set 212010
 

L’art. 34 della Costituzione della Repubblicana Italiana recita: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio e assegni alle famiglie”.

Premesso

- che la legge n. 133/2008  ha modificato l’ordinamento scolastico, relativamente al 1° ciclo già a partire dall’anno scolastico 2009-2010, mentre per il 2° ciclo a partire dall’anno in corso;che il Tar del Lazio, pur non avendo accolto la richiesta di sospensione provvisoria delle circolari governative avanzata dalla Federazione lavoratori della conoscenza (Flc)-Cgil, da 755 fra docenti, genitori, studenti e amministrativi della scuola e da altri soggetti, ha tuttavia definito “illegittime” le circolari sugli organici e sulle iscrizioni alla scuola superiore, in quanto le stesse hanno preceduto l’approvazione e l’entrata in vigore di leggi e regolamenti;
- che questo anno scolastico ha inizio con 50.000 classi senza insegnanti, 16.000 scuole senza presidi, 8 miliardi di euro in meno in tre anni e 170.000 lavoratori della scuola pubblica lasciati a casa dopo anni di lavoro;
- che la riforma ha ridotto l’obbligo scolastico a 15 anni di età con possibile accesso all’apprendistato, senza però definirne i criteri formativi obbligatori a garanzia di un effettivo apprendimento, col risultato di renderlo strumento per sfruttare lavoro minorile a basso costo e di incentivare il precariato giovanile, fallendo l’obiettivo di una adeguata formazione e qualificazione professionale;
- che a fronte di una stimata crescita del numero di bambini disabili, l’organico predisposto dal Ministero prevede lo stesso numero di cattedre dell’anno scorso, col risultato che ogni bambino avrà meno ore di sostegno e meno diritto di apprendere;
- che i dati per la scuola dell’infanzia sono drammatici con migliaia di bambini lontani dalla scuola fino all’età di 6 anni. Un effetto che già è tangibile anche nella nostra realtà;
- che lo scorso anno la riforma Gelmini si è abbattuta sulla scuola elementare eliminando il modello, tanto vantato all’estero, delle compresenze, al fine di giustificare tagli al personale insegnante, ma con l’effetto di dequalificare il percorso educativo-formativo più importante della vita di uno studente: quello elementare. Le 877 classi in più di tempo pieno che, in questi giorni, il Ministro vanta di avere concesso (solo a fronte di incessanti richieste) potrebbero essere tranquillamente definite “tempo lungo parcheggiato”. Tempo pieno che a Fidenza vede un numero di alunni pari a 507, ovvero 171 in più rispetto al tempo normale (dati di aprile 2010);
- che la riforma della scuola superiore prevede una riduzione dell’orario scolastico settimanale che negli istituti tecnici si traduce, quinte classi escluse, in meno ore di lingua, di diritto, di geografia e di laboratorio. Le sperimentazioni di tipo Brocca verranno esaurite nei prossimi quattro anni – sperimentazione presente anche al liceo Paciolo-D’Annunzio di Fidenza -;
- che dei 351 posti di docenti richiesti dalla Regione Emilia-Romagna in accordo con l’Ufficio scolastico regionale al Governo, ne sono stati concessi poco più di un centinaio;
- che in Provincia di Parma, a fronte di un aumento di 750 alunni verranno tagliati circa 207 unità tra docenti e personale ausiliario, tecnico e amministrativo (di scuola primaria, secondaria di primo grado e di secondo grado);
- che a causa della mancata nomina di 18 dirigenti scolastici nella nostra Provincia, altrettanti dovranno ricoprire un doppio incarico. Per Fidenza questo significherà che la reggenza dell’Istituto Paciolo-D’Annunzio guiderà contemporaneamente anche l’Itis-Berenini;
- che anche l’Amministrazione di Fidenza, secondo polo scolastico provinciale, dovrà inevitabilmente fare fronte alle conseguenze causate dai tagli della riforma, in un momento in cui viceversa avrebbe bisogno di più risorse, soprattutto per le strutture ed i trasporti scolastici;

considerato

iinoltre, che la riforma Gelmini-Tremonti porrà in essere, nei fatti, il più grande licenziamento di massa mai verificatosi nel nostro Paese. In due anni 67.000 docenti e 35.000 Ata hanno perso il posto di lavoro e sono 130.000 le cattedre tutt’ora vacanti.
- che, neppure lo sciopero della fame di uomini e donne, peraltro madri di famiglia, ha scosso il Ministro Gelmini, la quale ha rifiutato loro un semplice colloquio, ha rifiutato di riconoscerne la dignità ad essere ascoltati. Uno sciopero affrontato a rischio della vita non solo per salvare un posto di lavoro, che sarebbe comunque una motivazione sufficiente, ma <<per l’Italia, per il diritto, per la Costituzuione>>, queste le loro parole.
- che le scelte di questo Governo in merito alle politiche scolastiche metteranno in difficoltà le famiglie, su cui graveranno i “contributi volontari” tra i 100 e i 200 euro richiesti a causa dell’ulteriore assottigliamento dei fondi alle scuole.

Tutto ciò premesso e considerato, con questo ordine del giorno

denunciamo e condanniamo

la situazione in cui versa la scuola Italiana a causa delle scelte compiute da questo Governo.
La conseguenza più drammatica è che si compromette il futuro del nostro paese come “costruttore” di qualità e competenza e  di forza innovativa anche produttivo-economica.

Ci dichiariamo

inoltre solidali col personale, docente e non, vero motore del sistema scolastico ed educativo del nostro Paese. Coloro i quali saranno assunti dovranno affrontare le difficoltà di classi sovraffollate, scarse risorse, edifici inadeguati. Se precari, vivranno nell’incertezza del domani per sé e per le proprie famiglie.

Il Gruppo Consiliare del Partito Democratico
segreteria@pdfidenza.it

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