Anche a pensarci molto bene non mi viene in mente niente di più “vecchio” che polemizzare a distanza con il sindaco attraverso le pagine del giornale locale. Io con il comunicato – che non è un intervista, il comunicato – dovevo dire giusto un paio di cose e quelle ho detto. E cioè che se scrivi un commento ad una notizia devi stare attento a quello che dici, ai nomi che scrivi e alle date che riporti. E che questa amministrazione ha fatto poco e quel poco lo ha fatto stancamente, sempre anteponendo le giustificazioni alle motivazioni, in un continuo “vorrei ma non posso” che è un po’ triste, molto solitario e speriamo finale. (cit.)
Questo “stile” ha influenzato il tessuto collettivo di Fidenza che secondo me è peggiore di cinque anni fa.
Su tutto il (tanto) resto si può parlare, ma solo dopo aver chiarito che la questione non può essere risolta da uno dei tanti artifici retorici fallaci che il sindaco usa abitualmente: replicare senza rispondere, parlare di “errori del passato” dando per assodato che errori siano, ripetere all’infinito un rosario compatto e confuso, considerare l’interlocutore solo un “suonatore”, e così via.
Ecco, tra le tante cose che mi han chiesto di fare per la mia città e il mio partito quando mi hanno coinvolto nel congresso del circolo non erano comprese le “polemiche con il sindaco”, altrimenti avrei anche obiettato che non le sapevo fare e che a dire il vero era una competenza che proprio non m’interessava. Io ho fatto altro, e quel che ho fatto lo han ben visto tutti perchè il mio curriculum è stato diffuso come fosse una cosa importante.
Marco Gallicani (segretario)