ott 022010
 
comeser

La mission di Comeser fin dalla sua nascita nel 2004 è stata quella di tentare il superamento del digital divide nel territorio che oggi è, all’incirca, identificabile con quello dell’Unione delle Terre Verdiane.
Malgrado la chiarezza dell’obiettivo finale, risulta evidente che lungo la strada che è stata percorsa finora dall’azienda sono stati commessi degli errori.
In primo luogo, si potrebbe quasi dire che, paradossalmente, si è partiti anticipando troppo i tempi: se oggi tutti (o quasi), sostengono la necessità di superamento del digital divide, non era così solo sei anni fa quando Comeser iniziò la sua pionieristica avventura.
Oggi dall’unione Europea, al Governo, alle regioni, tutti stanno affrontando il problema: per restare vicini a Fidenza, è possibile citare come esempio il Comune di Parma che con uno stanziamento di ben 5 milioni di euro ha raccolto la sfida di estendere la banda larga a tutto il territorio comunale. Ma perché il Comune capoluogo fa questa scelta?
È fin troppo semplice rispondere: i grandi operatori non vedono sufficienti margini di profitto nel coprire zone marginali e, quindi, non si pongono neppure il problema. Il risultato è che se gli amministratori di un territorio ritengono utile per la propria comunità il superamento del digital divide, allora è soltanto con fondi pubblici che si può tentare di farcela. Almeno in partenza. Un altro errore è stato quello di buttarsi nell’impresa senza un coinvolgimento complessivo di tutto il territorio, bensì con una partecipazione societaria sostanzialmente di due società: San Donnino Multiservizi e Busseto Servizi.
A questo si è posto rimedio nell’ultimo periodo con il passaggio di ASCAA da una quota del 5% al 30%.
Ma allora Fidenza era “capitale” delle Terre Verdiane ed era giusto si sobbarcasse l’impegno di dare un servizio indispensabile al sue territorio. Forse sono stati gli altri Comuni a non capire a sufficienza quanto fosse penalizzante per i loro cittadini non essere connessi e di conseguenza non hanno per tempo sostenuto questa operazione.
Ma veniamo ad oggi.
C’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere l’obiettivo finale.
Siamo ancora lontani dalla copertura di tutto il territorio di Fidenza, dato che tutte le frazioni risultano tuttora scoperte ed in alcune aree la velocità di connessione è insufficiente.
Rimaniamo pertanto convinti, come il comune di Parma, che contribuire al superamento del digital divide rimanga una opzione importante per il nostro territorio e che le scelte delle Amministrazioni Comunali debbano andare in questo senso, in modo sempre più convinto e condiviso.
È chiaro, dunque, che il Partito Democratico crede ancora nel progetto che è alla base di Comeser e nel raggiungimento del suo obiettivo finale. Assistiamo perciò con attenzione e discrezione, come è corretto fare in questi casi, alla trattativa per la cessione ai privati, che a quanto ci risulta è in una fase cruciale e ci auguriamo possa avere un esito positivo sia per le esigenze del territorio sia per la salvaguardia dei posti di lavoro.
Non comprendiamo invece perché la Giunta comunale abbia deciso di portare nel consiglio comunale del 21 settembre scorso, quando non era necessario, il tema di Comeser?
Perché si è deciso di non ritenere il servizio essenziale lasciando i Presidenti di San Donnino Multiservizi ed ASCAA con le spalle scoperte in questo delicato frangente della trattativa?
Nella seduta del Consiglio abbiamo dato atto alla maggioranza di avere affrontato, sino a quel momento, la questione Comeser in modo responsabile.
Poi è arrivata questa decisione che ha mostrato un cambio di rotta che ci ha sorpresi non poco.
Pensiamo che la delibera adottata sia stata un errore e i fatti dei prossimi giorni diranno quanto grave.

Partito Democratico di Fidenza
segreteria@pdfidenza.it

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