set 072013
 
materassaio

Esiste un muro da abbattere a Fidenza, non con la forza, non con i martelli ma con le idee. Si tratta di quel lamierone che circonda e nasconde lo spazio lasciato dell’ex Forno Comunale. Da tempo tutto tace su quell’area, sul suo futuro, sulla sua destinazione e nel frattempo il luogo non aiuta certo Fidenza a riprendersi ne visivamente ne moralmente. Si possono fare tante cose in quel luogo ma partiamo dall’obiettivo generale. Fidenza ha bisogno, per salvare il suo centro storico, di “riqualificarlo” come si diceva una volta, per i fidentini ma non solo. La chiusura dei negozi, lo svuotamento del centro, non si fermano rivolgendosi solo ai fidentini. Occorre rendere la nostra città, il nostro centro, attrattivo anche per chi viene da fuori. Deve tornare ad essere “la vasca” del territorio. Deve suscitare curiosità e ammirazione. Occorre il guizzo vincente che porti la nostra città al centro dell’attenzione.
La zona dell’ex Forno Comunale è confinante con gli ex licei o “casa del popolo” che si è deciso di vendere per intascare qualche soldino, pochi per la verità, soldini senza futuro, senza prospettiva. Un altra banca in centro pensiamo veramente che possa salvare Fidenza?

O forse occorre pensare ad altro?

Cosa?

Innanzi tutto unire i due spazi, ex licei e ex Forno, in un unico grande progetto e trasformare quei luoghi in botteghe di giovani artigiani. Una sorta di Start up dei mestieri di una volta, ciabattino, corniciaio, sarto, pittore, scultore, falegname, vasaio, stampatore, arrotino, rilegatore, impagliatore, materassaio e chi più ne ha più ne metta. Manderemmo anche, in questo modo, un importante segnale sul riuso dei materiali, messaggio culturale e di cambiamento. Parte bassa quindi botteghe artigiane, luoghi di ritrovo con tavolini all’aperto, piazzetta interna del San Giovanni ideale per piccoli spettacoli e mostre. Piazza del Teatro senza auto (i posti si recuperano con il raddoppio del Guernika) Un coordinamento del luogo che lo renda vivo anche la sera con iniziative di vario tipo. Un luogo bello da vedere anche perchè si potrebbero osservare le modalità, gli strumenti, i tempi di lavoro di una volta. Il lavoro che, tornando manuale, diventa a suo modo spettacolo. Parte alta degli edifici appartamentini da dare in affitto a giovani, studenti, coppie a partire da coloro che aprono la bottega artigiana. E un pezzo di centro si trasforma visivamente e culturalmente, creando qualche cosa di spendile all’esterno, che può incuriosire e attirare persone. E magari, per dare una spintina all’avvio dell’iniziativa, per il primo anno le botteghe artigiane vengono affittate praticamente a zero. Come ottenere tutto questo? Una sana collaborazione tra pubblico e privato, qualche fondo da recuperare sugli incentivi alle giovani imprese e qualche fondo da recuperare sui rilanci del centri storici.

Un sogno? Un’utopia?

A volte basta crederci!

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 Posted by at 14:21

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