di Alessia Frangipane
È con grande piacere che saluto e ringrazio la consigliera regionale Roberta Mori per averci onorato della sua presenza e del suo intervento qui, con Roberta abbiamo condiviso una legge regionale sulla parità e contro le discriminazioni di genere frutto di un lungo e importante cammino. Come ci è già successo di ricordare in questa sala e nelle iniziative promosse dall’amministrazione comunale che “praticano” e concretizzano la normativa regionale, questa legge ci fa salire di un gradino la lunga scala che porterà seriamente ed in maniera univoca ad una parità di genere iniziata 70 anni fa.
Ringrazio le consigliere e i consiglieri di minoranza che hanno proposto questo consiglio dedicato perché ciò mi ha dato modo in questi giorni di riflettere sul voto femminile. Nel momento del voto mi sono sempre detta che noi donne votiamo da troppo poco tempo per permetterci di ipotizzare, come gesto provocatorio, di non andare a votare e …
In questi giorni ho pensato che mia nonna quando è nata, era il 1932, è nata di serie B per lo Stato in cui viveva. Non aveva diritto di voto. Mia madre invece per fortuna sì. Può sembrare banale soffermarsi su queste cose ma è doloroso per me rendermi conto che 70 anni fa io valevo meno del consigliere… Rastelli. Secondo me siamo uguali nell’esercitare un diritto, questo diritto.
Le differenze sono altre tra me e lui. La valorizzazione delle nostre differenze, di genere, si deve concretizzare in altro modo da “consentire a lui di votare e a me no”. Bene, 70 anni fa questo non era possibile.
Mi sono detta, nella breve riflessione di alcuni giorni fa, che non potrò mai più lamentarmi della fatica e della (a volte) precarietà, spesso fragilità, della nostra democrazia, sono solo 70 anni che il suffragio è davvero universale! siamo giovani, giovanissimi operatori ed operatrici di democrazia, è naturale che se diamo per scontato i diritti acquisiti da pochi anni questi presto scompaiono nei meandri delle problematiche e delle emergenze, sono diritti ancora troppo “in fasce” per non aver bisogno di sostegno.
Ed infatti la pari opportunità del voto non ha automaticamente portato una pari opportunità culturale.
Oggi io sono qui forse, senza forse, diciamola la verità, perché tutti siamo obbligati da una legge ad avere giunte di parità, certo non possono essere giunte né di sole donne e né di soli uomini ma tutti voi-noi sappiamo benissimo che il problema maschile nella politica così come nei consigli di amministrazione o nella analisi degli stipendi o carriere non esiste.
..la fatica di vederle le donne al di fuori del "bella, brava e mamma" e di vedersi le donne, noi donne, di vederci non come ci vede la tv, la pubblicità e la maggior parte degli uomini.. che grande sfida culturale e personale di ognuna e ognuno di noi!
Forse, se saremo bravi e brave tra 10 anni questo obbligo “di vederci e di cercarci… certo per le nostre capacità e competenze” non servirà più perché sarà usuale per tutti noi, donne e uomini, pensare che una donna possa svolgere normalmente attività politica, imprenditoriale e di comando e non come qualcosa di eccezionale.
Credo che per arrivare davvero in cima alla scala e raggiungere seriamente le pari opportunità non siano sufficienti leggi e servizi, i famosi servizi di conciliazione del tempo di lavoro e di cura.. tu che sei mamma, figlia o nipote e che desideri lavorare, anche lavorare, o devi lavorare per avere una qualità della vita tua e della tua famiglia di un certo tipo, hai bisogno che le istituzioni ti agevolino in questi duplici o triplici compiti/ruoli e quindi se le istituzioni non lo fanno, è tutto un gran lamento, e manca questo e manca quello ecc. Aspetto fondamentale, non dico che non siano essenziali per la parità i servizi, ma credo anche che la sfida sia profondamente su un altro piano, di tipo culturale e anche molto privato, finché il ruolo e il compito dell'uomo sarà uno e quello della donna duplice o triplice all’interno della società e della famiglia la cosiddetta parità sarà solo fatta di parole. Non che non ci siano oggi, per fortuna, uomini che fanno altro, hanno più ruoli e compiti, oltre che lavorare e portare a casa lo stipendio più alto che porta avanti l'economia del
sistema familiare. Ma sono troppo pochi, non sono l’ordinario, non è usuale.Ci vorrà del tempo, certo, sono solo 70 anni che abbiamo il diritto di voto, ci vorranno leggi servizi iniziative a sostegno di una cultura della parità. A sostegno di un atteggiamento mentale che deve svilupparsi precocemente fin dalla nascita, per chi deve ancora nascere, e acquisito per chi è nato in un determinato contesto ed è consapevole di voler vivere in un altro.
Io sono stata più fortunata di mia nonna, sono nata quando donne e uomini avevano lo stesso diritto di voto, io non sono nata di serie B.
Oggi è importante lavorare nell’offerta di servizi di aiuto per conciliare tempi di lavoro e di cura non alle donne ma alle famiglie che sono composte da donne e da uomini. Oggi è importante offrire ai nostri figli un contesto dove immaginarsi e sperimentarsi in modo paritario, senza stereotipi di genere. I primi risultati li vedremo quando la maggior parte dei giochi di ruolo dei nostri figli, alla scuola materna, non saranno i soliti giochi stereotipati, ma saranno più liberi, mentalmente liberi di sognare di diventare carpentiera, idraulica, saldatrice, medica, ingegnera, è difficile trovare mestieri prevalentemente maschili coniugati al femminile…
Forse vi aspettavate altro da me o forse no. Ma il diritto di voto alle donne è solo la partenza di un lungo cammino di conquista di diritti e libertà, non è l'arrivo.