale in servizio con la passata Amministrazione ed il sindaco Mario Cantini. Nessuno di loro eccepì alcunché o fece emergere alcun conflitto d’interesse o incompatibilità tra il ruolo svolto in comune dal nostro dipendente e quello di membro del Cda di una cooperativa.
Da quel momento, comunque, il Dirigente responsabile ha disposto che alcuna pratica direttamente o indirettamente riconducibile al gruppo Di Vittorio fosse più istruita o seguita con gradi di responsabilità di procedimento dal dipendente interessato.

Infine, in merito a quello che potrebbe accadere alle casse del Comune di Fidenza in caso di fallimento, parliamo di rischi potenziali e, lo stesso, impressiona che oggi ci sia qualcuno meravigliato di quello che i Sindaci dei 7 Comuni hanno messo nero su bianco, sia al Presidente del Tribunale e al Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, cui competono poteri di vigilanza sul sistema cooperativo.

Circa la legge 865 del 1971, proviamo a leggere in particolare l’articolo 37. Lì si disciplinano le conseguenze per i fabbricati oggetto a suo tempo di assegnazione per la costruzione di alloggi di edilizia agevolata a proprietà (principalmente) indivisa.
In caso di scioglimento o di risoluzione anticipata delle convenzioni, la legge stabilisce che quel patrimonio sia conferito ai Comuni, col fine precipuo di non abbandonare al suo destino chi abita in quelle strutture. Subito dopo, la legge 865 aggiunge che i Comuni o gli altri Enti Locali a cui viene conferito il patrimonio, disponendo delle rendite che da questo derivano, debbono farsi carico di rimborsare le quote residue dei mutui istituiti per la costruzione o ristrutturazione degli alloggi.

E’ così straordinario che 7 sindaci manifestino preoccupazione seria per questo aspetto?

Veniamo alla vostra domanda sulle ipoteche che gravano sui beni del Comune di Fidenza. Non vi sono beni diversi da quelli su cui sono stati effettuati gli interventi di edilizia agevolata oggetto di ipoteca.
Dopodiché, questa Amministrazione fornirà ai consiglieri scriventi e a tutti quelli interessati – nei tempi tecnici necessari – l’elenco di tutte le convenzioni vigenti nei rapporti tra Comune e Di Vittorio per interventi di edilizia abitativa a proprietà divisa o indivisa.

Fino all’11 dicembre, giorno del pronunciamento del Tribunale sull’ammissibilità del piano concordatario, nulla di più dirò in merito a Di Vittorio.

Di certo, però, continuerò ad operare insieme ai colleghi sindaci, nei limiti delle nostre competenze, perché la vicenda possa avere la conclusione più favorevole per i cittadini coinvolti e per le imprese interessate.
Sono certo che anche ognuno degli interpellanti e tutti voi consiglieri Comunali farete lo stesso, ognuno per le proprie competenze e possibilità.

Dopo l’11 dicembre, comunque, quando il futuro della Di Vittorio sarà chiaro, convocheremo un Consiglio comunale monotematico, in cui poter discutere su una base oggettiva.

nov 302014
 
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di Franco Amigoni

Ok, non c’è bisogno di partire sempre dai massimi sistemi. Stamattina parto da un film di serie B, peraltro diretto e sceneggiato da una grande di Hollywood. “C’è posta per te”. Ve lo ricordate? Ho rivisto il finale stamattina su sky. Tom Hanks proprietario di una catena di megastore del libro che apre un nuovo punto vendita gigantesco proprio vicino alla libreria tradizionale gestita da Meg Ryan. ”The Shop around the corner”. Ce n’è un altro che parla di librerie, in quel caso il gestore della micro libreria è Hugh Grant. Che incontra casualmente Julia Roberts. Due commedie romantiche. Torniamo al negozio dietro l’angolo. Già in difficoltà, viene fatto fallire dal nuovo gigante della grande distribuzione. Tutti sono d’accordo che è così, anche i due proprietari, che poi ovviamente si innamoreranno.

Ma prima, Meg Ryan fa visita al megastore della Fox (volpe, che nome evocativo), e scopre due cose importanti.
1. i commessi sono degli ignoranti;
2. anche un punto vendita della grande distribuzione può essere caldo e accogliente, può avere un’anima. E le persone ci vanno molto volentieri. 

Una precisazione importante: correva l’anno 1998, quindi Amazon era ancora neonata (è stata fondata nel 1994) e in italia non esisteva proprio. Quindi niente commercio elettronico. Internet era molto presente, ma solo come intermediario delle mail tra i due protagonisti. Eravamo prima dell’era social.

Meg Ryan e i suoi colleghi fanno di tutto per resistere alla concorrenza, organizzano raccolte fondi, feste, conferenze stampa di protesta, ma non c’è niente da fare. Alla fine Meg Ryan andrà a lavorare da un editore importante come esperta di libri per bambini, e si metterà con il magnate della carta stampata. Titoli di coda. Diciamo che il finale è meno istruttivo della prima parte.

La domanda che mi è stata fatta anche ieri pomeriggio da un commerciante di Fidenza è: come si fa ad animare il centro storico, e implicitamente far coesistere negozi di piccole dimensioni, grande distribuzione e commercio elettronico? Cosa può fare il Comune per noi? Oggi fa troppo poco, quasi niente. Come si fa a elevare lo status di tutti i negozi dietro l’angolo in modo che diano le risposte che i cittadini e gli ospiti cercano?

Io gli ho dato una prima risposta da “consumatore”: io non vengo da te perchè in piazza c’è la giostra, o perchè ci sono delle belle luminarie. Vengo da te perchè hai della roba di alta qualità, che ti distingue. Poi naturalmente il fatto che lo spazio pubblico sia ben attrezzato, accogliente e caldo, non solo durante le feste, è un importantissimo corollario.
Ma è la qualità dell’offerta che fa la differenza, l’anima di un luogo.

Il Genius Loci deve pervadere sia lo spazio pubblico che lo spazio privato, ma lo spazio privato non può attribuire al pubblico un ruolo trainante sul mercato che non può avere, soprattutto a livello di un piccolo paese.

Si, ma Meg Ryan, che era bravissima e aveva una offerta super specializzata, è fallita lo stesso.
Vero.

Purtroppo oggi tutti, i commercianti ma anche i professionisti, sono  in difficoltà. E spendere soldi pubblici per sperimentare soluzioni di rivitalizzazione significa anche, in parte, che quei soldi non daranno sempre i risultati attesi. Il “moltiplicatore” economico, il volano dell’economia urbana è lento e difettoso in questo momento. Ma da noi c’è una grande differenza rispetto ai luoghi di “C’è posta per te”. Qui l’anima pubblica è forse polverosa, ma ben presente ovunque. E i centri storici ritroveranno nei prossimi anni un nuovo assetto, mentre molta grande distribuzione periferica si avvierà al declino. Il mondo cambia sempre. Regole e progetti del pubblico possono aiutarlo a cambiare in meglio.

- leggi anche: “La destra, la sinistra, tutto ed il contrario di tutto” di Marco Gallicani

nov 242014
 
women rights - diritti per le donne

Martedì 25 novembre Fidenza celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne con un Consiglio comunale straordinario per annunciare alla città la propria adesione al Protocollo d’intesa Anci Dire (Donne in rete contro la violenza).

Alle ore 18.00 nella Sala del consiglio del palazzo municipale, dopo l’introduzione del presidente del Consiglio comunale, Amedeo Tosi, e il saluto del sindaco, Andrea Massari, l’assessora al Welfare, Alessia Frangipane, illustreràl’adesione del Comune di Fidenza al Protocollo Anci Dire, con il quale i Comuni italiani si impegnano a promuovere e sviluppare azioni per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne, per proteggere e tutelare le donne vittime di violenza, a elaborare risposte efficaci al fenomeno. Samuela Frigeri, presidente del Centro antiviolenza di Parma, illustrerà poi i dati del fenomeno sul nostro territorio e le azioni messe in campo per contrastarlo.

«La violenza maschile contro le donne è un fenomeno diffuso e crescente che non può essere ignorato. Fidenza aderisce alla Campagna del Fiocco bianco. Nel corso del Consiglio comunale sarà consegnato a tutti gli uomini presenti un nastro bianco: un simbolo indossato da coloro che si impegnano a non commettere mai violenza contro le donne e a non rimanere in silenzio di fronte a questo fenomeno», commenta il presidente del consiglio comunale,Amedeo Tosi.

«La violenza maschile contro le donne è un problema culturale e ogni Istituzione deve contribuire mettendo in atto tutte le azioni possibili per contrastarla, per dare un aiuto concreto e soprattutto fare prevenzione. Le donne che subiscono la violenza maschile non devono essere lasciate sole, hanno bisogno del nostro aiuto. Fidenza ha già attivato azioni a loro tutela; la seduta straordinaria del Consiglio rappresenta un’assunzione di responsabilità da parte del Consiglio comunale e dell’Amministrazione», spiega l’assessora Alessia Frangipane.

nov 192014
 
AvvisoPubblico_logo

Giovedì 13 il Comune di Fidenza ha aderito ad Avviso Pubblico, la rete di enti locali che sviluppa e promuove i temi della legalità e del controllo delle infiltrazioni mafiose. È un tema che mi sta molto a cuore come sa chi ha seguito le cose che abbiamo detto e fatto da quando sono segretario del Pd di Fidenza.

Non è sempre stato così, ho scoperto Avviso Pubblico in tempi relativamente recenti (grazie ad un libro di Marco Arnone, “La corruzione costa. Effetti economici, istituzionali e sociali”). Scoperto nel vero senso della parola e cioè come parte di un percorso che va oltre l’informazione fine a se stessa. La scoperta è un passaggio verso la conoscenza. E poi verso la responsabilità. Un percorso che don Peppe Diana ripeteva quasi ad ogni messa e che sappiamo cosa gli costò. Scoperta, conoscenza e responsabilità, informarsi, approfondire e prendersi carico delle conseguenze.

Che in Italia esista un’associazione che s’impegna nella lotta alle mafie lo si sa anche solo sentendo un telegiornale la sera. E ci vuole forse anche poco per ammirare quel che fa don Ciotti perché alla fine si prova quasi istintivamente empatia verso chi ci mette la faccia in modo così onesto e pulito, rischiando così tanto. E però poi spesso ci si ferma a quello. Ci si ferma all’ammirazione. Che non serve a niente. Non serve a niente “la moda della lotta alle mafie”, non serve a nulla organizzare dibattiti fine a se stessi.

Serve un percorso, un proprio personale percorso verso la scoperta, la conoscenza e la responsabilità. Un percorso ogni volta diverso e infatti Libera non è un’associazione, ma una rete di associazioni, nomi e numeri. E lo stesso Avviso Pubblico, dentro alla quale ci sono sindaci di diversa espressione politica e approccio culturale.

Serve individuare e denunciare, nelle singole località e prima dell’intervento della magistratura, una serie di situazioni che presentano delle criticità. Le prime commissioni antimafia ricevevano i dossier di documentazione su affari sospetti molto più spesso dai sindacati che dalla polizia. Pio La Torre viene da quella esperienza. Viene prima dell’azione delle forze dell’ordine.

Oggi purtroppo e invece c’è una parte importante della società italiana che esprime consenso verso la “cultura” e il metodo mafioso.
Che sono quella cultura e quel metodo per cui pochi è meglio che tanti, per cui la sostanza ha sempre bisogno di un aiutino perché la forma purtroppo la ostacola, per cui l’importante è “vivere e lasciar vivere”, per cui il riferimento è alla legge del più forte, anziché a quella del bene comune. Non è certo più solo quella della coppola e della lupara. La cultura e il metodo mafiosi sono fatte di persone che si presentano ben vestite, che spesso parlano più di una lingua straniera, che sanno maneggiare e investire soldi (tanti soldi) che allacciano e intrattengono rapporti con avvocati, commercialisti, imprenditori, direttori di banca, politici. Che siedono in consigli di amministrazione. Che vivono e fanno affari, leciti e illeciti, in tutta Italia e in altri Paesi europei ed extraeuropei. Questo è il nuovo volto delle mafie italiane, in particolare della ‘ndrangheta: “[…] persone e reti imprenditoriali che hanno strumentalmente alimentato l’idea che la mafia sia un fenomeno meridionale allo scopo di poter fare i loro affari con i mafiosi senza troppi problemi. Mafiosi e imprenditori si sono cercati -e si cercano- reciprocamente, soprattutto al nord” (P.Romani)

Questo percorso era nel nostro programma elettorale, che finalmente comincia a intravvedersi dietro gli atti della nuova amministrazione. Finalmente si concretizzano quegli impegni su cui avevamo chiesto la fiducia ai cittadini. Che non è mica una cosa da poco chiedere a qualcuno di darti la fiducia su una cosa che è stata svilita da anni di gestione del consenso, di vabbè, di “ma tanto cosa vuoi che cambi”, di “si, ma son tutti uguali”..

Si promise in campagna elettorale di “Creare una vera zona di educazione contro le mafie” e l’altra sera abbiam sistemato due bei tasselli di questo puzzle, assieme a Salsomaggiore.

L’altra sera la politica ha dato un segnale, che è il solo l’inizio di un percorso, ma è un segnale importante, perché ha saputo prendere una decisione, ha chiamato il Consiglio ad assumersi una responsabilità, a dimostrare come la credibilità delle istituzioni non ammetta uno scollamento tra parole e azioni, tra l’enunciazione di principi e la realtà.

E quindi è bene che con questa delibera il Comune vada oltre il gesto di per se encomiabile e cominci a dare una “forma organizzata” alla cultura della legalità, attraverso strumenti e opportunità di coinvolgimento della comunità locale in un percorso di informazione e formazione. Perché la criminalità non rappresenta solo un problema di ordine pubblico, ma impedisce la crescita economica attraverso regole deviate dell’economia e impedisce la crescita di una comunità sostituendo i principi di apertura con quelli della chiusura, frutto della paura. Non parliamo di spiccioli; la Corte dei Conti stima il costo della corruzione in 60 miliardi di euro all’anno, denaro che si muove tra un paradiso fiscale e l’altro in attesa di essere reinvestiti nell’acquisto di pregiati immobili, gioielli, ed altri beni materiali. L’altra sera abbiamo ribadito che la mafia e la corruzione sono incompatibili con la democrazia, punto. E che partecipazione e trasparenza sono davvero il cuore della politica e dell’economia.

nov 192014
 
Stefano Bonaccini

Domenica prossima si vota per le Elezioni Regionali, in un clima di scarsa attenzione e grande disaffezione. Non è il caso ora di decostruire o contestare queste sensazioni che sono in parte legittime, forse anche giustificate e, comunque, tutte figlie di un clima che la politica per prima non ha saputo affrontare.

Anche noi del PD Fidenza, nel nostro piccolo, stiamo lavorando per recuperare la stima e la collaborazione dei cittadini, per rigenerare la politica dal basso in modo che persone comuni e giovani possano riappassionarsi alla gestione della cosa pubblica.

Ma se abbiamo speso gran parte della campagna elettorale per Fidenza ribadendo che il nostro territorio – e i cittadini che lo abitano – meritavano un salto verso il futuro e l’innovazione, ecco, allora, non possiamo non ricordare ai nostri elettori e a tutti i cittadini che molte delle questioni che abbiamo affrontato e che stiamo per affrontare dipendono dalla Regione.

È infatti dall’attività del Governatore e dall’Assemblea Legislativa che dipenderanno, per citare solo alcuni dei temi cruciali, il futuro dell’Ospedale di Vaio, le dotazioni ai servizi sociali, la tutela e la valorizzazione del lavoro soprattutto nella sua dimensione globalizzata.

E poi della qualità della ricerca scientifica e della formazione diffusa, dell’innovazione energetica, degli incentivi alla rete dei trasporti locali, dell’efficacia della macchina amministrativa, della difesa del territorio, delle scommesse da vincere con l’agricoltura biologica e l’economia alternativa.

Quanto pesi la partnership territori-Regione lo abbiamo toccato con mano a Fidenza, portando a casa i fondi mancanti per la bonifica della ex Cip-Carbochimica.

L’Emilia Romagna è una terra meravigliosa, è facile amarla per quanto sia ospitale e moderna, ricca di saperi ed eccellenze, abituata a standard di qualità della vita pubblicale che altri semplicemente si sognano.

Ma non basta: alla buona politica non basta mai il miglioramento. E noi Democratici non possiamo e non vogliamo sentirci appagati, ma ci piace ambire ad obiettivi sempre più ambiziosi e sempre più sfidanti.

Per questo voteremo come presidente Stefano Bonaccini, perché con lui e con il dialogo che ha saputo tenere vivo – anche in occasione delle nostre ultime primarie locali – sappiamo che potremo costruire un’area vasta che ci tuteli come zona e ci proietti verso l’integrazione europea. Uno scenario di crescita ben diverso dall’isolamento localistico che non solo non ci appartiene, ma che sarebbe il danno più grave inferto alla nostra terra.

nov 182014
 
è un'attività di aiuto e di sostegno messa in atto da soggetti privati, generalmente in modo gratuito, per varie ragioni che possono essere di solidarietà, di giustizia sociale, di altruismo, filantropia o di qualsiasi altra natura. Il volontariato può essere operato individualmente o in associazioni organizzate.

Sono nati ierisera ufficialmente i Lunedì della Garibaldi, intesa come piazza. Che è il centro della città, e quindi ne rappresenta il cuore.

Sono incontri periodici di tutta la maggioranza che governa o sostiene il governo di Fidenza. Sono incontri importanti perchè non coinvolgono un singolo partito, ma tutto un pezzo della città che ha saputo meritare la fiducia dei cittadini, la scorsa primavera. Servono per tenere ben saldo il timone di fronte alle emergenze e alle necessità dell’amministrazione quotidiana.

Si discute di tutto quello che stiamo facendo e di quello che vorremmo fare. Ci sono la segreteria del partito, il gruppo consiliare e la giunta. E il Sindaco, ovviamente. Ieri sera ad esempio abbiamo parlato del prossimo Consiglio sul tema della violenza contro le donne, abbiamo discusso delle prossime scadenze e delle imminenti elezioni regionali.

Ma sono incontri importanti anche per tutti voi che potrete interagire con le persone che si riuniscono tutti i Lunedì sera con domande, questioni che vi stanno a cuore o semplicemente commenti a qualcosa che è successo, o che non è successo.

Perchè avevamo promesso che avremmo riportato la partecipazione di tutti al centro della cosa di tutti (la repubblica, ricordate il 2 giugno?) ed ogni impegno è una promessa.

Scrivete a segreteria.pdfidenza [@] gmail.com e ricordatevi di mettere nel messaggio che è un tema per i #lunedìdellagaribaldi

nov 112014
 
Cipe delibera fidenza

E’ arrivato l’ok finale del Governo. Il Cipe ieri ha confermato le risorse annunciate il 20 ottobre.

Adesso è davvero fatta: abbiamo riportato a casa in 150 giorni 4 milioni mancanti da 4 anni per la bonifica della ex Cip-Carbochimica. Risorse che rappresentano il più grande investimento dello Stato sul parmense almeno degli ultimi anni. Non ci saranno più attese al cardiopalma, scaricabarili politici o incertezze: nella serata di ieri il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica ha dato l’ok definitivo e finale, rispettando l’impegno assunto lo scorso 20 ottobre. Un fatto che entra a pieno titolo nella storia di Fidenza.

E’ arrivata la svolta che tutti aspettavamo e che ci permetterà di procedere speditamente alla conclusione della bonifica di una delle più grandi emergenze ambientali d’Italia che dal 2003 passo dopo passo abbiamo messo in sicurezza e ora stiamo definitivamente bonificando. Fidenza, segnatamente, sarà il primo Sito di Interesse Nazionale ad essere completamente ripulito e consegnato ad un nuovo destino produttivo ambientalmente sostenibile perché a basso impatto in EX CIP ed Ex Carbochimica.

Il risultato è misurabile da ogni fidentino: in 150 giorni è stata risolto uno stallo che ci aveva fatto perdere troppo tempo. Situazione che certifica anche il Governo nella sua nota ufficiale, scrivendo che “si è recuperato un ritardo di 4 anni dalla firma dell’accordo di programma”Il progetto del Comune di Fidenza ora è quello di concludere la bonifica entro il 2016, lanciando sui 115.000 mq dell’area ex Cip-Carbochimica un progetto sperimentale “di rilancio produttivo, con incubatori di imprese e start-up e attività a basso impatto ambientale sostenute con una no tax area e forme innovative di accesso”

nov 102014
 
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L’assessora al Welfare Frangipane e il sindaco Massari hanno presentato il nuovo bando. Le domande dovranno pervenire entro il 28 novembre. Per il diritto alla casa in un mese sono arrivati 180.000 euro

Fidenza ha messo a disposizione 120.000 euro per aiutare le famiglie e i cittadini in difficoltà col pagamento dell’affitto. Una nuova misura anticrisi che va ad integrare la gamma dei servizi di edilizia pubblica comunale ed eleva a 180.000 euro le risorse stanziate per il diritto alla casa.

Non solo è difficoltoso accedere al mutuo e comprare casa, ma per diverse famiglie anche il pagamento dell’affitto è diventato impossibile, a causa di una riduzione drastica del reddito dovuta, principalmente, alla perdita del lavoro o alla sua estrema precarizzazione”, ha spiegato oggi in conferenza stampa  l’assessora al Welfare Alessia Frangipane.

Per questo il Comune di Fidenza ha messo sul tavolo le risorse necessarie per attivare il contributo dello Stato e della Regione – ricorda la Frangipane –. Insieme riusciamo a erogare 120.000 euro a favore di chi risiede nel nostro territorio”.

In un mese scarso abbiamo liberato 120.000 euro sul fondo affitti e 60.000 euro contro la morosità incolpevole. Il totale fa 180.000 euro a favore delle famiglie e del diritto alla casa, a cui va aggiunto il bando per  chi non riesce a far fronte al costo delle bollette dell’acqua”, evidenzia il sindaco Andrea Massari, aggiungendo che “siamo andati a cercare finanziamenti ovunque fosse possibile, facendo la nostra parte anche con risorse comunali. Un impegno importante che dimostra che un Comune rapido e con obiettivi chiari può fare la differenza”.

Come funziona il bando
Il contributo per il fondo affitto non potrà superare il 50% dell’ammontare del canone annuo di locazione e l’importo massimo mensile di affitto calcolato per il rimborso è pari a 580 euro. Inoltre, il Comune ha disposto la possibilità che i contributi integrativi vengano liquidati ai locatori in caso di morosità degli inquilini. Gli interessati a presentare la domanda per l’agevolazione dovranno compilare i moduli scaricabili sul sito del Comune (Servizi Sociali – Ufficio Casa) o ritirabili presso lo Sportello Sociale del Comune (piazza Garibaldi, 25/d) o nella sede Acer di Fidenza ( via 1° Maggio, 14/a).

La domanda va presentata entro e non oltre il 28 novembre alla sede di Fidenza dell’Acer o a mezzo postale.
Gli uffici Acer di Fidenza seguono questi orari:

  • lunedì e giovedì: dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 15 alle ore 17
  • martedì, mercoledì: dalle ore 9 alle ore 12

 

nov 052014
 
La traccia 2

Alcuni ragazzi attivi nelle zone delle Terre Verdiane si sono inventati una nuova e notevolissima iniziativa editoriale. Se volete ricevere i prossimi numeri non dovete fare altro che scrivere il vostro Nome e Cognome a latraccia.rassegna [@] gmail.com
Questa è l’introduzione al numero 2

Non c’è chi non veda che questo è un periodo di transizione. Ora più che mai, i già avanzati processi di globalizzazione calano la maschera e mostrano, insieme agli occhi penetranti ed agli affascinanti tratti esotici di quelle realtà che prima non avremmo potuto conoscere, con tutti i vantaggi e le bellezze che portano, anche i denti dei due miliardi di esseri umani che attraverso i medesimi canali hanno visto il nostro stile di vita e, di quella vita, ora vogliono un pezzo.

Vogliono mangiare, con quei denti. E sfido chiunque a dire che non è un loro diritto. Ciò che cambia, per noi, sono gli equilibri ed i paradigmi di quello che, come ci ricorda la Costituzione più bella del mondo, è il principio fondante e fondamentale della nostra repubblica, il lavoro: più lavoratori vuol dire più offerta ma non più domanda, quindi minor costo, del lavoro.

Dobbiamo essere consapevoli dei cambiamenti del mondo e dei conseguenti slittamenti delle faglie di conflitto ideologico: non è vero che non esistono più destra e sinistra, semplicemente queste non sono più quelle di una volta, e questo spesso ci confonde. Proprio di questo si sta discutendo in queste settimane, con toni sempre più accesi: sotto il simbolo della lotta ideologica contro o per l’Articolo 18, due modelli di sinistra, quella tradizionale e quella della “terza via”, si scontra no in un vortice di attacchi e contrattacchi che porteranno ad una sintesi, dolorosa sì, ma necessaria, di quello che sarà il nuovo schieramento del moderno centrosinistra italiano.

Non basta certo un trafiletto di trecento parole a spiegare questa situazione, che è il riflesso di un mondo che cambia. Non basta neppure a giustificare (nemmeno con la semplicistica teoria dei giochi) lo spostamento al centro del Pd di Renzi. Non ne ha la presunzione. Basta solo ad augurarvi buona lettura, sperando di aver stuzzicato la vostra curiosità.