mar 182011
 
quando

C’erano davvero tante persone lunedì 14 marzo alle ore 18 nel ridotto del Teatro Magnani per partecipare all’iniziativa organizzata dalle donne del circolo Pd di Fidenza. Il pubblico era per lo più femminile ma nella sala c’erano anche diversi uomini. Il tema del dibattito era molto interessante: “Donne al centro di un mondo che cambia – scenari e proposte per un nuovo welfare”.
Le ospiti erano di grande spessore: Flavia Franzoni (moglie dell’ex capo del Governo Romano Prodi), Marcella Saccani (assessore provinciale al welfare e alle pari opportunità), Manuela Amoretti (assessore provinciale alla formazione e al lavoro) e Lucia Mirti (Presidente dell’Assemblea regionale del Pd).
Nicoletta Fanzini, coordinatrice del gruppo delle donne ha spiegato, in un breve discorso iniziale, le ragioni dell’iniziativa che rientra tra le manifestazioni dell’8 marzo. Le donne rivestono un ruolo centrale  nella realtà sociale, culturale ed economica. La festa delle donne oggi cade in un momento particolare in cui si è vista la nascita della conferenza regionale delle donne democratiche, oltre all’imponente manifestazione “Se non ora quando” del 13 febbraio a cui molte hanno partecipato e non va infine dimenticato che quest’anno si festeggia il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. E’ risaputo che le donne si sono molto impegnate per la promozione di una democrazia paritaria, per l’attuazione dei principi di uguaglianza, di pari opportunità e di non discriminazione ma è noto che molto cammino resta ancora da fare anche all’interno del nostro partito.
Dopo di lei è stata la volta del Segretario del Pd Davide Malvisi che ha portato i suoi saluti all’assemblea.
Lungo e particolareggiato l’intervento di Lucia Mirti che ha dato lettura del “libro nero del governo per le donne” in cui si dimostra  che la strategia del governo Berlusconi in questi anni è stata quella di demolire quanto di positivo si era costruito in favore della partecipazione delle donne al mercato del lavoro, del rispetto dei diritti delle donne e del suo corpo, del welfare. Il documento della Mirti ci offre anche una serie consistente di dati preziosi che non intendiamo sintetizzare e che mettiamo a disposizione di tutti (download).
Flavia Franzoni Prodi invitata a parlare del modello di welfare, che al momento sembra essere in crisi, ha un po’ polemizzato sul titolo del convegno, laddove si parla di “nuovo” welfare. «Sono 40 anni che mi occupo di queste cose – ha detto –  e tanto è stato fatto soprattutto nella nostra regione. Provo malinconia a sentir parlare di nuovo, Ci sono ancora tante cose da fare ma farei attenzione a non abusare troppo di questa parola». Esiste, a suo avviso, la necessità di una conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e donne e uomini non possono pensare di risolvere tutti i loro problemi ricorrendo ai servizi. Le amministrazioni non hanno abbastanza risorse e occorre chiedere alle aziende di fare di più. Occorre, secondo lei, “uscire dal welfare del sociale”. Nel suo intervento la Franzoni ha parlato a lungo degli asili nido che rappresentano un servizio molto apprezzato e che con l’avvento del federalismo andranno incontro  a molti problemi. “Invece di migliorare il pubblico – ha detto – c’è l’abitudine di esternalizzare i servizi ma occorre fare attenzione perché così facendo si rischia di perdere la centralità del pubblico”.
Anche Marcella Saccani si è detta d’accordo con questa preoccupazione ma ha voluto evidenziare che negli ultimi anni si è fatto un uso eccessivo della sussidiarietà. A tal proposito ha ricordato che il 3° settore non è formato solo dal volontariato ma da un sistema di imprese di servizi che solo dal primo gennaio di quest’anno sono tenute a versare al 100% I contributi per i loro dipendenti. “Ci sono lavoratori del 3° settore – ha dichiarato – che andranno in pensione con 350 euro al mese”. A suo avviso è, necessario agire continuando a stare sui problemi reali. Nelle richieste occorre pretendere non solo la quantità ma anche la qualità del servizio. “Occorre avere un progetto di vita e di cura altrimenti si rischia di avere un servizio senza anima”.
L’assessore Amoretti ha portato l’attenzione sul lavoro delle donne in questo tempo di crisi. La crisi, a suo avviso, ha evidenziato un problema di qualità del lavoro delle donne. Anche nella nostra provincia c’è disoccupazione giovanile (per lo più femminile): ci sono giovani donne che rischiano di restare in panchina e che fanno fatica a rimanere in contatto con i datori di lavoro. Anche per lei è importante che le aziende collaborino. “Laddove le aziende sono intervenute – dice – è aumentata la produttività”. Ci sono settori come la salute, l’istruzione e la cura alla persona, che devono, a suo avviso, essere tutelati da un forte presidio pubblico.
Per le giovani donne c’è bisogno, a suo dire,di grandi politiche nazionali. Ricordando, infine, il suo ruolo di assessore alla formazione professionale ha concluso il suo intervento affermando che è indispensabile predisporre momenti di formazione non generici ma per quelle attività che le imprese ricercano”.
La senatrice Albertina Soliani, presente tra il pubblico, è intervenuta per ringraziare le tante donne e uomini presenti.  “Come italiani e italiane – ha detto – c’è bisogno di essere molto coesi. Crescere I figli, rispettare gli anziani e rispettare le differenze di genere sono valori fondanti che in questo momento sono in pericolo”.
In questi giorni le donne stanno attraversando momenti difficili in quanto sempre più spesso vedono in pericolo la loro dignità.
Adele Tonini, intervenuta in rappresentanza del segretario provinciale del Pd Roberto Garbi, ha ricordato le parole pronunciate da Pierluigi Bersani durante l’Assemblea Nazionale delle donne. “Le manifestazioni entusiasmanti del 13 febbraio, ci hanno dato l’idea che le donne vogliono il cambiamento e si affermano le protagoniste del cambiamento”. La nostra cultura secondo la Tonini è macista. “Se non ora quando” non è solo uno slogan ma da lì si può cominciare a discutere del rapporto uomini – donne. “Dobbiamo prendere atto – ha detto – che siamo cambiati noi ma è cambiato anche il nostro partito”.

Giovanna Galli
ggalli@pdfidenza.it

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