Un Consiglio Comunale che può durare 2 ore e invece ne è dura 5 mostra tutti i limiti di un sistema di governo locale sostanzialmente da ripensare. I criteri di efficacia ed efficienza che regolano le vite fuori dal Comune devono necessariamente avere un valore anche dentro perchè chi vi siede deve poter anche solo lontanamente rispondere alle reali esigenze dei cittadini.
Tra le tante perle ne segnaliamo alcune che vanno oltre la caricatura;
Si perchè ci sono affermazioni che si possono fare e altre che proprio non si possono fare, specie se si è eletti in un Consiglio Comunale di una Repubblica che nasce dalle ceneri di un periodo come quello del ventennio. Un consigliere comunale non può affermare, tra il serio ed il faceto, che una Legge “è buona perchè è stata approvata sotto il duce”. Non può. Se lo pensa è un problema suo e dei suoi elettori – che prima o poi lo capiranno che il fascismo non ha avuto nessuna conseguenza positiva sulla società italiana – ma se lo dice in pubblico è un problema delle istituzioni che quel periodo hanno combattuto.
Così come non si può affermare in pubblico – a sostegno della richiesta di cittadinanza onoraria (!!!) a favore dei due Marò implicati nella crisi dell’Enrika Lexie del 2014 – che “purtroppo sono capitate che delle persone sono morte”. O affermare che i militari erano li per adempiere ad una “consegna ufficiale” quando invece stavano difendendo i beni e gli interessi di un cargo privato con attrezzatura militare italiana, secondo una disposizione geniale del già ministro La Russa, che l’Italia condivide con colossi della democrazia come Panama Liberia e Isole Marshall.
Qualcuno deve pur prendersi la briga di sottolineare che il ruolo che si esercita in Consiglio Comunale non è stato affidato a quelle 16 persone perchè ci si divertissero, ma perchè rappresentassero tutti i cittadini e perchè lo facessero impegnandosi al massimo sia nello studio (anche della lingua italiana, che è un patrimonio come la bandiera, sino a prova contraria, perchè serve per farsi capire da tutti) che nella partecipazione ad un processo. E non ha senso, non lo farebbe nessuno fuori da quell’Aula, che si spendano 5 ore di una sera per giocare a rimpiattino su argomenti che non si conoscono (perchè ad un certo punto tocca alla maggioranza sottolineare che fra Severino si chiamava Riccardo o che in Italia esiste una Legge che “vieta” di intitolare vie a persone decedute da meno di 10 anni) o dei quali si crede di avere un’affinità solo strumentale, di propaganda.
Perchè altrimenti è come dire: cari cittadini, noi non siamo in grado di pensare al futuro dei nostri figli e nipoti, al lavoro, alla sfida che il mondo ci lancia, ma quanto a toponomastica non ci batte nessuno.