Ieri il Partito Democratico ha vinto una sfida che in pochi pensavano possibile. Una sfida così politica che per capirla non servono grandi numeri. Ne scriviamo solo uno, che però rende l’idea: dalla nostra parte, con noi che abbiamo “preso parte”, c’è il 41.54% dei voti di Fidenza.
Ecco, basta. Perchè per questa conquista politica non sono serviti i numeri e non ci servono quindi ora, per celebrarla.
Sono servite invece le mani, le facce e le teste che dietro le facce e con le mani macinavano progetti e idee nuove. Molte le vedete nella foto, stravolte da una campagna elettorale intensa e lunga.
Ma con molte altre abbiamo costruito, insieme, un grandissimo risultato. Sul finire del 2013, non una vita fa, ci siamo ritrovati all’interno di un percorso comune che solo qualche mese prima sembrava impossibile e lo abbiamo seguito con la passione, l’umiltà e la sfrontatezza di chi butta lo sguardo oltre l’ostacolo, e un attimo dopo ci butta il cuore, come ha detto e scritto Andrea in più di un’occasione.
Abbiamo costruito una carta d’intenti per le primarie, le abbiamo giocate con trasparenza e semplicità, abbiamo gestito con saggezza il risultato che queste ci hanno affidato. Abbiamo coinvolto tante persone che mai si erano sognato di frequentare un partito e insieme a loro abbiamo scritto un programma che poi molte altre forze politiche locali hanno “saccheggiato”.
Abbiamo fatto fronte, con la calma dei forti, a quasi 2 mesi di attacchi frontali. E non abbiamo mai replicato, mai siamo scesi al livello di chi ci accusava di tutto, identificandoci in quei nemici che sono buoni per tutte le occasioni, perchè giocarsela in contrapposizione (persino giocando con l’infamia, come accaduto l’ultimo giorno di campagna elettorale) è da sempre tanto più facile. Abbiamo continuato a parlare di contenuti (lo avevamo promesso nel periodo del congresso) e sui contenuti ci siamo confrontati coi cittadini, che facessero parte di qualche organizzazione costituita o fossero solo abitanti di un quartiere o di una frazione.
Abbiamo ancora 15 giorni di campagna elettorale, che affronteremo come abbiamo fatto fino ad oggi: senza strepiti, senza attacchi strumentali e sempre e soltanto portando avanti la forza di un cambiamento a portata di mano. Ora, come dice Andrea anche oggi,