lug 312011
 
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La piazza gremita, i comitati civici presenti, un Bersani carico e grintoso che parte subito in quarta, e ne ha per tutti.
Il Segretario inizia togliendoci dal groppone un bel peso: ”Oggi sono partite le prime querele”. Negli applausi scroscianti che seguono si può sentire il sollievo del popolo degli elettori e dei militanti: tutti sanno che se rispondi alle accuse con una denuncia per calunnie significa che hai la coscienza pulita. Un buon segno che può ristabilizzare la vacillante fiducia di alcuni. Continua, con un lineare e calzante parallelismo che descrive allo stesso tempo la situazione italiana e quella parmense.
Senza risparmiare nulla a nessuno.
Non alla Lega, cui imputa il tradimento verso se stessa e i propri elettori, di accattonare ministeri e di aver perso nel bosco, con le ronde, lo spirito originale.
Non a questo governo – né a questa giunta – di bugiardi ed ignavi spendaccioni preoccupati di non scontentare un gruppetto di privilegiati a scapito delle famiglie e dei lavoratori – si parli della riduzione delle detrazioni fiscali preventivate da Tremonti o degli oltre 300 milioni di debito del comune ducale. Non ai partiti di maggioranza, che hanno sostenuto ed alimentato un sistema malato, una “malattia che ci circola nelle vene” la cui cura non potrà limitarsi alla sconfitta di Mr B, al di là e contro ogni precedente dichiarazione d’intenti, bocciando di volta in volta le mozioni e le proposte democratiche o bypassandole con lo strumento della fiducia, che uccide il dialogo.
Non al Presidente del Consiglio – né al Sindaco – “inchiodato alla sedia come una cozza allo scoglio” che accusa di averci nutrito a “pane e stupidaggini” per tre anni, negando contro l’evidenza l’esistenza d’ogni problema, con la colpevole complicità di struzzi plaudenti abbagliati dalla promessa di un miracolo impossibile.
Non all’antipolitica, che Bersani vorrebbe vedere trasformata in buona politica ed agire in concerto sia con la politica tradizionale, la cui funzione rappresentativa è imprescindibile, sia col civismo, per reinterpretare la società e dar voce ad energie nuove.
Non allo stesso Partito Democratico che, “troppo giovane per aver già risolto i propri problemi ma troppo vecchio per essere un progetto politico fallito”, deve accettare le critiche ma “aggressioni no, calunnie no, fango no”. Il tutto rispettando sempre e comunque l’operato della magistratura, perché è proprio nell’interesse del partito che tutti vedano fare un passo indietro quegli elementi la cui affidabilità e onestà venga messa in dubbio.
Tutto sotto la guida di alcuni princìpi e parole d’ordine: discontinuità, trasparenza, onestà politica, riforme, sviluppo, redditi e lavoro.
Chiude infine, il Segretario, annunciando la riscossa della sinistra nel comune con un Pd al servizio del civismo propositivo: “Ci siamo ripresi la parola ‘patrioti’, da sempre democratica e rubata dal nazionalismo e dall’imperialismo. La prossima volta che verrò a Parma sarà per rifare nostro il Va Pensiero”.

Marco Vernizzi

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 Posted by at 14:04

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