dic 192014
 
SBLOCCA FUTURO

Lo Sblocca Italia è stato tra le cose che ho studiato in maniera più approfondita negli ultimi mesi. E’ una Legge che pur tenendo sullo sfondo alcune intenzioni acceleratrici e riformiste, può essere molto migliorata. ci han provato in tanti, ma alla fine l’opzione fiduciaria ha fermato un percorso che invece poteva e doveva continuare. E a cui vorremmo contribuire

Il mio mestiere mi mette quotidianamente in contatto con moltissimi di quei comitati che negli ultimi mesi hanno prodotto un’analisi critica della legge; non stiamo parlando di quelli che per apatia certi resoconti definiscono Gruppi Nimby (un calderone dove vengono spinti tutti, sia quelli che sull’ambiente giocano per costruire fortune politiche con promesse che restano disattese, sia quelli che, dati Ocse alla mano, hanno fatto intravedere al Paese un futuro prossimo possibile) ma della totalità delle associazioni ambientaliste, del coordinamento Salviamo il Paesaggio, del Fondo Ambiente Italiano e di molte altre realtà del terzo settore italiano.

L’ho quindi detto con la dovuta forza in Consiglio Comunale (guardate il video se avete 10 minuti, è quello del 17 dicembre): sono convinto che lo Sblocca Italia sia una legge su cui ci sia ancora tanto lavoro da fare in sede parlamentare, seguendo meno la strada dell’emergenza e più quella dell’ascolto del territorio per risolvere le sue emergenze. Un ascolto necessario – ad esempio – per elevare a modello nazionale chi realizza politiche virtuose sui rifiuti, sull’acqua e sull’energia – come succede anche a Fidenza – e per irrobustire ulteriormente i passaggi positivi contenuti nella legge. Passaggi che ci sono e che anche io, che nutro personalmente un atteggiamento più guardingo sullo Sblocca Italia, vedo.

Parlo delle misure fiscali dell’art.17 che favoriscono il recupero del patrimonio edilizio esistente e disincentivano il consumo di suolo, che è una delle sfide più grandi di questo Paese, come sono lì a ricordarci i fatti delle tragiche alluvioni degli ultimi mesi. Consumo di suolo a saldo zero e stop al cemento che sono i pilastri della nuova stagione urbanistica che ci siamo impegnati a realizzare prima di tutto a Fidenza e sulla quale avremo modo di confrontarci serenamente quando il prossimo anno arriverà su questi banchi il Psc, che noi intendiamo come motore di rilancio non solo di Fidenza ma di tutta l’area vasta verdiana.

Parlo, ancora, delle attività di bonifica dell’amianto in alcune zone del nord. Settore, questo delle bonifiche, nel quale Fidenza si è imposta come modello, diventando il primo dei 57 super siti inquinati – si chiamano Sin, siti di interesse nazionale – ad avviarsi alla conclusione di una complessa rete di interventi su quattro aree devastate. Ecco, nello Sblocca Italia manca l’ispirazione a storie come la nostra, che hanno messo a nudo, in materia di bonifiche, la fragilità di un impianto che nei decenni scorsi ha spalmato risorse a pioggia dal Friuli alla Sicilia, senza preoccuparsi di chiedere in cambio proprio quello che ha garantito Fidenza: un progetto chiaro con un obiettivo chiaro: ripulire, risanare e creare sulle aree riconquistate al vivere civile nuove opportunità di impresa e di occupazione a basso impatto ambientale.

Appunto, prima parlavo di tanto lavoro da fare su questo Sblocca Italia. Mi riferisco al lavoro prima di tutto in sede parlamentare, per il quale il Pd di Fidenza chiederà ai parlamentari eletti nella nostra circoscrizione un impegno vero, di vigilanza, articolato e soprattutto capace di parlare alle nostre comunità, per contribuire a rimettere al centro i modelli virtuosi cui accennavo in precedenza. In questo senso, sì, credo che lo Sblocca Italia possa essere ulteriormente messo a fuoco, amplificando le migliorie che da molti deputati e senatori sono già state apportate.

Ma non è approvando la mozione presentata (nel solito modo violento, come fosse una clava contro la maggioranza) dal M5S che lavoreremo a favore del miglioramento della Legge e a tutela dei territori a cui la Legge impone scelte dall’alto.

Ci è stato chiesto chiedete di discutere di trivelle, ma si salta a piè pari un argomento ben più strategico come lo straordinario tema dei rifiuti e della loro riduzione, di chi dovrà gestire i servizi di raccolta e di smaltimento. L’articolo 35, ad esempio, deve aprirsi a tutte quelle azioni che a Fidenza stiamo portando avanti con coraggio da anni e che possiamo ulteriormente migliorare perchè strategie per un drastico contenimento della quantità indifferenziata dei rifiuti non sono più procrastinabili e possono mettere in discussione il sistema degli inceneritori molto più in profondità rispetto ad una mozione.

Queste e altre sono le partite importanti su cui novellare lo Sblocca Italia in sede parlamentare con tutti gli strumenti del caso, portando a Roma il contributo dell’Anci e dei Sindaci, i primi ad avere tutto l’interesse affinché le Regioni – a cominciare dall’Emilia Romagna – vengano valorizzate e riconsiderate, nel pieno rispetto del valore federalista che tutti noi del Pd vediamo come prioritario. E se di Regioni parliamo, trovo vitale che su alcuni grandi obiettivi di sviluppo il nostro presidente e i suoi colleghi debbano essere la cinghia di trasmissione tra i bisogni – talvolta disperati in alcune parti d’Italia – delle Comunità Locali e gli obiettivi governativi.

Votando la mozione – che è un testo scritto e depositato, non un’intenzione o un sentimento, ed è importante considerarlo quando si chiede un voto, perchè siamo pur sempre in un’istituzione democratica e noi siamo responsabili di quello che votiamo – non aiuteremmo nemmeno un percorso (quello del ricorso in Corte Costituzionale) che pure è già avviato. Il Comune di Fidenza non può impegnare il Presidente della Regione a fare alcunchè: può suggerire, consigliare, fare pressioni, prendere posizioni, ma allora lo fa con un Ordine del Giorno (nel caso) o con incontri coi cittadini e le associazioni (molto meglio).

E’ stato chiesto (sempre il video lo certifica) al M5S di rivedere il testo o la natura della sua iniziativa in Consiglio, ma non c’è stato verso, probabilmente per via di quella natura un po’ spettacolare che hanno le discussioni fatte in aula dove sembra siano tutti molto più impegnati nella tattica che nella strategia, nemmeno fossimo scacchisti. E forse perchè per il M5S noi siamo solo (testuali parole) ”membri di un gruppo affaristico massonico che specula sulla vita delle persone”.

Mi interessa il reale cambiamento, non la medaglietta per la giacca. La mozione gettata in Aula e blindata dalle modifiche non assomiglia ad un’azione ficcante. Perchè chiede di fare una cosa che non possiamo fare e soprattutto perchè tiene all’interno del palazzo un dibattito che invece andrebbe portato fuori, nelle piazze e nei teatri, nelle televisioni e alla radio. Questo intendiamo fare costruendo quella partecipazione che non potrà che essere indispensabile per fare ripartire l’Italia.

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